INSEGNAMENTI
PARTE CENTONOVESIMA
La responsabilità.
Per accedere ai piani elevati di coscienza bisogna accettare incondizionatamente la volontà e la cooperazione degli Esseri Superiori, adattandole alla nostra vita nei tre mondi con il servizio e sopportandone il fardello. Quando si serve l’umanità bisogna esserne degni, accettandone le responsabilità, perciò è necessario essere solleciti col cuore amorevole e temprati spiritualmente.
La Gerarchia si afferma col potere del fuoco, della ragione e del cuore di coloro che obbediscono alle leggi superiori e conseguono l’unione spirituale che conducono al Padre di tutti.
Il filo che lega il discepolo al Maestro non dev’essere mai spezzato per leggerezza, perché in esso passa l’amore reciproco e nulla lo deve ostacolare: immaginiamoci sempre presenti alla solenne presenza del Maestro, accendendo il cuore nel creare con amore. Sulla via della Gerarchia l’amore dirige e crea, sale verso la luce e guida lo spirito illuminato sulla vetta.
Chi vuol rinnovare il mondo deve riconoscere e adottare il Piano gerarchico, impegnando il proprio cuore con ardente partecipazione. Solo il legame con la Gerarchia rivela il vero sentiero. Questa via è il canale del cuore che non respinge nessuno e porta alla sicura vittoria. Chi serve la luce è invulnerabile, purché si elimini qualunque interesse personale. Il cuore è il motore centrale che produce un torrente di fuoco, che circola dall’alto in basso e viceversa.
Shamballa prepara un ordine nuovo per l’umanità e la Gerarchia sopporta tutto il peso della coscienza umana assumendo la responsabilità del modello costituito. Questo modello dev’essere assimilato e manifestato dai discepoli assumendo in ogni scelta la propria responsabilità. Ciò sospinge lo Spirito ad eseguire la volontà gerarchica senza subire sconfitte.
Dobbiamo essere responsabili di ogni parola pronunciata, di ogni gesto, di ogni attività, di servire senza egoismi, calunnie e leggerezze per non incorrere in un atto di tradimento verso la Gerarchia.
Bisogna sviluppare la vista e l’udito psichici, vedendo senza guardare e udendo senza ascoltare; cioè vedere e udire lo spirito delle cose al di là delle cose stesse. In altre parole “simpatizzare” con tutto ciò che vive, trascendendo le “distinzioni”.
Per scoprire l’anima delle cose dobbiamo venire in contatto interiore con le cose stesse mediante la simpatia; avviene così un’espansione di coscienza che compenetra l’oggetto della simpatia e fa scaturire l’intuizione.
L’energia psichica può essere trasmutata tramite la coscienza ed essere proiettata, per via gerarchica, nelle sfere superiori.
Poiché la luce è effetto del pensiero, siamo responsabili della cooperazione mentale atta a creare una mentalità universale, perché c’è un legame con l’universo dei mondi lontani dove altri esseri sanno riconoscere questa cooperazione.
Il pensiero crea il futuro, perciò siamo responsabili della sua qualità. Esso ha un grande potenziale e trascende il tempo, ammassandosi nello spazio, per questo essi devono essere sempre armonici poiché ogni singolo pensiero oscura o rischiara lo spazio. Uniamoci per stare saldi nella battaglia e misuriamoci con coraggio per “sbarrare la porta dietro cui il male risiede”.
Il rapporto fra la Gerarchia e l’umanità è precipua responsabilità dei discepoli. Questa responsabilità comporta la chiarificazione e l’applicazione dei significati, come:
1. Interpretare le forma-pensiero, i sogni, le visioni e i simboli di chi ci circonda, perché potrebbero essere rivelazioni graduali sulla Via della luce;
2. Divenire sensibili ai nuovi fattori, alla precipitazione di nuove attività, atteggiamenti e tecniche di gruppo;
3. Riconoscere coloro che sono attratti al gruppo per il loro proposito e atteggiamento;
4. rispondere, con l’impressione sottile e spirituale, agli impulsi del NGSM, perché spetta a noi e non al maestro;
5. ravvivare la debole fiamma dell’anima di tutti coloro di buona volontà che incontriamo, concedendo la nostra dedizione, fratellanza, fatica condivisa e rispondenza al bisogno;
6. applicare “l’arte del compromesso spirituale” avulsa da fanatismo e che esige una comprensione intelligente della verità, qualificarla ed adattarla al Piano divino, in aderenza alla prossima civiltà, della quale gli Ashrams sono responsabili.
Nel servizio il senso di responsabilità non dev’essere sviluppato attraverso attività inutili e questioni secondarie che porterebbero, a causa dell’incessante lavoro, a stasi inopportune per riacquistare le forze.
L’affetto spirituale verso coloro che sono legati alla nostra sorte, deve scaturire sempre dal contatto con l’anima e i livelli superiori, che libera l’anima e l’attività egoica delle persone che amiamo.
Lasciamo loro la massima libertà di espressione e la possibilità di vivere la propria vita senza lasciarci coinvolgere nell’attività delle loro personalità!
Il discepolo deve essere intelligentemente consapevole della forza che maneggia e dell’energia di raggio che impiega; infatti, è indispensabile, per divenire creativi, conoscere i propri raggi dal punto di vista del servizio di gruppo e non solo del condizionamento individuale, scoprire le proprie capacità per arricchire quelle del gruppo e migliorare le prestazioni in qualità di unità che serve l’umanità.
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