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sessantasette

 

 

 

 

 

 

INSEGNAMENTI

PARTE SESSANTASETTESIMA

 

L’anima dal punto di vista della magia bianca e della meditazione occulta.

 

        Il     mago bianco è in contatto con l’anima e ne riceve consapevolmente, il proposito ed il piano divino e registra nel cervello fisico le impressioni captate dal regno spirituale. La magia opera dall’alto in basso ed è effetto della vibrazione solare e quindi dell’energia egica, esso è esente perciò da impulsi emotivi e mentali. L’energia affluisce dall’anima per effetto del raccoglimento inte­riore costante, dalla sua intensa comunicazione con la mente ed il cervello e sulla continua meditazione sul disegno evolutivo.

L’uomo è un mago bianco quando la comunicazione fra l’anima ed il suo srumento è cosciente e stabile. L’anima governa la personalità mediante il sutratma o filo della vita e stabilisce la comunicazione con il cervello infondendo nell’uomo attività fisica intelligente.

L’anima è in continua meditazione la quale è ritmica e ciclica, essa respira e la forma ne trae la vita. Flusso e riflusso esistono in tutta la natura e quando ci si adatta alle maree della vita dell’anima, ci si accorge che un flusso vivi­ficante e stimolante è sempre seguito da un riflusso altrettanto certo e inevitabile quanto le immutabili leggi delle forze.

È bene domandarsi: sono in bassa marea o sulla cresta dell’energia dell’anima? Attraverso un periodo temporaneo di quiescenza, che prelude ad uno sforzo maggiore o subisco un ciclo d’afflusso di forze? Le stesse domande valgono nel servizio verso gli altri e in quest’ultimo caso si tratta di aiutarli a ben dirigere e utilizzare l’energia, che altrimenti provocherebbe il fallimento della vita, anziché un servizio pieno e fecondo.

Nella vita del discepolo gli impulsi periodici sono più frequenti, rapidi e potenti che per l’uomo ordinario e si alternano con velocità sconcertante. Talvolta il discepolo marcia nella luce del sole, altre volte nel buio; talvolta sperimenta la gioia della comunione perfetta, talora tutto gli appare opaco e sterile; in certe occasioni il servizio gli pare fertile e soddisfacente e crede di prestare aiuto efficace; in altre gli sembra di non avere nulla da offrire e che i suoi sforzi siano aridi ed infruttuosi. Certi giorni tutto gli e chiaro, come se contemplasse da una vetta un paesaggio assolato, tutto è luminoso ai suoi occhi. Sa e sente di essere un figlio di Dio. Ma poi appaiono nuvole e non è più sicuro di nulla, come senza conoscenza. Torna poi nella luce del sole, quasi sopraffatto dal fulgore e dal calore di quei raggi e si domanda quanto dureranno quelle oscillazioni, quel violento alternarsi di esperienze opposte.

 

Ma quando vede che sono effetti prodotti dagli impulsi ritmici della meditazione egoica, ne comprende il senso e si accorge che è la forma che reagisce in modo disuguale all’energia. Impara allora che qualora fosse capace d’identificarsi con l’anima e di salire a volon­tà a quelle “altezze”, le fluttuazioni della forma non lo toccherebbero più. Trova il sentiero che lo conduce dalla vita fisica al reame dell’anima e s’accorge che se lo percorre con costanza esce dal mutevole tmondo dei sensi nella luce chiara del giorno e della realtà.

 

            La vita della forma diviene allora un campo di servizio e non più di percezioni sensorie mirate a vivere come anima. Gli impulsi ciclici che essa emette saranno allora qualcosa di cui voi stessi siete responsabili e che irradiate; saprete di essere la causa e non più soggetti agli effetti.

 

L’Angelo solare, cioè l’anima, si prepara a fare dell’uomo un’entità spirituale ricca di esperienze acquisite nella famiglia umana. Essa si riorienta in modo da rivolgere il suo potere nel mondo dell’uomo. Deve assicurare il contatto fra l’aspetto inferiore della sua triplice natura e quello che già si è allogato nel cervello umano. Deve unire l’attività intelligente all’amore - saggezza e ciò a livello fisico. A tal fine si pone in meditazione profonda assieme a tutte le anime che dispongono di uno strumento ormai rispondente. È la base della meditazione collettiva, è quello stato che in oriente chiamano Samadhi, altro non è che il partecipare, quale anima, a quella meditazione e a quel ciclo di servizio che si esprime nelle attività della Gerarchia planetaria.

    La mente razionale e l’astratta sono unite e mosse dall’amore. L’anima che manifesta amore e intelligenza astratta è unita allo strumento fisico mediante il cervello e allora l’uomo inferiore medita in sincronia con essa, perché l’anima umana cerca il contatto con un diverso aspetto divino. Cercate con diligenza e perseveranza che mente e cervello siano in condizioni tali che possiate sgusciare fuori dalla vostra meditazione e (obliando i vostri pensieri) essere l’anima, il Pensatore nel suo reame.

L’obiettivo fondamentale della meditazione è di favorire il prodursi dell’allineamento e così permettere il contatto con il Sé superiore per realizzare l’assoluta necessità del dominio dell’Ego sulla personalità. L’atto elementare per conseguire ciò è il controllo della mente.

 

Continua…

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 



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