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settantasei

 

 

 

 

 

 

SERVIZIO

PARTE SETTANTASEIESIMA

 

 

 

Servizio ... Tramite Disciplina.

           

          Gli studiosi devono creare solo ed esclusivamente nella e dalla testa. Ivi è il volere, l’aspetto spirito, attivo tramite l’anima. Ivi e anche l’espressione sintetica della personalità e la comprensione del reciproco rapporto fra i due centri del capo, consentirà a quella di prevalere su questa. Ne deriverà la disciplina successiva e conseguente degli altri cinque centri. Le loro funzioni diverranno allora automatiche come ora quelle del cuore e dei polmoni.

            Chi si accinge a seguire il Sentiero occulto parte con il veicolo di cui dispone, ma durante quella vita lo modifica e sempre lo migliora, e quanto più avanza tanto più coscientemente vi lavora. Da ciò i frequenti turbamenti e la salute malferma del principiante. Egli infat­ti percepisce la legge, sa che deve aumentare la propria frequenza, e sovente commette errori. Anziché procedere dall’interno all’esterno, inizia a ricostruire il suo corpo fisico agendo sulla dieta o con le inibizioni. Ma l’accurata disciplina della mente e dei pensieri, e la trasmutazione delle emozioni, producono gli effetti fisici deside­rati. Se a ciò aggiunge la purezza di cibo e di vita, in sette anni l’uomo può ricostruirsi i tre corpi attorno agli atomi permanenti,

Bisogna cessare di presentare ai giovani dottrine vecchie, insisten­do sulla dieta, sul celibato, sul tempo e sulle stagioni, poiché ciò distoglie l’attenzione dalla nuova e sacra arte di essere, dal miracolo di vivere come anima. Quando l’intera personalità è subordinata all’anima e si hanno assenza di egoismo, purezza di condotta, osservanza della legge, esemplarità di vita spirituale, tutto avverrà spontaneamente. Il cibo, ad esempio, è sovente questione di circostanze climatiche e di preferenze, ed è da ritenersi adatto quando mantiene lo strumento fisico efficiente e in grado di prestare servizio all’umanità.

Così, un divino figlio di Dio saprà certamente vivere con libertà e potenza, sia nello stato coniugale che da celibe; non prostituirà in nessun caso i poteri corporei per procurarsi piaceri grossolani, ne offenderà i costumi, e agirà sempre secondo le norme ritenute e accettate dal mondo come elevate e migliori. Torno sovente su queste cose perché si è fatta confusione, e posto l’accento sugli atti fisici, anziché sullo vita. Ma quando l’attenzione è imperniata sull’anima, la vita fisica ne resta naturalmente regolata. Credo sia facile capire che un atteggiamento di critica e di compiacenza può ostacolare la crescita spirituale assai più di una dieta carnea. Solo quando ci si assoggetta alla disciplina della nostro volontà spirituale e si controlla l’attività delle vite della nostra forma, e in tal modo orientarci verso la meta quale a poco a poco appare alla nostra visione, si perviene a comprendere veramente il piano, cioè la volontà divina, per quanto l’uomo può intenderla.

 Gli uomini di levatura relativamente notevole, affrancati da ciò che e puramente fisico e consci della natura astrale, hanno imparato a mantenere un’attività costante basata sulla disciplina e sul servizio. Utilizzano scientemente i cicli e ne comprendono alquanto la natura, conoscono l’arte divina di astrarre la coscienza nell’anima, che contempla, e sanno dirigere con saggezza le loro imprese nel mondo degli uomini. Tutti i discepoli stanno imparando a farlo, e questa capacità contrassegna le opere degli iniziati.

La vita disciplinata e il pensiero purificato introducono nei centri, automaticamente, una giusta attività ritmica, vitale e vibrante. In ciò non c’è pericolo, se l’aspirante non si concede di pensare ad essi direttamente. Intendo dire che non fissa la mente su nessun centro parti­colare, ne tenta di risvegliarlo o infondervi energia. Egli dedica la propria attenzione a purificare i corpi in cui si trovano, cioè l’astrale, l’eterico e il fisico, ricordando bene che il sistema endocrino delle sette ghiandole maggiori è appunto l’esternazione dei sette centri principali.

Mentre la vita, per il processo di purificazione e la disciplina, sale di vibrazione, il fuoco dell’anima, che letteralmente è il Fuoco della mente, provoca un aumento corrispondente alla vibrazione dei centri, e tale incremento di attività stabilisce un contatto con i “dischi” di energia pranica che separano i centri. Per azione reciproca questi ultimi vengono gradualmente logorati e quindi perforati, se così si può dire.

La   vita esteriore procede in maniera quasi automatica e molto di essa, per abitudine, cade sotto la soglia della coscienza, e diventa sistema, regolarità e disciplina. Ma se ciò diviene il centro di coscienza vi sarà aridità, brama di cambiamento e subitanee “eccitazioni”, (nel significato tecnico e psicologico) che darebbero un senso di realtà al lavoro esteriore. Ma è questa responsività, adusa alle condizioni ambientali, che porta a un giusto automatismo nell’at­teggiamento di risposta, che si può considerare come una liberazione, che consente di approfondire e stimolare la vita soggettiva interiore, dove la coscienza si accentra sempre meglio.

Costanza in tutti i rapporti è cosa necessaria, e la disciplina o l’abitudine all’ordine è realmente utile. Lo si deve applicare non tanto per organizzare la personalità, quanto per liberarsi dalle limitazioni del tempo. Sii arbitro del tuo tempo e assoggetta le ore di ogni giorno, esigendo da ciascuna la piena quota di lavoro o di riposo, senza fretta ne indebita pressione.

Un precetto importante è ordinare il tempo sì da estrarre ogni giorno la massima misura d‘ispirazione, di lavoro mentale e di attività sul piano fisico. Così si impone a se stessi una disciplina che non inibisce, ma che otterrà il massimo effetto col minimo sforzo. 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 



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