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SERVUIZIO

PARTE SETTANTACINQUESIMA

 

La Legge di Sacrificio e di Compensazione 

 

       La Legge di Sacrificio  e la Legge di Compensazione sono strettamente collegate, ma quella del Sacrificio è la prima ad entrare in attività e a divenire un fattore riconosciuto nella vita quotidiana. La compensazione si riconoscerà più tardi.

Ogni regno offre un sacrificio a quello che lo segue nell’ordine evolutivo, la Legge di Sacrificio determina la natura di ciascuno di essi.

Il sesto raggio insegnò il significato del sacrificio, e l’emblema principale ne fu l'iniziazione della rinuncia al corpo causale o la crocifissione - per gli iniziati. Lo stesso insegnamento per l’umanità progredita, si tradusse nella filantropia. L’ideale alquanto vago d’essere semplicemente “cortese”, è lo stesso movente, applicato alle moltitudini che non pensano.

Il     settimo raggio recherà alla coscienza dei futuri iniziati il concetto di servizio e di sacrificio di gruppo. Ciò inaugurerà l’epoca del “servizio divino”. L’ideale di donarsi come individuo in sacrificio e in servizio, nell’ambito del gruppo e per l’ideale di gruppo, sarà la meta dei pensatori d’avanguardia nella Nuova Era, e per il resto dellumanità la fratellanza sarà la nota dominante dei loro sforzi.

Il      sesto raggio promosse lo spirito individualistico. I gruppi esis­tevano, ma erano composti di individui raccolti attorno ad un altro.

Il      settimo alimenterà lo spirito di gruppo e i fenomeni principali saranno il ritmo, lo scopo e l’azione rituale del gruppo.

Le parole usate per esprimere le iniziazioni sono state: Rinuncia, Ascensione, Rivelazione. Tutte queste trasmettono alla mente dei concetti utili e pratici, e tuttavia il loro vero significato implica, nello stesso tempo, un distacco, una divina indifferenza e una percezione spirituale.

 

La Grande Rinuncia

 

La Grande Rinuncia (quarta iniziazione) diventa possibile perché, per molte vite, il discepolo ha imparato - calcando il sentiero dell’ini­ziazione - a rinunciare coscientemente e con un preciso proposito. Alla stessa maniera la sesta iniziazione della Decisione diventa possibile perché l’iniziato, fin dalla sua affiliazione alla Gerarchia, ha imparato a fare la scelta giusta, e la sua capacità di farlo emerge dallo sforzo fatto quando era sul Sentiero Probatorio e nei primi stadi del Sentiero del Discepolato, di fare scelte corrette e prendere deci­sioni spiritualmente motivate.

La Grande Rinuncia diviene possibile soltanto quando la pratica delle piccole rinunce governa la vita del discepolo e del gruppo. Rinunciare all’ambizione, ai legami personali, a tutto ciò che ostacola il progres­so così come si rivela all’occhio dell’anima, pone una solida base per la Grande trasferenza finale, che si fonda sulla rinuncia a quello che per eoni ha denotato bellezza, verità e bontà, e che è sembrato lo scopo finale di ogni sforzo di aspirazione.

Voi tutti come discepoli o aspiranti, potere interpretare l’operare del Principio di Conflitto quando osservate l’effetto nelle vostre vite dell’azione, degli sforzi e delle tensioni, dei punti di crisi o di tensione prodotti dal conflitto fra l’anima e la personalità. Il conflitto e sempre presente prima della rinuncia, ed è soltanto al momento di questa quarta grande crisi spirituale che il conflitto, quale l’intendiamo noi, finisce.

            Il vero condividere implica definitamente molte piccole rinunce, ed è sulla base di queste piccole rinunce che viene lentamente gene­rata la capacità di essere liberi e si può infine stabilizzare l’abitu­dine alla rinuncia; queste capacità, queste abitudini, queste attività altruistiche e questi atteggiamenti spirituali abituali sono gli stadi preparatori all’iniziazione della Rinuncia, così come lo sforzo di servire il prossimo prepara a prendere la terza Iniziazione della Trasfigurazione.

            L’Iniziazione ammette l’aspirante fra i membri della Gerarchia. Questo implica, esotericamente parlando, l’abbandono di tutte le reazioni separative della personalità, in una serie di rinunce progressive; queste culminano nella quarta iniziazione e sono di nuovo misteriosamente accentuate alla nona iniziazione.

   La conoscenza del quinto regno della natura per mezzo della coscienza del quarto, e il sacrificio del quarto al quinto, dell’essere umano all’anima e dell’umanità al regno di Dio, sono l’analogia (su una voluta superiore della spirale) del sacrificio del terzo regno, il regno animale, al quarto, il regno umano. Il processo si ripete fino in fondo alla scala, sacrificio sempre dell’inferiore al superiore.

La personalità giunge anche a rendersi conto che in realtà non esis­te sacrificio. Generalmente il sacrificio non è che desiderio della natura inferiore contrastato, il che è sopportato volontariamente dall’aspirante, ma in questa fase, ciò è un’interpretazione errata e una limitazione, in realtà il sacrificio è il completo conformarsi alla volontà di Dio, perché è la volontà spirituale dell’uomo e la volontà divina (tale come Egli la riconosce nel Piano) che sono la sua volontà. Vi è una crescente identificazione col proposito, perché, la volontà personale, il desiderio e le attività intelligenti aventi una duplice motivazione, sono visti e riconosciuti semplicemente come espres­sione inferiore dei tre aspetti divini, e lo sforzo consiste nell’esprimerli in termini di anima e non, come finora, in termini di personalità dedicata e correttamente orientata. Ciò è realmente possibile solo quando il punto focale della vita è nel veicolo mentale, e tanto la testa che il cuore diventano attivi.

Prima che il ponte possa essere effettivamente costruito e “proiettato sulla via ascendente, fornendo un cammino sicuro ai piedi stanchi del pellegrino”, il discepolo deve cominciare a reagire in risposta al bocciolo chiuso o gioiello al centro del loto aperto. Questo avviene quando i petali del sacrificio del loto egoico assumono il governo della sua vita, quando la sua conoscenza si trasmuta in saggezza ed il suo amore per il tutto si accresce; a questi fattori si aggiunge il “potere di rinunciare”. Queste tre qualità egoiche, quando acquistano un certo grado di potenza, producono un’accresciuta attività proprio nel centro della vita dell’anima e nel cuore del loto.

Corrispondenze: Shamballa, Il gioiello nel loto; Gerarchia, i tre gruppi di petali; Umanità, i tre atomi permanenti nell’aura del Loto.

Gli studenti dovrebbero anche liberarsi del consueto concetto di sacrificio visto come un processo di abbandono o rinuncia a tutto ciò che rende la vita degna di essere vissuta. Tecnicamente, il sacrificio è il conseguimento di uno stato di beatitudine e di estasi, perché è la realizzazione di un altro aspetto divino che finora era celato dall’ anima e dalla personalità. È la comprensione ed il riconoscimento della Volontà-di-bene, che rese possibile e inevitabile la creazione, che fu la vera causa della manifestazione.

            Il concetto di sacrificio ha permeato tutto l’insegnamento relativo all’Iniziazione della Crocifissione o della Rinuncia, sia in Oriente che in Occidente. È un’idea di sacrificio associata al concetto di dolore, di angoscia, sofferenza, pazienza, prolungamento e morte. Tuttavia la vera radice della parola rimane la stessa e dà il significato vero: “Sacer”, rendere sacro; questo è quello che capita in realtà all’iniziato: è “fatto santo”, è “messo da parte” in vista di uno sviluppo e di un servizio spirituale. È separato completamente da ciò che è naturale, materiale, trasmesso e ostacolante, d’impedi­mento e distruttiva, e da ciò che diminuisce la giusta attività consacrata a ciò che è nuovo. Egli impara a delineare la Totalità, che è suo diritto e prerogativa divina. Rinunciare, sacrificare o ripudiare. Distogliere lo sguardo dalla personalità. Nulla chiedere per il sé separato.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 



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