INSEGNAMENTI
PARTE SESSANTADUESIMA
…“Noi consideriamo la Vita come la Forma Una dell’Esistenza, che si manifesta in ciò che chiamiamo materia o in ciò che, separandoli a torto, chiamiamo nell’uomo Spirito, Anima e Materia. La materia è il veicolo che manifesta l’anima in questo piano, l’anima è il veicolo, a livello superiore, per manifestare lo spirito e questi sono una Trinità manifestata dalla Vita, che tutti li pervade”.
Esiste l’Essere che è la vita del Pianeta, Colui in cui viviamo, ci muoviamo e siamo; questo insieme di vite organizzate è talvolta chiamato Logos planetario, talora l’Antico dei Giorni oppure Dio o anche la Vita Una.
Il Principio Vita è la Volontà dirigente, il proposito, l’incentivo fondamentale. L’accesso alla Vita è dato se si subordina ciò che è personale, esercitando la magia della Fratellanza Bianca, operando sempre alla luce dell’anima e con l’anima di tutte le forme, senza curare le mire ambiziose del sé minore. Per vivere l’aspetto Vita nel discepolo deve affluire non solo la coscienza, ma anche l’energia spirituale che lo renderà strumento della Vita divina, nonché custode di forze da trattenere e usare a beneficio degli altri regni naturali ed interiori.
Si comprenderà l’aspetto Vita quando si sarà perso ogni senso di separazione e — identificati con la vita, appunto, e non con la forma — penetrati alquanto nella coscienza del Logos planetario, tanto da sentirne il destino e vederne, a barlumi, la meraviglia della Sua gloria.
Per penetrare la vita, il discepolo deve perfezionare l’attenzione mentale e, usando bene la mente, realizzare lo sviluppo della facoltà superiore che è l’intuizione. Essa “è quella specie di simpatia intellettuale per cui ci si trasporta nell’interno dell’oggetto, per coincidere con ciò che ha di unico e di conseguenza d’inesprimibile”. Eccone la progressione:
I. L’attività mentale rivela il dualismo e tende a realizzare che, qui e ora, sono una cosa sola. Il suo scopo è di unificare il Sé al Non/sé. Egli allora cessa d’identificarsi con la forma.
2. La mente, usata a dovere, registra il mondo dei fenomeni e quello dell’anima, due aspetti della Vita Una. La mente si fa sensibile anche al regno dell’anima.
3. In seguito l’anima ed il suo strumento si fondono così bene che il dualismo scompare e l’Ego si riconosce come tutto ciò che è, che è stato e che sarà.
Una della prime lezioni che il discepolo deve apprendere mentre si dedica alla natura e all’uso della mente, è che l’opinione pubblica deve lasciare il posto alla coscienza del diritto individuale, usata e concentrata in modo da rivelarsi poi nelle sue debite proporzioni come germe vivente capace di sbocciare nel fiore divino del figlio della mente, il Manasaputra, e come quel filo sottile che riporta nel reame della Mente Universale. Se seguito, questo filo di coscienza conduce all’Aula del Consiglio dove si custodiscono il Proposito e il Piano della Vita maggiore, dove gli egoismi umani svaniscono nella luce trasparente della Volontà divina. La vera comprensione e il retto uso e controllo della natura astrale guidano l’uomo nel cuore stesso del divino ad apprendervi che tutto è bene, poiché tutto è Amore. L’uso giusto della mente e l’esatta conoscenza dell’intelletto, lo conducono nella mente divina ove apprende che tutto è bene poiché tutto è previsto e le mete sono tutte conseguite… Continua.
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