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MEDITAZIONE

PARTE SETTANTESIMA

 

 

 

MEDITAZIONE

 

1.    Dedica cinque minuti all’allineamento cosciente e al ritirar­si della coscienza nel più alto punto possibile.

 

2.    Cinque minuti di completo silenzio sia interiore, che esteriore. La respirazione corretta ti aiuterà moltissimo.

 

3.    Quindi, inauditamente e in quel silenzio, intona la parola sacra e ascolta come se fosse emessa dall’anima, che la esala e, attraverso i tre corpi, la diffonde nel mondo con amore e potere.

 

4.    Tenendo in mente il tenore generale delle mie istruzioni scegli sei brevi passaggi, quali pensieri seme. Scegli da qualunque fonte. Le ho scelte perché — se ben usate e comprese — possono accentrare l’energia spirituale, infrangendo gli ostacoli e purificando, come benefica corrente, la personalità.

Tu vuoi essere un canale e servire in maniera adeguata. Lo so. Lascia dunque che “le forze della luce” attuino la loro volontà nella tua vita, anche se scopri, con sorpresa, aspetti sconosciuti di te, buoni e cattivi, di cui non sei ancora consapevole.

·         Un muro di pietra. Un corso d’acqua purificante, e quindi la visione. Il pellegrino canta: “Sto nell’amore”.

·         Una barca sul mare blu. L’onda della marea. Poi la calma. Il barcaiolo canta: “Mi ha portato la tempesta”.

·         La vetta di una montagna. Neve illuminata dal sole. Un gruppo di pellegrini in salita. Uno di loro canta: “Nell’amore percorriamo la via”.

·         Tre uccelli su un albero. Vento arido e pioggia a ro­vesci, e quindi l’usignolo, che canta presso il cuore di Dio.

·         Un cancello di bronzo. Un portale dorato. Una porta d’avorio. Tre cancelli, di cui due chiusi, Passa, o Pellegrino, per la porta aperta.

·         L’aurora: una fresca brezza, un raggio di luce. Un pellegrino stanco, ancora la visione. Egli canta: “Sto nell’amore per sempre.

 

 5.      Eleva mentalmente nella luce i tuoi compagni e vedi tutto il gruppo come unità, tenuto insieme dall’amore, dalla comprensione reciproca, dalla visione collettiva e dal servizio prestato in comune. 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 



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