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SERVIZIO
PARTE CINQUANTESIMA
 
SERVIZIO AL PIANO
DIPARTIMENTO GERARCHICO DELL’EDUCAZIONE

EDUCAZIONE 

            Oggi più che mai è necessario modificare l’approccio all’educazione, non considerandola più come qualcosa che altri devono fornirci perché ne abbiamo diritto, ma come qualcosa che ognuno è chiamato a realizzare perché ne ha il dovere. È una questione vitale del nostro tempo, attraverso la quale una società può stabilire quell’ordine che riconosce come il migliore. 

            Esiste uno stimolo a evolvere che opera incessantemente e l’educazione ha il compito di assecondarla e favorirla. Ci dicono che L’educazione “è la formazione integrale dell’individuo in tutte le dimensioni della vita fisica, emotiva, affettiva, cognitiva ed etica”. “Il suo scopo è di far affrontare il meglio presente in ogni essere umano, ossia metterlo nelle condizioni di esprimere tutte le qualità già presenti, migliorarle e creare quelle mancanti, ossia costruire un carattere”; quindi fare di ogni essere appartenente alla famiglia umana, un uomo o una donna maturi, in altre parole, capaci di costruire rapporti armonici con gli altri, in grado di vedere e accettare i veri problemi individuali e collettivi con la tendenza costante a cercare di acquisire strumenti adatti alla loro soluzione. 

            Lo strumento dell’educazione è la conoscenza, l’antidotto all’unico male dell’uomo, l’ignoranza. Da non confondersi con l’informazione, la quale non è ancora conoscenza, anche se ne costituisce il primo passo insostituibile. La conoscenza è l’assimilazione, l’elaborazione, l’interiorizzazione delle informazioni ricevute per arrivare a una sintesi personale che permetta di farsi una propria idea delle cose e di decidere come costruire il proprio sistema di riferimento, il proprio orientamento. La persona adulta può decidere di modificare il percorso seguito dalla maggior parte delle persone e cercare altre informazioni, da trasformare in conoscenza, fino ad arrivare a comprendere le leggi universali che governano la vita dell’uomo, la più importante della quale è la Legge dell’Amore e del Bene, se l’educazione vorrà svolgere sempre di più il suo compito dovrà integrare queste leggi nelle informazioni che fornisce.                                                                                          

            Il cittadino impegnato può sollecitare il governo a prendere in considerazione i differenti stili di vita, i modelli di consumo, i valori e le attese nelle varie culture e sottoculture della nostra società. 

            La responsabilità di un governo include anche l’educazione pubblica. Il sistema educativo può svolgere un ruolo importante; sfruttare i cambiamenti in atto nei valori e nelle credenze della società, inserire una dimensione planetaria nelle discussioni sull’etica, sui  diritti e sulle   responsabilità, e  consentire ai bambini e ai giovani di fare delle scelte sagge e responsabili su questioni che decidono il loro futuro. Avendo a disposizione informazioni più  adeguate, le nuove generazioni cresceranno con valori più  appropriati ai loro tempi, avranno solo i figli che veramente desiderano, e li faranno crescere affinché divengano dei cittadini responsabili del loro paese e
dell’intera comunità globale.
 

            Tranne alcune eccezioni ora l’educazione dei bambini si basa su espedienti negativi, come la punizione e la minaccia del fallimento. Emozioni positive d’amore e di premura sono riservate alla famiglia e alla cerchia degli amici ma questi aspetti della vita sono frequentemente sacrificati alla pressione del lavoro e alla fatica di assicurarsi il necessario per la nostra vita di tutti i giorni. 

            Educare un essere umano significa aiutarlo a crescere, a evolvere costruendo un orientamento fondato su valori etici, quali il rispetto, la tolleranza,
l’affidabilità, la sincerità, la gentilezza, la trasparenza, la calma, la cooperazione, la comprensione. Se vogliamo educare le persone, si deve:
 

  • Imparare a gestire i rapporti.
  • Conoscere il mondo in cui viviamo.
  • Ricevere informazioni su tutto quello che il genere umano ha pensato, fatto, scritto, scoperto.
  • Prepararsi per una professione.
  • Conoscere i problemi collettivi sociali, politici economici sapendo in quali modi si cerca di risolverli per cooperare nel trovare soluzioni nuove sempre più efficaci e sviluppare il senso di responsabilità.
  • Riconoscere la necessità di procedere nel cammino educativo di noi stessi per tutta la vita. 

            I media sono molto importanti per l’educazione, perché sono una tremenda forza per il bene o per il male, intendendo quest’ultimo come tutto ciò che frena l’evoluzione. Purtroppo i mezzi di comunicazione, per ottenere consensi, forniscono materia sensazionale, la quale è difficilmente buona da un punto di vista educativo. Tendono, cioè, a colpire emotivamente suscitando emozioni, creando così assuefazione. 

            Ogni ambito educativo – famiglia, scuola, media – sono all’interno di un processo di trasformazione nel quale è prioritario e fondamentale mantenere ben chiaro nelle nostre coscienze l’obiettivo educativo che vogliamo raggiungere: diventare esseri umani sempre più etici, e con pazienza e costanza cercare gli strumenti per realizzarlo, sapendo che la legge d’evoluzione spinge ognuno di noi verso il progresso ed è la nostra grande alleata.

       Gli insegnamenti dei Saggi, anche se si presentano apparentemente distinti, provengono da una Sola Fonte di luce.  Per pensare ci vuole il sapere e per rafforzare la coscienza è necessaria la conoscenza.

       “L’insegnamento non si vende; questa è una legge antichissima”. “Esso mira alla perfezione, altrimenti non avrebbe futuro”. “Non cura l’agio personale, altrimenti sarebbe egoismo”. “Intende abbellire la vita, altrimenti sarebbe nella bruttezza”. “L’insegnamento è sempre abnegazione, poiché sa cos’è il bene comune”. “Esso venera la sapienza, altrimenti sarebbe tenebra”. “Non si manifesta con cerimonie stravaganti, ma si regge sull’esperienza”. Agni Yoga, 404. 

       Esso deve essere dispensato, quando giunge il momento, con pensiero incessante ed esatto, secondo le capacità di chi ascolta e senza intimorirlo, ricordando che ciò che si deve temere non è l’avversione ma il plauso. 

       Il discepolo, anche quando agisce quale agente dello Spirito, non si astrae dalla vita terrena, non tradisce mai ciò che ha cominciato e non inizia nulla per profitto personale. Noi dobbiamo discernere la linea sottile che passa tra il nostro tornaconto, la soddisfazione di sé e la cura del bene generale per l’evoluzione del mondo. 

 



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