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meditazione parte ventottesima

 

 

MEDITAZIONE
PARTE VENTOTTESIMA

La concentrazione .

La concentrazione è la capacità di tenere la mente  fissa sull’oggetto prescelto senza mai desistere.

Gli stadi della concentrazione sono:

·         Scelta dell’oggetto.

·         Ritiro della coscienza mentale dalla periferia del corpo.

·         Coscienza concen­trata e fissa nella testa (ajna).

·         Fissazione nella mente dell’atten­zione sull’oggetto scelto.

·         Visualizzazione e percezione figurata di esso con ragionare logico.

·         Estensione dei concetti formulati, dallo specifico e particolare al generale e universale o cosmico.

·         Proposi­to di percepire ciò che sta dentro la forma scelta, cioè l’idea che l’ha prodotta.

La concentrazione dà la facoltà alla sostanza mentale di prendere forma o modificarsi secondo le impressioni. La purificazione  del quaternario  inferiore (personalità) è indispensabile e si ottiene praticando i comandamenti e le regole - che danno il control­lo degli organi - la calma interiore, la concentrazione e la capacità di vedere il Sè superiore  . La concentrazione è un atto di volontà con il quale la forma è negata dai sensi e il conoscitore  perviene a ciò che in essa vibra all’unisono con la sua anima. Così conosce ciò che la forma (o campo di conoscenza) cerca di esprimere: l’anima che essa racchiude, il tono e la qualità.

Meditazione riflessiva  e creativa .

            Per collaborare con efficienza alla realizzazione del Piano divino  è bene sapere che ci sono tre ordini di collaboratori:

·         I lavoratori esterni, per libera scelta, che stabiliscono contatti umani e servono l’umanità.

·         I discepoli  che agiscono da intermediari con i Maestri che redigono il piano con la loro saggezza ed esperienza, accrescendo l'attrazione magnetica dove scorre la forza spirituale della Nuova era .

·         I Maestri e gli iniziati  che operano dall’interno, dal piano mentale , guidando e influenzando i discepoli attivi nel mondo.

       I discepoli però non dovranno usare la forza di volontà diretta, ma cercheranno d’ impressione  le menti ricettive con schemi e suggerimenti concernenti il piano e l’unità , meta del futuro immediato.

       Una specificità del piano, da realizzare a lunga scadenza, consiste nell’ancorare in terra certe energie superiori necessarie all’umanità, nello sviluppare i poteri super normali, nell’educare i gruppi alla sintesi , per prepararli all’iniziazione . È da loro che usciranno i futuri realizzatori del piano, perché capiranno cosa sia realmente e lo esprimeranno come punti di luce e canali per convogliarla.

       Quando il discepolo accetta la realtà della Gerarchia, la verità che le anime sono una sola Anima, che il Piano quale indicato dai Maestri, può usare la scienza occulta del servizio, dedicando tutto se stesso all’umanità, coltivando l’intuizione  e rispondendo prontamente all’immediato bisogno dell’umanità del momento.

       Il servizio non è l’espressione fisica degli atteggiamenti e dell’attività dell’anima. Questo dovrebbe permetterci di vivere con uno scopo, programmando il Piano o parte di esso, in aderenza agli impulsi gerarchici, elaborandolo passo dopo passo e scorgendone quale potrebbe essere nel ciclo della vita, ma anche nel breve passo immediato da fare.

       Il servizio richiede uno sforzo congiunto e di saggezza, prestando debita attenzione al fattore tempo, ma anche di una forza fisica equilibrata: servizio, rilassamento, nuovo servizio.

       I servitori devono essere consci dell’urgenza del lavoro del Maestro, perciò devono concentrare e dirigere lo sforzo per conseguire dei risultati pratici, mediante tre fasi: il senso di responsabilitàsacrificio  e fratellanza .

       La collaborazione al Piano, da parte del  discepolo accettato , comporta la sua conoscenza com’è elaborata dai membri della Gerarchia e come esiste nella consapevolezza dei membri del Nuovo Gruppo dei Servitori del Mondo , come punto radiante e conoscenza decentrata.

       Il Piano si prefigge la rivelazione dell’amore , l’illuminazione  della mente, l’evocazione della volontà e l’espansione del servizio verso il mondo.

       I Maestri operano a livello egoico e con la luce mentale, guardano nel discepolo lo sviluppo della luce interiore e la qualità del servizio. Questa luce deve irradiare all’esterno e non soltanto all’interno, se vogliamo che abbia un’utilità per l’umanità.

      La linea di contatto segue i seguenti centri energetici: Anima – fratelli del gruppo soggettivo – maestro dell’Ashram al quale si aggrega – Maestro di raggio – Shamballa . Tutto lo sforzo è però teso al contatto col piano buddhico  ed esprimere le qualità dell’amore o ragione pura   e dell’intuizione, per carpire qualche idea per la realizzazione al meglio della parte che ci spetta del piano e fare, in sintonia col gruppo, da strumento o canale per l’energia divina o gerarchica affinché scenda sulla personalità dell’umanità in genere… Segue nella Parte Ventinovesima.

 



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