SERVIZIO PARTE CINQUANTASETTESIMA SERVIZIO DEL PIANO
Dipartimento gerarchico dell’educazione Filosofia.
PRIMA PARTE DI DUE.
Mitologia.
I miti esistono sin dai primordi delle varie culture della Terra, agli inizi della storia, molto prima che si venissero a creare le scienze, le arti e le religioni. I miti sono racconti archetipici in cui operano i simboli, cioè analogie profonde delle leggi dell’esistenza, espresse in un linguaggio visivo: le immagini giocano un ruolo fondamentale perché non esisteva ancora il linguaggio astratto dei concetti e delle formule. I simboli sono un linguaggio profondo, tipico del sogno e dell’inconscio, vicino alla coscienza crepuscolare della preistoria umana e alla natura stessa.
È emozionante, a distanza di millenni, ritrovare in questi antichi miti il medesimo senso che troviamo nelle conoscenze che la scienza sembra aver scoperto negli ultimi secoli.
Mi limiterò a citarne alcuni tra gli innumerevoli miti sulla creazione: Il Tao generò l’Uno, l’Uno generò i Due, il Due generò il Tre, e il Tre generò i diecimila esseri. Lao Tzu, dal Tao Te Ching. E nel grembo infinito di Erebo, la notte delle nere ali partorì dapprima l’Uovo senza germe, dal quale, col volgere dei tempi, nacque l’amato Eros dalle spalle splendenti per le ali d’oro, simile ai veloci turbini del vento. Primo dei Frammenti Orfici. L’uovo d’oro è prodotto dall’immanifesto: La Terra con le sue sette isole, e tutti gli altri mondi, sono nell’uovo. Sankaracharya nell’introduzione alla Bhagavad Gita dice: “Al principio del mondo la Dea Durga era sola”. “Lei depose l’uovo del mondo”. Dalla Bhavricha Upanishad.
I miti della creazione sono una costante della maggior parte delle antiche religioni e filosofie. Gli elementi archetipici in gioco sono: il Vuoto, l’Essere (l’Uovo), la fecondazione e la conseguente generazione-creazione di tutti i mondi e le creature. E la sequenza numerica mistica: Zero, Uno, Due, Tre, Sette, Molti. La concezione più diffusa è che, all’origine, ci fosse solo il grande vuoto del non-essere, il silenzio, la vasta illimitata notte del nulla; da essa nacque la prima coscienza/essere/luce, da cui, come in un grande gioco di processi a catena, si svilupparono tutte le energie, qualità/colori-forme delle cose e degli esseri viventi.
Dio immanente.
Cominciamo a domandarci presuntuosamente: chi è Dio? Dio Trascendente è sopra la nostra comprensione. Apparentemente è esterno alla creazione, ciò non toglie che includa Tutto. Tentare di saperne di più sarebbe sinceramente presuntuoso; però possiamo conoscere, nei limiti del possibile, Dio Immanente in ogni forma. Egli governa le condizioni e si esprime dall’interno di tutto ciò che esiste.
Dal punto di vista della verità esoterica, i Cieli, le Costellazioni, i Segni e i Pianeti sono Vite incarnate ed espressione della vita, della qualità, del Proposito e dell’intento degli Esseri che li hanno portati in manifestazione. Ciò non significa che esistono più Dei perché il minore è il riflesso del maggiore e tutti sono il riflesso dell’Unico e solo Dio.
Tutti questi corpi celesti, queste “vite incarnate” rappresentano i centri di energia del corpo dell’Entità che chiamiamo Spazio; così che l’intero universo è una vivente rete di centri di energia collegati da correnti e radiazioni che s’intersecano. Al nostro modesto livello, proprio qui sul Pianeta Terra, siamo un’esatta rappresentazione di quella struttura di energie.
L’Entità che conforma il nostro Pianeta lo chiamiamo convenzionalmente il Logos planetario o Dio del Pianeta. Egli evolve mediante il Pianeta, come l’uomo attraverso il suo corpo fisico. L’aspetto personalizzato del nostro Logos è Sanat Kumara, il Quale è la Grande Vita in Cui viviamo, ci muoviamo e abbiamo il nostro essere. Questa Vita è la vera Luce del Mondo e l’illuminatore planetario, che tiene in vita tutti gli uomini e che sta portando tutta la Creazione lungo il Sentiero dell’Evoluzione, a conseguimento del Suo Proposito e del Suo fine. Perciò, chi veramente evolve è Lui, e naturalmente anche noi, trascinati in avanti dalla Sua spinta, quindi, è ovvio che abbiamo dei doveri nei suoi riguardi. Continua...
|