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ottantasei

 

 

 

 

 

 

INVOCAZIONE

PARTE OTTANTASEIESIMA

 

Nei giorni più solenni si dovrebbe parlare del conseguimento. Bisogna considerare il conseguimento come qualcosa da invocare, e non stancarsi di parlarne né di pensarlo.

La sventura è causata dal dispregio del conseguimento. Sarebbe come se, volendo far passare una grande immagine di un tempio per una stretta apertura, se ne spezzassero nella manovra gli ornamenti più preziosi.

È pericoloso protestare nei giorni solenni. Come convincere che queste grossolanità sono come colpi di martello sulle corde di uno strumento accordato?

Chi sputa le parole più distruttive dice poi, puerilmente: “Ecco, il cielo non è caduto!”.

Non può vedere la frattura dei legami sovente si commettono così danni irreparabili; ma ogni cuore che abbia realizzato il Fuoco afferma il concetto di conseguimento, senza cui la vita è precaria e insopportabile. Portate dunque il conseguimento di tutti e tre i mondi.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 



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