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cinquantatresima

 

MEDITAZIONE
PARTE CINQUANTATREESIMA

          L’allineamento pone l’uomo personale in condizione di rispondere con ritmo all’anima (l’uomo spirituale sul suo piano) immergendolo nella pace completa e nel silenzio interiore. L’uomo spirituale allora emette una nuova nota, come risposta alla vibrazione inferiore, con effetti nei tre corpi; così l’allineamento del triplice uomo inferiore fa sì che essi siano un’unità coordinata.

I risultati sono la liberazione dai limiti imposti dai corpi e la conseguente possibilità dell’anima di agire sul cervello e illuminarlo per mezzo della mente. Essa ora opera libera e intelligente nei tre mondi per l’unione perfetta fra l’uomo inferiore e il superiore. L’anima e i suoi strumenti sono tutt’uno.

Quando l’anima si manifesta mediante il triplice uomo inferiore, a sua volta consente l’espressione dello spirito. La materia ha ora una vibrazione sincrona con quella dell’anima e ne risulta che - per la prima volta - si sente lo Spirito, perché “la materia è il veicolo dell’anima su questo piano e l’anima quello dello spirito su una più alta voluta”.

La luce spirituale può essere irradiata all’esterno sul campo di conoscenza nei tre mondi; può essere irradiata all’interno e verso l’alto, dove opera la “grande Nuvola di Testimoni”; può essere una “lampada” o un “faro” che illumina la via agli altri.

L’effetto della meditazione è di cambiare le condizioni, d’invocare il potere spirituale, lavorando con la concentrazione sia verticale sia orizzontale, sia nel mondo degli uomini sia nel Regno di Dio. Dobbiamo divenire come lenti biconvesse che concentrano e irradiano l’energia.

Il nostro compito è di divenire ricettivi a quelle forme delle Leggi e dei Principi già creati dalla Gerarchia e di arricchirle col nostro pensiero, incrementare la loro vitalità col nostro volere e amore e irradiarle nel mondo.

Soltanto quando il collegamento tra il mondo inferiore della perso­nalità e la sacra dimora dell’anima è stato compiuto, questa può imprimere i suoi desideri e creare nel mondo del pensiero quelle forme viventi che porteranno aiuto, luce e verità agli altri.

Con l’uso corretto della mente, con la visualizzazione e la proiezione della sua luce, si può far circolare energia mentale nella rete e nella coscienza degli uomini.

Tutte le forme/pensiero della personalità che bloccano, o comunque impegnano il canale di comunicazione tra la mente inferiore e quell’astratta superiore, devono essere rimosse, affinché la corrente della Gerarchia spirituale, che continuamente cerca sbocchi nel mondo, possa fluire nelle nostre menti ed essere registrata nella coscienza cerebrale, mettendoci in grado di riversarla sull’umanità sotto forma di benedizione e d’illuminazione.

Un uomo che ogni giorno si metta a pensare con cura e chiarezza, non solamente migliora i suoi poteri di pensatore, manda nel mondo attorno a sé onde pensiero di aiuto, ma anche sviluppa e migliora la sua stessa materia mentale.

Se il pensatore è di natura spirituale e impersonale, frammisto a sentimenti d’amore e di altruismo, la forma/pensiero s’innalza di sopra del piano mentale, arricchendosi di splendore dei sovrastanti livelli buddhici, acquisendo così pensieri potenti e carichi di una grande forza di bene, quindi è sempre possibile avvicinare il corpo mentale e astrale degli altri con pensieri di aiuto e affetto.

Il discepolo si esprime nel servizio oggettivo e soggettivo (o verticale e orizzontale) raccogliendo intorno a sé quelli che ha il dovere di servire e soccorrere con la forza della sua vita e della sua personalità, resa spirituale. Serve, dimentico di sé, cammina nel mondo con spirito d’abnegazione e non si dà pensiero della grandezza o modestia di ciò che fa, senza preconcetti del proprio valore e utilità. Dal servizio reso come espressione d’amore verso l’umanità si sviluppano la coscienza e il servizio al Piano

            Con la meditazione si partecipa al processo che riflette e corrisponde al ritmo creativo della vita planetaria che si manifesta come allineamento, penetrazione, accostamento a un Centro superiore di conoscenza e contatto con Esso, con l’anima, la Triade, la Gerarchia e il Maestro. Vi è poi un interludio superiore in cui la mente, tenuta ferma nella luce, percepisce una luce più grande e ne è pervasa. Segue la precipitazione, cioè un flusso d’energia conforme a uno scopo e a un modello specifico. Il flusso d’energia è concentrato e indirizzato nell’azione progettata e ciò costituisce l’interludio inferiore in cui il cervello è impregnato e stimolato all’azione.

La mente usa come veicolo la personalità. Essa ha come specialità la capacità di legare insieme le percezioni unendovi le varie sensazioni in una sola. Quest’attività del corpo mentale agisce su quello astrale, il quale a sua volta agisce sull’eterico e sul denso. Il pensare al lato forma è stabilire delle relazioni fra queste immagini; dal lato Vita consiste nelle corrispondenti modificazioni che avvengono nell’interno del conoscitore stesso.

Da manas proviene il senso di libertà, la certezza di poter diri­gere se stessi, e di dominare con la materia superiore quella inferiore, per quanto quest’ultima possa ribellarsi e lottare.

La personalità è l’amalgama di energia mentale ed emotiva con la forza vitale, tutte e tre mascherate, celate e anche rivelate da un involucro esterno, cioè da una forma di materia fisica concreta, quest’ultima caricata di energia negativa. La loro fusione causa quel senso d’individualità che giustifica l’uso dell’“io” e rife­risce a sé ogni evento. Questo ente centrale e consapevole, quando esiste, adopera la mente, reagisce in maniera sensoria tramite il veicolo emotivo, infonde energia sul fisico denso (mediante l’eterico) e si chiama personalità.

         Personalità è uno stato di coscienza dominata dalla mente ed è superata quando questa perde il predominio; poiché la mente individuale è parte integrante dell’universale e il principio mentale è inerente a tutte le forme e individualità.

Continua

 

 



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