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meditazione parte trentesima


 

MEDITAZIONE
PARTE TRENTESIMA

La contemplazione .

       Nella contemplazione l'idea di "partecipazione" invece di "osservazione" è stata formulata solo di recente nella fisica moderna ma è un'idea ben nota a qualsiasi studioso di occultismo; la conoscenza occulta non può mai essere raggiunta solo con l'osservazione, ma unicamente mediante la totale partecipazione con tutto il proprio essere. Il concetto di partecipatore è quindi fondamentale nella visione del mondo. Nella contemplazione l'osservatore  e l'osservato, soggetto e oggetto non solo sono inseparabili ma diventano anche indistinguibili. Nella meditazione profonda si arriva a uno stato in cui cade completamente la distinzione fra osservatore e osservato dove soggetto, e oggetto si fonde in un tutto unico indifferenziato. Questo è raggiunto in uno stato di coscienza, dove la propria individualità si dissolve in un’unità, dove si trascendono il mondo dei sensi e la nozione di "cosa" è dimenticata.

A.     Govinda ci dice: "Non credete in un mondo esterno, indipendente e che esista separatamente tra le cui forze dinamiche egli può inserirsi”. “Il mondo esterno e quello interiore sono due facce di uno stesso tessuto in cui i fili di tutte le forze, avvenimenti, forme di coscienza e dei loro oggetti sono intrecciate in un’inestricabile rete di RELAZIONI infinite e reciprocamente condizionate”.

       La contemplazione è possibile solo quando l'attività mentale ha aperto un canale di comunicazione tra le aree superiori di coscienza e la mente; allora questa può contemplare in quiete assoluta, diventando così impressionabile all’energia sotto forma d’idee di valore integrale, per la realizzazione dei disegni e propositi della Divinità. Dopo il breve istante di contemplazione dobbiamo lavorare scientificamente con indirizzo mentale attivo mediante la forma del lavoro prestabilito.

       La contemplazione si manifesta con il graduale superamento del pensiero discorsivo, la stabilizzazione del centro d’autocoscienza (il Vero Io) e la capacità d’attenzione attiva - conseguita con la disidentificazione dai sensi, dagli istinti, dalle emozioni e dai pensieri concreti - con L'espansione di coscienza  o la totale resa e abbandono al Divino e col mantenere un atteggiamento d’attesa che qualcosa accada durante il silenzio della mente. Un esempio approssimativo potrebbe essere quell'atteggiamento che assumiamo quando all'alba attendiamo in silenzio che il sole spunti all'orizzonte.

       In questa fase della meditazione si cerca di far emergere l'aspetto ricettivo, passivo e la capacità di "stare in silenzio" e di essere sensibile alle idee provenienti dai piani superiori, all'intuizione  e alla vera consapevolezza  della mente .

       Ricordiamoci che è molto importante raggiungere l'Io cosciente in gruppo e non da soli, solo allora possiamo cominciare il vero lavoro (o servizio verticale) che consiste nell'allargamento del campo di coscienza e nel portare a livello cosciente, le idee, che diverranno ideali da rendere concreto poi a livello fisico, sia da parte nostra sia da quelli che hanno la capacità di captare le nostre forme pensiero e l'equipaggiamento adatto e la capacità di metterle in pratica.

       Un altro merito della meditazione è quello che ciò che abbiamo meditato divenga il nostro abituale modo di essere, portandoci un profondo senso di serenità, di distacco , di calma interiore ed esteriore e di equanimità; cioè una persistenza costante, una serena indifferenza divina , una calma accettazione della gioia  e della sofferenza senza reazioni emotive. Questo denota che la personalità comincia a esprimersi come pervasa d'anima e si sta trasformando, unificando e integrando con il Sé.

       La vera contemplazione o stato di Samadhi  o estasi (che non è uno stato sonnambolico di passività, d’incoscienza o peggio ancora di vuoto mentale) si raggiunge solo in stadi molto avanzati della meditazione, quando avviene un vero e proprio cambiamento di coscienza che diviene più acuta, sveglia, lucida, libera, anche se è immobile, silenziosa o priva di contenuti; è "una tensione attiva" o attenzione-consapevole che conduce all’emersione di un centro di autocoscienza  libero e senza contenuti. La sola parola che racchiude quest’accadimento (dal mio punto di vista) è il senso di COMPLETEZZA.


 



Prelevato da: www.centrodimeditazione.it