INSEGNAMENTI PARTE QUARANTUNESIMA
Coscienza Quando si parla di coscienza non si dimentichi che c’è una sola Coscienza - quella del Creatore per eccellenza. La nostra coscienza è solo una parcella o una scintilla della Sua Coscienza, dove comprendiamo quel tanto che ci serve per autoelevarci, seguendo il Suo flusso che tende al conseguimento in termini di "“sperimento sperimentato". La storia ci insegna che le menti più avanzate dell’umanità, che operano in tutti i dipartimenti, sono degli iniziati o discepoli che si incarnano, come avanguardie dell’ umanità, per portare a livello umano la “Sapienza Antica”, adattandola ai tempi.
Le cose del mondo, viste in meditazione dai piani elevati, prendono un’altra valenza, e ci si rende conto di quanto siano illusorie, ma naturalmente utili per sperimentare i tre mondi e quindi hanno una loro importanza per l’evoluzione dell’umanità. Perciò si capisce che sono solo dei mezzi utili per stimolare l’unione degli uomini attraverso gli intendimenti e intuizioni comuni o collettivi.
Energie e Forze L’energia dell’anima trasferita nell’antahkarana, produce consapevolezza del passato e della Legge di causa-effetto, un apprezzamento intelligente delle opportunità presenti ed una percezione intuitiva di quelle future previste dalla Gerarchia.
Noi abbiamo a che fare con una relazione con le energie dell’Ashram, che assorbiamo e diamo al tutto, mediante la vitalità spirituale che deve diventare una realtà quotidiana, quale servizio duale: verticale e orizzontale.
La meditazione ci permette di entrare nel campo delle energie, di scegliere quella necessaria, di controllarla e dirigerla, attraverso un centri o l’altro, verso un punto designato. Questo dev’essere fatto secondo il piano e dal proprio posto nell’ashram, usando il centro eterico come fattore esecutivo. Perciò il discepolo deve conoscere ed usare per prima cosa le energie che agiscono attraverso i propri centri e imparare a lavorare con la pura energia d’amore del centro del cuore della Gerarchia, fondendola con le forze di raggio che colorano in una certa misura l’ashram.
In pratica si crea un triangolo d’energia composto dal centro del cuore del discepolo, dal loto dai dodici petali e dal centro ajna, seguito da un triangolo spirituale nella testa composto:
- dal centro ajna e il loto dai mille petali (effetto fisico della pineale e del corpo pituitario, vedasi schema numero 7);
- dal loto dai mille petali e il centro alta major (fisicamente attivo attraverso la ghiandola pineale);
- dal centro alta mayor e il centro ajna.
Il contatto e la fusione con la Triade spirituale, avviene attraverso l’allineamento del cuore, della manas e della volontà. Possiamo anche dire che avviene con l’allineamento della triplice personalità, dei tre aspetti dell’anima e della Triade spirituale.
Quando il discepolo giunge ad una irrevocabile decisione, ponderata dopo lunga riflessione e quindi giusta, il movente mette in attività l’energia, ed è su questa linea di energie che il discepolo lentamente avanza.
L’Energia cristica proveniente dal piano buddhico, investe il corpo astrale dell’umanità provocando una crisi tumultuosa. La Gerarchia si serve di questa energia per esteriorizzarsi; anche i discepoli attivi possono agire come canali per questa forza, specialmente da parte di coloro che hanno il corpo astrale di secondo raggio.
I discepoli sono spesso impediti in questo servizio dalla paura psichica; essi devono rifiutarsi di registrare nella loro coscienza l’esistenza stessa di ciò che causa reazioni di paura.
Attualmente siamo in un periodo cruciale perché per la settima volta in questa razza, si ha la manifestazione del settimo raggio sul piano fisico che al giorno d’oggi coincide con l’Era dell’acquario. Perciò è possibile, nel più alto grado, l’illuminazione e lo stabilire ordine sulla terra. Accade che le energie della luce di tutti i raggi possono esprimersi mediante il settimo raggio, così l’aspetto più elevato della luce divina (la Luce Suprema) può penetrare nel piano fisico.
Le fonti di ispirazione del discepolo sono: la sua anima, col contatto diretto; il Maestro per mezzo della sensibilità del suo chela; il gruppo ashramico mediante l’influenza reciproca dei suoi membri nel servizio; la Monade che vivifica la vita con la Sua energia. Possiamo anche aggiungere l’impressione mentale o telepatica proveniente da individui o membri di un gruppo.
Queste energie devono essere espresse con la volontà-di-bene o aspetto sintetico quale impulso motivante del discepolo. La Volontà o Proposito di Sanat Kumara, evocata dal gruppo, è la forza del potere divino e l’obiettivo del Piano gerarchico. Un’altra sorgente di energia di ispirazione è quella delle “forze della luce” provenienti dall’ashram e resa disponibile per il servizio. Quando il discepolo sta nell’ashram percepisce, come risultato del processo iniziatico, la natura del Piano divino e sa anche quale è la sfera di attività in cui operare.
Shamballa è il principale agente ricettivo dell’energia cosmica e il punto principale di distribuzione nei cinque Regni di natura. Questa energia però è relativamente statica, tenuta pronta per fini creativi. Nel suo centro sono focalizzate la volontà, l’amore e l’intelligenza in un solo fondamentale intento durante tutta la vita del pianeta. È ciò che chiamiamo Proposito che si esprime tramite il Piano. “Il Proposito stesso è solamente l’energia liberata nella Camera di Consiglio a Shamballa. Lì deve assumere forma”.
Con la costruzione dell’antahkarana i tre aspetti della Volontà (i tre punti della Triade spirituale) sono collegati con la personalità; allora l’energia utilizzata è interamente collegata all’aspetto Volontà della Divinità distruttrice e dinamica, usata dalla Gerarchia per alimentare il piano astrale. Si noti che questo piano non è creato da Dio ma dal desiderio umano.
Il discepolo però, per poter concorrere a questo servizio, deve per prima cosa conoscere le energie che lo condizionano e distruggere i fenomeni astrali della cui creazione è responsabile.
Il flusso di energia divina non troverà ostacoli e faciliterà il Proposito, il Piano e la sua precipitazione se un intero gruppo di discepoli e iniziati, penetreranno insieme in nuove sfere di coscienza divina e nella mente del Signore del mondo, concorrendo così a rafforzare il vincolo dei tre centri planetari.
L’energia, condotta costantemente verso il corpo mentale con un atteggiamento distaccato, porta alla diminuzione delle attività emotive, collegando i tre centri del cuore, della testa e della gola: “il vero amore, allora, prenderà il posto dell’emozione e la compassione sostituirà la pietà; la comprensione prenderà il posto dell’apprensione per la sofferenza”.
I discepoli che non hanno ancora conseguito la terza iniziazione, devono imparare: la Tecnica dell’Impressione, a generare l’energia e impiegare il centro ajna; questo perché essendo essi ancora “confinati” nei veicoli della personalità, hanno bisogno di dirigere l’energia con “l’occhio”. Essi per ora devono eseguire il Piano Divino sul piano fisico, realizzando così la Volontà di Shamballa.
L’impressione è soltanto l’anticipatrice dell’energia; chi risponde all’energia deve registrare il Piano e realizzarlo nel proprio piccolo, altrimenti essa conduce ad una sterile attività. Questa energia non è generata dal discepolo ma dalla Gerarchia ed è soltanto uno strumento. Il discepolo deve essere solo un silenzioso ed equilibrato ricevitore che controlla il terzo occhio (agente direttivo dell’energia ricevuta).
Da questo si deduce che bisogna padroneggiare le tecniche e saper distinguere fra: le proprie energie, l’energia del suo raggio, l’energia dell’ashram, l’energia gerarchica e l’energia, o meglio la forza cristica, in rapporto con la volontà. Quest’ultima dev’essere un’applicazione piena di comprensione e di gioia in particolar modo da parte dei discepoli di primo e secondo raggio rispettando sempre la libertà umana.
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