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PARTE CENTOTREESIMA
L’elemento tempo (dal punto di vista del livello conseguito e dello scopo probabile della vita presente) sarà vagliato con cura e in tal modo non si faranno passi errati; il bimbo o la bimba troverà aiuto e analisi amorevole, e non ignoranza e criticismo; sarà protetto e non punito; stimolato e non frenato; sarà occultamente riconosciuto e quindi non costituirà un problema.
I sogni e le speranze visionarie e mistiche valgono in quanto additano una meta, ma poco servono nel determinare metodi e processi. Imporre modi educativi nuovi su un bimbo di coscienza ancora atlantidea o dei primi tempi ariani non conduce a nulla e gli sarà di ben poco aiuto. Ecco perché è necessaria un’analisi approfondita fin dal suo primo istante di vita. L’educatore allora, in possesso di ogni dato possibile, cercherà di soddisfare le esigenze dei tre tipi principali: l’atlantideo, fondamentalmente emotivo e mentale; l’Ariano recente, o già della nuova Era, soprattutto mentale e nello stesso tempo idealista, brillante, coordinato, e dotato di una sua personalità.
Le idee fondamentali da inculcare con urgenza sono: il calore inestimabile dell’individuo, la bellezza del genere umano, il rapporto che lega l’individuo al tutto e la responsabilità che gli compete di incastonarsi nel complesso generale in moto costruttivo e spontaneo.
Uno degli scopi immediati dell’educazione dovrà essere l’eliminazione dello spirito competitivo per sostituirlo con una coscienza di collaborazione. Ecco quale dovrebbe essere la linea di condotta dei genitori e degli educatori.
Prima di tutto tentare di creare un’atmosfera in cui possano fiorire ed emergere certe qualità:
I. Un’atmosfera dì amore, che espella il timore e in cui il bimbo s’accorga di non avere ragione di timidezza, ritrosia o cautela, e nella quale venga trattato con gentilezza e debba comportarsi in eguale modo a sua volta. É ben raro che ciò avvenga nelle scuole e nelle case. Tale atmosfera d’amore non è una forma d’amore sentimentale o emotiva, ma nasce dalla comprensione delle potenzialità del bimbo in quanto individuo, da un giusto senso di responsabilità, dall’assenza di pregiudizi, di antagonismi razziali e soprattutto dalla tenerezza compassionevole. Quest’ultima perché si conoscono le difficoltà della vita, si è sensibili alla rispondenza del bimbo che di norma è affettuosa e si sa che l’amore trae sempre ciò che vi è di meglio dagli uomini e dai fanciulli.
2. Un’atmosfera di pazienza in cui il bimbo possa divenire, in modo normale e naturale, un cercatore della luce della conoscenza; in cui sia certo di trovare pronta e accurata risposta a tutte le domande e dove non si noti mai l’aria frettolosa o sbrigativa. L’indole di moltissimi bambini viene deformata dall’impazienza e dalla fretta di chi è loro associato per forza di cose. Non c’è tempo per istruirli e rispondere alle loro domande minute e molto necessarie e quindi l’elemento tempo si trasforma in una minaccia per il giusto sviluppo e finisce per sfociare in una vita di evasioni e di false prospettive. La loro scala di valori viene distorta dall’osservare coloro con cui vivono e molte cose cadono sotto la loro attenzione proprio per l’impazienza che si dimostra nei loro riguardi. L’impazienza di coloro dai quali così pateticamente dipendono getta in loro i semi dell’irritazione, che guasta innumerevoli vite.
3. Un’atmosfera di attività ordinata, in cui il bimbo impari i primi elementi del vivere responsabile. I bambini che s’incarnano oggi e che potranno trarre profitto dalla nuova educazione sono necessariamente sul limite della coscienza egoica. Uno dei primi sintomi di questo contatto con l’anima è il senso della responsabilità che si sviluppa rapidamente. Ricordiamoci bene, poiché i piccoli doveri assunti e compiuti e la partecipazione responsabile (sempre connessi a qualche forma di rapporto di gruppo), sono fattori potenti nel determinare il carattere e la futura vocazione.
4. Un’atmosfera di comprensione, in cui il bimbo sappia sempre con certezza che le ragioni e i motivi dei suoi atti saranno riconosciuti e che i grandi che vivono con lui capiranno la natura dei suoi impulsi, anche se non approveranno sempre le sue attività o ciò che ha fatto. Molte delle azioni del fanciullo, non sono in sé intenzionalmente cattive o malvagie o maliziose. Di solito sono motivate da uno spirito di indagine frustrato, dal desiderio di vendicare qualche ingiustizia (poiché gli adulti non hanno compreso il movente), dall’incapacità di impiegare bene il tempo (poiché la volontà direttiva a quell’età è sovente del tutto quiescente e non si desterà che quando la mente comincerà a funzionare) e dal desiderio impellente di attrarre l’attenzione — impulso necessario nello sviluppo dell’autocoscienza che richiede comprensione e dev’essere ben guidato.
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