INSEGNAMENTI
PARTE SETTANTADUESIMA
…Quando si cammina letteralmente nella luce dell’anima, e la luce del sole ci attraversa, mostrando il sentiero, appare nello stesso tempo il Piano. Egli si accorge d’un tratto che il Grande Disegno è ancora ben lungi dall’essere realizzato. Si accorge inoltre di un’energia che gli è nuova, e impara a lavorare in un campo diverso. Il regno della mente gli si para dinnanzi e scopre di poter distinguere tra emozione e pensiero. Si accorge inoltre che può costringere la mente a dirigere e che le forze senzienti obbediscono agli stimoli. Ciò è ottenuto dalla “luce della ragione”, sempre presente nell’uomo, ma chiara e potente solo quando la si conosce e percepisce in senso sia fenomenico che intuitivo.
Con la facoltà dell'intuizione, dote caratteristica dell’anima, lo stato del discepolo cambia e assume il controllo volontario e intelligente del proprio strumento soggettivo, impara a capire gli scopi per i quali esiste e può essere d’ausilio in un gruppo di un Maestro.
I discepoli, nel gruppo di un Maestro, hanno la missione di eseguire il Piano, pertanto, grazie alla ricettività ottenuta dai loro corpi mentali, educati e sotto controllo, divengono consapevoli delle idee che i Maestri introducono provenienti dalla Mente Universale e possono collaborare con intelligenza. Essi si adattano fra la vita e la forma essendo ricettivi alla Mente del Maestro e avendo coltivato la giusta comprensione intuitiva dei Suoi pensieri; rivestono i concetti ricevuti con forme adatte a coloro che si è impegnato a soccorrere, usando il suono, la luce e la vibrazione per attirare la Sua forma pensiero (includendo quel tanto che basta di Pensiero Universale) perché entri in contatto con le menti altrui.
Quando si è capaci di creare e utilizzare la materia mentale e attuare in tal modo i propositi della Mente Universale, ispirati dall’amore infinito, espressione della Vita Una, si può cooperare coscientemente con la Gerarchia, con il controllo cosciente di accentrarsi a volontà sia nell’anima che nella forma. L’aspirante potrà dire che “essere nel corpo o fuori del corpo” non è cosa che importi. Sarà il servizio a determinare dove il Sé si concentra, ma sarà sempre lo stesso Sé, sia temporaneamente svincolato dalla forma o immerso in essa, che agisce con aspetti diversi. L’uomo spirituale intende promuovere il Piano immedesimandosi nella Mente Divina. Attestato nel punto d’incontro, realizza la divinità e, ciò fatto, si concentra sulla propria forma mentale che lo pone in rapporto con la Mente Universale, talora nei limiti per poter conoscere e servire: cerca i cuori degli uomini per ispirarli dal cuore profondo dell’essere spirituale, riafferma la propria divinità e, identificandosi temporaneamente con l’organismo della percezione sensoriale ed emotiva, si unifica all’apparato senziente della manifestazione divina, che effonde l’amore in tutte le forme fisiche.
Collabora all’esecuzione del Piano nel mondo esteriore; sa che le forme sono prodotte da energia ben usata e diretta, nella perfetta coscienza di essere un figlio di Dio, realizzando così con potenza mentale quanto ciò significhi; concentra le forze nel corpo eterico e diventa punto focale per trasmettere energia divina e quindi edifica in armonia con le forze costruttive del Cosmo. Il suo pensiero illuminato ed il suo desiderio santificato, scendono nel corpo eterico, e in tal guisa opera con devozione intelligente.
Per l’uomo la Mente universale può essere compresa solo per quanto si esprime per mezzo della mente concreta, astratta e intuitiva. La mente concreta ha la facoltà di costruire forme (i pensieri sono cose). L’astratta invece predispone il modulo su cui sarà plasmata la forma. L’intuizione o ragione pura, è la facoltà che pone in contatto con la Mente universale e comprende il Piano in modo sintetico, conosce le idee divine e isola una qualche verità pura e fondamentale.
I discepoli fino alla terza iniziazione devono operare solo con l’energia mentale nello sforzo di dominarla, farsene padroni e quindi adoperarla. Essi si concentrano nel trasmettere dai livelli dell’Ego la volontà dell’anima che dev’essere imposta sulla personalità finché questa non le obbedisca come un automa. Allora l’intuizione governa sulla forma cioè sulla personalità, agiscono energie provenienti dal Piano intuitivo o buddhico. Quando l’intuito comincia a risvegliarsi, s’impara cosa significhi l’illuminazione. Fino a dopo la terza iniziazione il fattore dominante è la mente rischiarata e non ancora la pura percezione intuitiva. Intuito, visione pura, conoscenza diretta e capacità di usare le energie indifferenziate della Mente universale, sono le doti principali degli adepti ariani. (Tutta l’umanità è una sola razza – la razza dell’umanità). Continua…
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