SERVIZIO
PARTE SESSANTAQUATTRESIMA
SERVIZIO AL PIANO
DIPARTIMENTO GERARCHICO DELL’EDUCAZIONE
Arte e Cultura
Seconda parte di due.
La nuova Cultura
I principi e i metodi della nuova cultura si conformano male ai modelli interpretativi tradizionali, e richiedono, per essere davvero compresi, una sincera disponibilità ad ascoltare e “assaggiare”, senza fretta di giudicare: solo andando oltre gli schemi e i criteri abituali possiamo cogliere quel quid di novità che in ogni ambito non familiare porta con sé.
La nuova cultura non è una religione, pur se profondamente spirituale; piuttosto una nuova visione della spiritualità e del sacro che non rimane confinata in un’unica dottrina, ma che spazia sull’intero pianeta e rende onore a tutte le realtà religiose, ricercando le verità più profonde di ognuna. La possiamo considerare anche come la ricerca di un mondo migliore, basato su un nuovo modo di concepire il senso della vita, di vivere la spiritualità, di intendere il rapporto fra l’uomo e l’universo.
Questa nuova visione del mondo, sorge spontaneamente dal basso, da un numero crescente d’individui, naturalmente ispirati dall’alto, che non si riconoscono più nella vecchia cultura, nella sterile contrapposizione tra materialismo e spiritualismo, nelle mille divisioni create dall’eccesso di razionalismo. Essa è semmai una nuova sensibilità culturale e spirituale, che pone al centro l’essere umano, puntando alla sua crescita spirituale.
Tra le varie definizioni di questo fenomeno culturale, una delle più appropriate e suggestive è quella di nuovo rinascimento planetario, grazie al processo di globalizzazione planetaria. Il nuovo rinascimento dovrà quindi essere anche un rinascimento dell’essere, volto a riequilibrare questa situazione, ponendo attenzione non solo alla conoscenza esteriore ma anche a quella interiore.
Una delle conseguenze più importanti di tale confronto, consapevole o no, è il nascere di un forte senso di relativismo socioculturale, cioè la consapevolezza che niente è vero in assoluto e che sono possibili (e legittimi) molteplici punti di vista e modalità di approccio riguardo a uno stesso problema, situazione, questione. Ne derivano due importanti corollari: 1) la possibilità, tramite il confronto con altre culture, di rendersi conto dei limiti della propria cultura di appartenenza e quindi liberarsi da credenze false e valori superati; 2) la possibilità di prendere il meglio da ogni altra cultura, intendendo con “cultura” le conoscenze e consuetudini di un popolo, ivi inclusa scienza, filosofia e religione.
La nuova cultura è consapevole delle grandi implicazioni positive insite nella multiculturalità, e si propone come cornice unificante che collega tra loro diverse visioni del mondo facendole convergere verso l’obiettivo di un uomo migliore per un mondo migliore. Infatti uno dei motti della nuova cultura recita: unità nella diversità. Vi è infatti un grande rispetto delle differenze e la propensione a una coesistenza pacifica di paradigmi diversi, religioni diverse, culture diverse. Al contempo vi è una forte tendenza all’unione, all’unità, che si manifesta nella ricerca dei punti di contatto e delle somiglianze tra le diverse culture e religioni.
Va sottolineato che ci sono molteplici vie, non di un’unica via, coerentemente al carattere pluralistico e di grande apertura di questa cultura emergente, che non ha la presunzione di essere l’unica depositaria della verità, ma è anzi caratterizzata dalla consapevolezza che possono esserci vie diverse per raggiungere uno stesso obiettivo. Infatti non viene richiesta alcuna forma di fede circa i dogmi non verificabili ma si sollecita anzi un approccio pragmatico e critico, con una verifica diretta, personale, di ogni metodo e concetto proposto.
La nuova cultura ha una grande sensibilità e attenzione nei confronti del sociale, che viene però visto non più come qualcosa da cambiare dall’alto, con leggi e norme morali, ma piuttosto da far evolvere dal basso, quale risultante dell’insieme degli individui che lo compongono: più elevato il livello di consapevolezza e responsabilità dei singoli, maggiore il livello qualitativo della società che esprimono. Più in particolare, si ritiene che al crescere del numero di individui interiormente liberi e auto/responsabili, anche i riflessi della società diverranno via via più tangibili, fino al punto in cui, superata una certa soglia, o massa critica, si dovrebbe verificare una reazione a catena che “contagerà” anche la così detta “maggioranza silenziosa”, producendo mutamenti su larga scala.
Nella nuova cultura ciò che era esoterico (cioè “per pochi”) diviene exoterico (per tutti) e l’occulto (vale a dire nascosto) esce alla luce del sole; e così, per la prima volta nella storia a noi nota, l’individuo ha la possibilità di esplorare personalmente una così grande quantità di percorsi, in modo da trovare quello che risuona maggiormente con lui. Però, è opportuno impegnarsi ma senza attaccarsi, senza identificarsi né con i metodi né con gli istruttori. Questa è una sfida dell’epoca attuale: vivere con grande intensità il qui e ora, impegnarsi con totalità in ciò che facciamo senza però creare attaccamento, restando fluidi e pronti a rinnovarsi costantemente.
È nata una nuova musica costituita da sonorità e ritmo per lo più tranquilli, intimi, che evocano stati d’animo particolari, adatti per riposare, per meditare, per sognare, per guarire e guarirsi. Ne nasce una musicalità tutta nuova e piena di fascino che unisce alle voci e agli strumenti musicali i canti degli animali e i suoni della natura. Dunque una musica che ben si integra con la meditazione, l’introspezione, l’armonia con gli altri, il contatto con l’ecosistema, definita “musica per ascoltarsi dentro” e viene anche largamente impiegata come supporto a molte terapie alternative, riconnettendoci ai piani più elevati dell’Esistenza.
La cultura emergente è un movimento spontaneo, anzi una pluralità di movimenti spontanei, che emergono dal disgregarsi progressivo del vecchio ordine e operano per un nuovo, più aperto, libero e soddisfacente stato di cose. Essa non è assimilabile ad una organizzazione, ad una ideologia o dottrina. Il modello che è forse meglio in grado di descrivere questo fenomeno è quello di rete di collegamento – o network – venuto alla ribalta con internet, che può essere preso a modello per una nuova forma di organismo sociale, più fluida e creativa, e soprattutto più rispettosa delle esigenze del singolo individuo dei gruppi e delle minoranze.
Come sistema aperto il network si mantiene in equilibrio in base alla sua costante fluttuazione e trasformazione e ciò spiega il suo enorme sviluppo nella società attuale, la sua propensione alla collaborazione e non alla competitività. Esso comprende sia una dimensione tecnica sia una dimensione spirituale: è lo strumento più adeguato per relazioni di tipo globale ma rappresenta anche una forma di unione “mistica”; è la metafora della nuova epoca della coscienza poiché evoluzione e interconnessione sono, nella visione globale, due facce della stessa medaglia.
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