INVOCAZIONE PARTE VENTIDUESIMA
… Mediante la parola, il pensiero è evocato e diviene presente, è tratto fuori dall’astrazione e dalla condizione nebulosa, e materializzato sul piano fisico, producendo (anche se non lo vediamo) qualcosa di bel preciso sui livelli eterici e fisici, poiché “le cose sono ciò che la Parola le fa col nominarle”. La Parola, è letteralmente una gran forza magica, e gli adepti o maghi bianchi, con la con oscena delle forze e del potere del Silenzio e della Parola, possono produrre degli effetti sul piano fisico. Com’è ben noto, vi è un ramo del lavoro magico che consiste nell’utilizzare questa conoscenza in forma di Parole di Potere, mantra e formule che mettono in moto le energie nascoste della natura, e chiamano al lavoro i deva .
La Parola, è una delle chiavi che aprono le porte di comunicazione tra gli uomini e gli esseri più “sottili”. Dà la possibilità di scoprire le entità con cui si entra in contatto dall’altra parte del velo, ma solo chi ha imparato a tacere, ed è giunto alla conoscenza dei momenti opportuni per parlare, può attraversare questo velo e stabilire certi contatti esoterici.
La magia, SI afferma nella Dottrina Segreta, consiste nel rivolgersi agli “Dei” (i Deva) con il loro linguaggio, perciò le parole dell’uomo medio non possono raggiungerli, quindi chi cerca d’imparare il linguaggio occulto , che anela a divenire consapevole delle parole che possono penetrare nelle orecchie di chi sta dall’altra parte, e chi cerca di utilizzare le formule che daranno il potere sui costruttori, deve disimparare il loro uso precedente delle parole, ed astenersi dei metodi ordinari di parlare, allora il nuovo linguaggio sarà suo, ed espressioni, parole mantram e formule nuove gli saranno affidate.
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