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cinquantasei

 

INSEGNAMENTI
PARTE CINQUANTASEIESIMA

 DISCEPOLATO E INIZIAZIONE

 L’eresia della separazione 

    L’umanità è preda delle abitudini; potremo dire che la maggioranza degli esseri umani sono schiavi virtuali e non sanno quel che fanno; ma non appena si liberano delle loro catene, dimostrano bellezza, bontà e benevolenza. 

Amare i nemici significa lasciare che essi sbaglino, perché hanno il diritto di fare le loro amare esperienze, pagandone le conseguenze karmiche

Non esistono uomini cattivi ma malati, curabili con amore e dedizione da parte dei fratelli maggiori, sapen­do che la chiave è la conoscenza del vero , la bontà incarnata, pronto dentro di loro. Trasformiamo i cosi detti nemici in amici elevandoli nella luce. Per eliminare la separatività bisogna essere vigili e consapevoli, ed elevarsi sui livelli mentali superiori, vedendo le cose come sono veramente. 

La consapevolezza o illuminazione permette di osservare i piccoli, che si agitano come creature incoscienti, dandoci quel senso di compassione amorevole, quale molla per proseguire il servizio con il cuore gonfio di comprensione. 

Ora il centro interiore non può più essere separato dall’esteriore, perché gli uomini, dalla notte dei tempi, han­no sempre cercato l’Osservatore  silenzioso con svariati mezzi. Perciò è venuto il momento di creare l’antahkarana di gruppo che unisca l’uomo alla sua fonte interiore di pote­re. La scienza dell’anima è uno studio delle tecniche per il processo di costruzione di questo ponte. 

Strano a dirsi ma anche quelli che pretendono di conosce­re la verità e di insegnarla, fanno del separatismo, perché nessuno sa cos’è la verità; persino il Maestro Gesù a questa richiesta rispondeva con un silenzio provocatorio. La croce è il simbolo del Sentiero che congiunge l’uomo al mondo interiore, l’umanità a Dio. 

L’inclusività è il sintomo che l’essere umano ha acquisi­to il senso di responsabilità, la volontà di servire, la ca­pacità di soggiogare la personalità e di vivere intelligentemente per il bene dell’umanità. 

Il compagno ha il diritto di agire nel modo che lui ritiene più opportuno. Solo un compagno libero può essere un vero compagno. Egli non è una nostra proprietà, siamo entrambi impegnati a costruire con la comprensione la fratellanza, e ciò che ci può condizionare è soltanto la méta più alta ver­so la quale tendiamo. Dobbiamo esprimere la luce, l’amore e la bellezza, ognuno a modo suo, separandoci soltanto dalle limitazioni della nostra personalità. 

Criticare vuol dire imporre il proprio volere agli altri. L’aiuto può essere prestato solo se c’è richiesto, usando l’ammirazione per ogni atto spirituale, perché aumentano l’energia di entrambi le anime, creando così più gioia, più amore e più compassione. Vediamo sempre il meglio nel proprio fratello! 

Essere grato verso qualcuno, vuol dire apprezzarlo, ricor­dando le buone azioni, sentimenti, pensieri e qualità dei compagni. La gratitudine deve essere estesa a tutta la creazione, ammirando e apprezzando la vita nelle sue molteplici espressioni, vedendo la divina Presenza in ogni creatura che respira; la gratitudine libera in noi energie costruttive. 

Il senso di responsabilità è la consapevolezza di essere uno con l’altro; in pratica ci si deve chiedere se le nostre espressioni aumentano nell’altro la felicità, la gioia, la luce e la salute. Dobbiamo dirci che tutto ciò che è bene per lui e bene anche per noi, in caso contrario ne ritardiamo e ne impediamo il progresso. Non apparteniamo a noi stessi, ma gli uni agli altri. Uniamoci alle forze costruttive e a quelle della luce, eliminando così anche il più piccolo movente egoistico! 

Il nuovo ordine mondiale non può basarsi sulla separatività, infatti, l’umanità va verso la globalizzazione, ciò è riscontrabile nell’eterico della terra, tramite il quale le energie dei mass-media agiscono, accorciando il tempo e lo spazio e riunendo il genere umano in un villaggio globale. 

I corsi e i ricorsi della storia si alternano nel tempo. Un evento straordinario sta accadendo in Occidente: l’esodo di una grande massa di persone che dai popoli economicamente meno sviluppati si riversa negli stati più “progrediti”. 

Ci sarà un salutare rimescolamento di razze che ci porterà nuovi modi di pensare, di vivere e di essere. In un primo momento ci saranno reazioni negative, rivolte, razzismo e opposizioni, ma tutto andrà a buon fine, perché l’evoluzione mentale dell’Occidentale, pian piano, esprimerà tolleranza, comprensione e soccorso in tutti i campi.  Non solo, ma sarà costretto, per attenuare l’invasione, a prendere accordi con i governanti dei paesi infelici, per distribuire equamente il loro surplus di ricchezza. Dovrà accettarli perdonando i loro errori ed eliminando ogni separatività e concedendo l’inserimento alla pari con i pro­pri cittadini. 

Austero è chi vive in modo essenziale eliminando il superfluo, senza ostentazioni, siano esse fisiche intellettuali e spirituali, una vita senza fronzoli, eccessi e vistosità, con ritegno, parco ed equilibrato in tutto; perché capisce la vera natura del sacrificio, e agisce di conseguenza con abnegazione, consacrandosi a servire il Genere umano. Rinuncia ogni giorno a piccole cose preparandosi alla grande Rinuncia, ma senza abbandonare tutto ciò che rende la vita degna di essere vissuta, perché ogni cosa fa parte di un Aspetto divino. CONTINUA. 

 



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