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ottantatre

 

 

 

 

 

 

INVOCAZIONE

PARTE OTTANTATREESIMA

 

Gli Usha* della Nuova Aurora si possono ora manifestare.

Già il potere della Luce consuma le tenebre. M. è uno Spirito invincibile.

Il Mio Spirito sa come si forgia il potere.

Vi consiglio non di pregarmi, ma di invocazione, e la Mia Mano non tarderà a manifestarsi nella lotta.

Come attraversammo i deserti? Come evitammo le frecce nere? Come cavalcammo destrieri selvaggi? Come fummo capaci di dormire nella stessa tenda con un traditore? In qual modo Ci riuscì di migliorare il Nostro destino affrontando il fuoco di sterpi nel deserto? Come superammo i massi del torrente? Come ritrovammo la via nell’oscurità della notte? Come riuscimmo a comprendere i desideri tenebrosi? Come scoprimmo il sentiero della vita? In verità, con la vigilanza dello Spirito.

Noi siamo pronti ogni istante a dare il pane della vita a chi vorrà scegliere lo stesso sentiero di vigilanza dello spirito.

Il Mio Raggio illumina le azioni dello spirito. Al Mio Raggio rispondono gli esseri che si ammantano del viola protettivo del coraggio. Dove trova la muffa polverosa della paura, il gladio del Raggio diventa una frusta!

 

* L’aurora, la figlia del cielo; identica all’aurora dei latini. E’ menzionata per la prima volta nei Veda, dove il suo nome è anche Ahana e Dyotana (l’illuminatore), ed è un’immagine molto poetica e affascinante. E’ l’antica sempre fedele degli uomini, del ricco e del povero, anche se si crede che preferisca quest’ultimo. Ella sorride dall’alto e visita la dimora di ogni essere mortale, è la vergine immortale, e eternamente giovane, luce del povero e distruttrice delle tenebre.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 



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