INSEGNAMENTI
PARTE NOVANTACINQUESIMA
Il discepolo è responsabile nei riguardi del Maestro:
· Della radiazione di Manas, che evoca una risposta della sua mente astratta, quando l’Antahkarana è in fase di costruzione.
· Della radiazione proveniente dal piano buddhico, che esprime l’amore del Maestro.
· Della elevatissima radiazione che proviene dal livello atmico, che esprime la facoltà del Maestro di penetrare nel Consiglio di Shamballa, registrare il Proposito ed elaborare il Piano.
L’energia della conoscenza, tramutata in saggezza ed espressa con intelligenza mediante l’amore, dev’essere trasmessa, previa la costruzione dell’antahkarana di gruppo, con il compito di collegare la mente superiore, l’anima e la mente inferiore. Bisogna imparare ad usare dinamicamente, nel regno del pensiero:
· La conoscenza della propria anima come una realtà nella propria vita.
· La conoscenza diretta dei propri simili, per comprenderli e prepararli al servizio.
· La conoscenza diretta del proprio gruppo interiore, creando con amore il contatto mediante la meditazione.
La conoscenza
Il pensiero, la volontà, il godimento, la ragione e lo sforzo sono ostacoli sul sentiero e contemporaneamente però gli indispensabili strumenti per servire ed evolvere.
Il nostro sistema educativo è basato su cosa pensare e non come pensare, perciò il pensiero è un ostacolo. Per raggiungere una vera conoscenza occorre invece una trascendente spontaneità di vita, una realtà creativa, uno stato di “passività desta”, una consapevolezza acritica che porti al non-dualismo e ad una totale comprensione e amore.
Il segreto sta nella libertà e nella capacità di essere “soli” con se stessi e, nello stesso tempo, vivere in armonia con tutto ciò che ci circonda, con profondo rispetto per tutto ciò che esiste, liberandoci una volta per tutte dagli assurdi giochi dell’ego. Abbandonare l’illusione e, attraverso la percezione, giungere alla libertà.
La verità è distorta e offuscata perché è alla mercè del pensiero, perché mantiene in vita un mondo illusorio che, pur tuttavia, noi consideriamo valido e reale.
Viviamo nel tempo creato dal pensiero e in esso finisce che il passato diventa opera della fantasia quanto il futuro. Vi è invece una qualità eterna della vita, un silenzioso e perenne “regno della verità”, proprio qui dentro di noi. È soltanto in quel nostro segreto laboratorio che può essere fatta la straordinaria scoperta.
Per conseguire la sapienza non bisogna dare nulla per scontato ma cercare di conoscere proprio Colui che pretende di essere l’attore ed il pensatore. Esiste un pensatore o questi altro non è che una costruzione del pensiero? Cosa accadrebbe se la processione dei pensieri si fermasse subentrando il silenzio mentale? subentrerebbe la forza dell’anima, l’intuizione, la sapienza, la beatitudine e il potere.
Il pensiero non è inutile nella vita oggettiva, anzi indispensabile, ma è nell’area “psicologica” che lo si è indebitamente introdotto, creando un mare di guai. Esso si aggira formando un groviglio che è nello stesso tempo contenente e contenuto, creando la coscienza dell’io. In parole più semplici si potrebbe dire che ogni concetto è sempre un preconcetto, perché esiste “prima” dei fatti che deve affrontare.
Vi è un altro modo di essere, insito nel puro scorrere dei fatti, dove il pensiero viene accantonato e subentra un semplice stato di osservazione di quel che sta accadendo. Ciò non significa essere abulici o passivi; ci deve concernere solo l’azione e non il risultato di essa. Ecco perché non vi può essere alcuna libertà “di” pensiero, ma solo libertà “dal” pensiero.
La vita è nuova ad ogni istante. La verità non può essere spiegata, ma si può avere una percezione immediata e profonda dell’intero movimento del pensiero, purché resti tranquillo, confinato nell’area che gli compete, e non crei più immagine e illusione alcuna.
La perfezione non si realizza nella moltiplicazione delle esperienze, ma nel totale esaurimento di esse. La saggezza non è il risultato di un’accumulazione nel tempo, essendo cosa vivente, immediata, spontanea e bruciante. Non ha ne retroterra ne domani. E’ soltanto nella comprensione e nel totale esaurimento dell’esperienza presente che vi è immortalità.
Davanti all’ignoto ci si deve presentare nudi, senza certezze, in completa umiltà ed innocenza: “Beati i poveri in Spirito perché di essi è il Regno dei Cieli”. Per migliorarsi è necessario possedere una capacità intuitiva, comprendere in modo immediato, liberando la mente dall’asservimento alla memoria e al tempo, offrendole una base di stabilità tramite l’intuito, per scoprire in se stesso le fonti della saggezza e della compassione.
L’intuito è la comprensione del fatto che l’uomo è l’artefice dei suoi problemi e che l’origine di questo meccanismo creatore di problemi è la mente ed è qui che bisogna creare la futura liberazione. Occorrerebbe una vita quotidiana libera da attaccamenti e da qualsiasi attività egocentrica.
L’intuizione nasce da un’indagine intensa e può liberare dalla dualità e dall’asservimento al tempo e al passato. Si potrebbe dire che esiste soltanto l’intuizione e nient’altro. Tutto il resto è movimento nel tempo. L’intuizione è senza tempo perché esiste un impulso che è infinito.
Sentir mettere in dubbio tutto quello su cui abbiamo costruito le nostre certezze, la nostra sicurezza, il nostro benessere è cosa spiacevole; ecco perché la nostra mente conosce ogni genere di trucchi per schermarsi, proteggersi e difendersi. Noi possediamo ogni cosa, tutto è davanti a noi e dentro di noi se sapessimo guardare, leggere e ascoltare.
|