INSEGNAMENTI PARTE CINQUANTUNESIMA
Requisiti del discepolo:
Sensibilità:
È la capacita di espandere la coscienza ed essere consapevoli di aree di contatto sempre maggiori, di essere attivi, vigilanti, pronti nel riconoscere i rapporti, solleciti nel reagire alle necessità mentalmente, emotivamente e fisicamente attenti alla vita.
- È di sviluppare rapidamente il potere di osservare in tutti e tre mondi simultaneamente.
- È la prontezza al contatto con l’anima .
- È la sensibilità alla “voce del Maestro”.
- È la reattività vivace alle idee nuove e alle delicate reazioni intuitive.
Impersonalità:
Vi è stretta relazione col distacco. È arduo per il discepolo — durante il tirocinio iniziale — restare fedele all’ideale, perseguire con volontà la propria integrazione spirituale e rimanere tuttavia impersonale nei rapporti umani. Egli desidera che la sua lotta e le sue vittorie siano riconosciute, desidera ardentemente che la luce accesa il lui susciti reazione in altri, voglia essere conosciuto come discepolo, si tormenta per dimostrare il potere e la sua capacità di amare, si da evocare ammirazione, o almeno, gettare una sfida; ma nulla accade, egli non è considerato migliore degli altri. La vita perciò non lo soddisfa. È importante invece non interferire e rifiutarsi di criticare ma esprimere amore e felice cooperazione comune. È errato voler assiduamente raddrizzare il fratello o rimproverarlo o tentare di imporgli la propria volontà e opinioni, ma è sempre lecito esprimere idee e dare consiglio.
Le doti psichiche sono:
·Risposta intuitiva alle idee.
·Sensibilità a quanto un Maestro voglia imprimere nella mente del discepolo.
·Pronta risposta alle necessità reali, non una reazione del presso solare, ma alla conoscenza del cuore.
·Osservazione accurata della realtà a livello egoico, esatta percezione mentale, libertà dall’illusione e dalle nebbie astrali, illuminazione del cervello.
·Uso corretto della forza: tipi e qualità d’energie e la loro tessitura creativa, nel servizio esteriore.
·Giusta comprensione del tempo - flusso e riflusso e i periodi favorevoli all’azione - si ottiene con l’attesa paziente e l’eliminazione della fretta.
Polarizzazione mentale (ora si esprime- in due modi):
·Nella meditazione.
· Nel controllo esercitato sul corpo astrale.
Perciò:
· L’atteggiamento meditativo deve essere conservato costantemente con fermezza, senza discesa, per tutto il giorno, senza voltare le spalle al mondo ma affrontarlo: “Sii nel mondo ma non del mondo”.
· Il corpo astrale deve essere l’organo che diffonde l’amore dell’anima;
· Il desiderioì, deve cedere all’aspirazione e questa, a sua volta, deve fondersi nel bene comune; le nebbie astrali, la vita normale e potente della natura emotiva, astrale, del desiderio, dell’annebbiamento deve essere dominata sempre meglio e placata dalla vita dell’anima, tramite la mente.
· Le emozioni normalmente egocentriche e personali devono essere trasmutate, realizzando l’essere universale e impersonale; il corpo astrale deve essere l’organo che diffonde l’amore delle anime; il desiderio deve cedere all’aspirazione e questa a sua volta, deve fondersi nella vita di gruppo e nel bene comune; le nebbie astrali devono dissolversi svelando la Realtà e la pura luce della mente, deve affluire in tutti gli oscuri recessi della natura inferiore (istruzioni non nuove ma non praticate).
I gruppi sono il germe di un grande esperimento, se avranno successo nel corso dei prossimi 275 anni (1925 — 2200):
· Fisseranno in terra certe energie superiori necessarie all’umanità e ancora inattive.
· Svilupperanno i sei poteri supernormali.
· Educheranno i membri dei gruppi a quei rapporti sintetici che caratterizzano la Gerarchia, preparandoli all’iniziazione.
Per un discepolo e per il buon esito del suo lavoro, la meta è un corpo astrale calmo e quiescente, sensibile alle impressioni provenienti dall’anima e dal Maestro e capace di riflettere la visione con la massima precisione di disegno. Poche parole bastano frequentemente, per descrivere la situazione della sua natura inferiore: eccesso di fatica, ribellione emotiva e lucidità mentale.
Quando impareranno i discepoli che l’atteggiamento di “non curarsene” (una forma d’indifferenza divina e una delle tecniche più rapide per sollevare il Sé dalle pretese della personalità?). Non si tratta di applicarla con i rapporti con altri. È l’atteggiamento della loro personalità pensante e integrata nei confronti del corpo astrale. Sono reazioni che sono semplicemente riconosciute, vissute, tollerate ma senza permettere loro di diventare degli ostacoli. Il processo è basato sulla convinzione profonda del persistere dell’essere immortale presente nelle forme dell’anima e della personalità. Vi rammento che come discepoli vi preparate all’iniziazione e che ciò implica:
· Aumento di consapevolezza e di sensibilità all’esperienza, e alla vita in tutte le forme.
· Capacità di fare per altri quante Io (il vostro Maestro) cerca ti fare per voi; ora in modo minore, ma più tardi in altre vite, molto di più.
· Coraggio di conoscere tutto, di realizzare tutto e di amare con saggezza paziente e sincerità inalterabile.
Tre qualità hanno grande importanza e ne siete individualmente responsabili:
·Facilità di rapporto, coltivando due aspetti dell’arte dei rapporti eternamente basati sull’attrazione amorevole.
·Rapporto e contatto con l’anima tramite l’allineamento e la meditazione corretta.
·Rapporto e contatto con i fratelli di gruppo; è la base dell’opera costruttiva comune.
·impersonalità o divina indifferenza senza reazioni personali e la negazione dei pregiudizi, dei più piccoli preconcetti di ogni tradizione, influenza e ambiente della personalità.
· Amore. È la comprensione e l’atteggiamento inclusivi, non critici e magnetici che mantiene l’integrità del gruppo e non permettono che avvenimenti secondari o atteggiamenti personali ne turbino l’azione. …Continua nella cinquantaduesima parte.
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