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Novantaquattro

 

 

 

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PARTE NOVANTAQUATTRESIMA

 

L’Universo intero ci rimanda l’evidenza della Legge di evoluzione, che conduce ogni forma a uno stato sempre più avanzato; il termine indica uno sviluppo dall’interno all’esterno, partendo da un centro interiore che custodisce e tiene in memoria lo schema della forma iniziale e delle potenzialità future.

 

Si può definire l’evoluzione come lo sviluppo progressivo della capacità di rispondere; e il processo evolutivo come la capacità sempre più adeguata di registrare e risuonare alle vibrazioni, prima del proprio piano, poi di quelli più elevati.

Una vita centrale unificata comprende e sintetizza tutte le unità in evoluzione, sia della materia (atomi chimici e fisici) sia della coscienza (esseri umani).

 

L’intera Manifestazione non è che l’insieme dei diversi stati di coscienza – dovuti a diversi stati evolutivi - dalla materia più grossolana all’uomo più avanzato; attraverso le forme esteriori la Vita entro di essa, o Intelligenza (da scegliere discernere), si adegua al Proposito, che tende sempre più evidentemente alla perfezione.

 

Tale interpretazione del processo evolutivo non è da considerarsi come il risultato di una Divinità esteriore che riversa la Sua energia e la Sua saggezza sul mondo in attesa; è piuttosto come qualcosa di latente entro il mondo stesso, nascosto nel cuore dell’atomo chimico, nel cuore dell’uomo stesso, nel pianeta e nel sistema solare.

 

È quel qualcosa che tutto trascina verso la meta ed è la forza che crea gradualmente l’ordine dal caos; trae la perfezione ultima dalla temporanea imperfezione, il bene dal male apparente; dalle tenebre e dai disastri trae ciò che un giorno riconosceremo come bello, giusto e vero. Tutto ciò, insomma, di cui abbiamo avuto la visione e che abbiamo concepito nei momenti di più alta elevazione.

 

 

 

 

 

 



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