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MEDITAZIONE

PARTE NOVANTANOVESIMA

MEDITAZIONE

 

Riconoscimento dell’anima che anela alla presenza di Dio e aspira all’amore universale.

1.     Pensati quale figlio di Dio, da Lui amato e parte della sua vita.

2.     Come personalità, consacrati a servire i tuoi simili e l’amore verso Dio.

3.     Quindi rifletti quietamente, con gran calma, sui pensieri - seme che ti consigliai la volta precedente.

Tre fattori negativi:

1.     L’intenso atteggiamento verso la vita.

2.     Incapacità d’eliminare le cose non essenziali della vita quotidiana.

3.     Prendere troppo seriamente, il lavoro di gruppo. Due cose il discepolo deve imperare: ”Stare leggero in sella e l’umorismo, vale a dire la vera (non forzata) capacità di ridere di se e del mondo.

            Dimostra di essere un autentico discepolo chi lavora solo e apparentemente senza aiuto, e non s’intromette nei suoi piccoli problemi nella coscienza del Maestro, poiché si rende conto della pressione in cui operano i Grandi.

            Una delle prime lezioni per l’allievo è quel distacco interiore che gli consente d’immergersi nella coscienza del suo simile e così conoscere ed accertare il modo migliore di aiutarlo e stimolarlo a rinnovare lo sforzo da se. Soltanto quando possiede distacco e umiltà, il discepolo può realmente servizio. Radiazione spirituale intensa e comprensione amorevole faranno un maggior bene reale di lunghe ore di conversazione. Ricorda! Sei un punto focale di potere spirituale e un avamposto dell’amore del Maestro. Un maggior controllo del pensiero circa le condizioni ambientali che comportano due fattori sussidiari: cessare ogni critica di chi sei in contatto quotidiano e silenzio su te stesso, secondo coltivare la felicità e la gioia che proviene dalla sicurezza interiore circa il piano e la futura collaborazione.

 

 

 

 

 

 

 



Prelevato da: www.centrodimeditazione.it