SERVIZIO
PARTE SETTANTATREESIMA
servizio tramite…Rinuncia
Le difficoltà attuali sono in gran parte dovute al fatto che in passato è mancata la percezione intuitiva, e per colpa più dei mistici che dei semplici aspiranti. Ciò non è stato per assenza di idealismo, o per poca intelligenza e sincerità, ma perché non si è mai fatto sacrificio della personalità per comprovare la realtà della percezione intuitiva. Si è ricorsi al compromesso, e ciò nel mondo interiore è proibito. Si è voluto adattare la verità ai tempi, anziché questi a quella, ed usare diplomazia per attuarne quel tanto reputato opportuno. Ma i Maestri cercano uomini che oltre ad avere chiara la visione sappiano anche agire senza compromessi alla verità conosciuta, e avanzare con costanza verso l’ideale.
Parte della missione del Cristo fu di inculcare nell’uomo, con l’esempio, l’insegnamento e l’altruismo, il servizio, e uno degli effetti che se ne ottennero fu lo spirito di sacrificio. Fu un successo secondo i fini della Gerarchia, poiché lo spirito cristiano significò un rivolgimento delle cose celesti. Ne derivarono purezza di movente e inclinazione al servizio, caratteristica mai notata fin dalle antichità più remote.
L’Anima
L’anima non ha destino individuale, poiché è immersa nell’uno. Il suo destino è collettivo, il suo desiderio è l’esecuzione del grande Progetto, il suo volere è la gloria del Logos incarnato.
Nostro compito è integrare la personalità, per pervenire alla completa consapevolezza del sé entrostante, poi usarla e infine sacrificarla al bene comune, e così sperdere il sé minore nell’unico Sé e fondere (in modo volontario e cosciente) l’anima individuale con la Super anima.
“Io sono” — grida l’essere umano; “Io sono ciò” — grida la personalità che avverte il Sé e vuole esprimere la volontà dell’entità interiore, la vera persona. “Io sono ciò che sono” — grida l’anima individuale quando si sperde nel Tutto e si accorge di essere una cosa sola con l’anima del Tutto.
Idealismo, servizio per il bene comune e sacrificio sono le tre caratteristiche delle personalità che si fanno sempre più sensibili all’anima, le cui qualità sono appunto conoscenza, amore e abnegazione. Allorché, per unico obiettivo, restano il servizio, l’impersonalità, la sottomissione all’unico Sé e il sacrificio per il bene generale, si è ormai degni di essere accolti in quel gruppo di mistici e conoscitori che, nel mondo fisico, riflette la Gerarchia planetaria.
Affinché, l’impresa del Nuovo Gruppo dei Servitori del Mondo riesca, è indispensabile che si reagisca alla visione o avere scorto un frammento del piano, rinnovare la consacrazione a servire il genere umano, impegnare con tutte le risorse e prestare soccorso a chiunque serva in tal modo e sacrifichi tempo e denaro per assecondare i disegni dei Grandi. Soprattutto, non cessare di meditazione, tenere saldo il contatto interiore, pensare sempre la verità. Si può essere utili solo se si comprende la vera natura del sacrificio e agire con abilità e distacco. La parola “sacrificio” deriva dal latino “sacrum facere” che significa rendere sacre le cose.
I Maestri
I grandi Esseri che sanno, vedono e odono (e sanno di sapere) sentono il “dolore” della limitazione cosciente dell’essere umano. Essi sanno che, prima di essere imprigionati nella forma, il dolore non esisteva. Malattia, morte e corruzione non li toccavano. Possedevano le ricchezze dell’universo e ignoravano ogni perdita. Bisogna ricordare però che la Legge del Sacrificio è sempre seguita dalla Legge di Ri-appropriazione spirituale.
Lavoro di gruppo
Il lavoro di gruppo implica sacrificio, e spesso cose sgradevoli e modalità espressive che, per la personalità, possono non essere le più agevoli. Il gruppo deve essere capace di stare saldo e senza barriere tra i suoi membri. Comporta necessariamente il sacrificio di reazioni, ideali e piani personali, che potrebbero separare i discepoli. “Il senso di responsabilità splende con tremule fiamme in ogni anima che abbia cercato e attuato l’allineamento”. Bisogna ravvivarle in un fuoco costante in tutte le anime che si incontrano. Il senso di sacrificio arde fioco in tutte le anime che amano il Piano e insegna loro che il sacrificio deve essere dedizione e non l’evocare ciò che sta in superficie o che può essere conosciuto. Il sacrificio invisibile deve accompagnare quello visibile.
Il senso di fratellanza è sicuramente noto a tutti voi, ma occorre approfondire il servizio comune, dimostrarlo e suscitarlo. La fratellanza della fatica condivisa, la profonda rispondenza al bisogno, l’anelito al sacrificio insegnano queste virtù a chi vuole lavorare secondo il ritmo del Maestro…
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