SERVIZIO
PARTE OTTANTACINQUESIMA
Servizio tramite…Assenza d’Autocompassione
L’autocompassione è la mancanza d’amore verso se stessi e verso tutto, poiché l’amore fluisce costantemente da ogni cosa; l’amore consuma tutte le distinzioni, l’autocompassione invece è separativa, perché è centrata sull’egocentrismo. Bisogna riconoscere il significato che è dietro agli avvenimenti, per poter esprimere intelligentemente simpatia e comprensione amorevole per le sofferenze altrui.
L’autocompassione scompare con la totale sottomissione della personalità al dominio dell’anima. Il suo punto di vista è la comprensione; la rivelazione lo è dello Spirito.
La sottomissione della personalità avviene:
· Con la consapevolezza dei propri pensieri, emozioni e azioni.
· Dal distacco dalle cose terrene, con l’innocuità - cioè rifiutarsi di pensare in modo poco generoso verso se stessi e gli altri.
· Con l’accurata analisi di tutti i moventi.
Bisogna esercitare la compassione, poiché essa e una forza del centro del cuore, una qualità ed una espressione dell’energia dall’ anima. La compassione deve sostituire la pietà, così l’amore prenderà il posto dell’emozione e la comprensione quella dell’apprensione per la sofferenza. L’autocompassione si sublima con i “tre stati del sentimento”, la compassione, la tenerezza e l’imparzialità verso gli altri, mettendosi in rapporto con le loro anime.
La compassione è altruista e ci fa partecipi delle sofferenze altrui e delle loro necessità; si ottiene vibrando all’unisono con l’amore dell’Ego che unisce tutti i cuori.
La tenerezza esprime la comprensione amorevole, indirizzandoci verso il servizio e all’aiuto ai sub-umani.
L’imparzialità, o libertà dal desiderio, ci permette di evitare il karma dovuto all’attività.
Non può esserci autocompassione se si distingue l’Io impersonale dall’io personale, quantunque quest’ultimo veda i numerosi difetti suoi e degli altri. L’Io impersonale si esprime con lo strumento della personalità per sviluppare le qualità necessarie alla propria espressione; ma l’io personale sbaglia quando cerca di sviluppare solo se stesso. “Quando il discepolo o il Maestro li ha aiutati a generare questa energia, e quando tutti si sincronizzeranno necessariamente con la sua, essa diventa disponibile come una pura corrente di forza che scorre attraverso lui in ogni momento… Sempre che il suo motivo sia del pari senza egoismi. (T7R, vol. 5, p. 709, v. o.).
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