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Meditazione - (parte quattordicesima)


 

MEDITAZIONE

Parte quattordicesima

Può chiunque lo desideri trarre profitto e utilizzare le tecniche di meditazione?

            Si dovrebbe tener presente fin dall’inizio che l’impulso stesso che spinge ad agire in questo senso indica il richiamo dell’anima  verso il sentiero  della Conoscenza . Nessuno si scoraggi se scopre in sé la mancanza di alcuni requisiti essenziali. La maggior parte di noi è più evoluta, più saggia e più dotata di quanto non pensi. Tutti possono cominciare subito a concentrarsi, se lo vogliono.

            Possediamo ampie conoscenze, potere mentale e capacità che non sono mai state tratte dal regno del subconscio per essere usate in modo oggettivo; chiunque abbia osservato l’effetto della meditazione su un principiante potrà confermare questa affermazione.

            I risultati del primo passo nella disciplina della meditazione, cioè nella concentrazione , sono a volte sorprendenti. Molti scoprono se stessi; trovano capacità nascoste e una comprensione mai utilizzata prima; sviluppano una consapevolezza, anche del mondo fenomenico, che appare loro miracolosa; constatano improvvisamente la realtà della mente  e la possibilità di servirsene, e la distinzione fra il conoscitore  e lo strumento di conoscenza appare loro di un’evidenza   lampante.


            Nello stesso tempo, però, sentono che viene a mancare qualcosa. I sogni precedenti di beatitudine e pace, che la preghiera e la meditazione mistica avevano comportato, scompaiono; temporaneamente, essi sperimentano un senso di aridità, di mancanza, di vuoto, che è spesso molto penoso. Ciò è dovuto al fatto che il centro dell’attenzione si è allontanato dalle cose dei sensi, per quanto belle.

            Ciò che la mente conosce e può ricordare non è ancora percepito, e l’apparato senziente non s’impone alla coscienza nel modo abituale. È un periodo di transizione, che occorre sopportare fino a che il nuovo mondo non cominci ad imprimersi sull’aspirante . Questa è una delle ragioni per cui occorrono grande costanza e perseveranza, specialmente negli stadi preliminari della meditazione.

            Uno dei primi effetti del lavoro di meditazione è di solito un aumento di efficienza nella vita quotidiana, sia che questa si svolga in casa, in un ufficio o in un qualsiasi campo dell’attività umana. L’applicazione mentale alle ordinarie occupazioni è già di per se stessa un esercizio di concentrazione dai risultati notevoli. Che attraverso la pratica della meditazione e della concentrazione si raggiunga o meno l’illuminazione  finale, si sarà sempre acquisito molto e notevolmente arricchito la vita; la produttività e il potere saranno di gran lunga maggiori e la sfera d’influenza più vasta.

            Chiunque non sia soltanto un emotivo, abbia una buona educazione e intenda lavorare con perseveranza, potrà con buona determinazione accingersi allo studio della meditazione. Potrà cominciare con l’organizzare la propria vita, in modo da poter muovere i primi passi sul sentiero dell’illuminazione, e questa organizzazione è già di per sé uno dei passi più difficili. È bene ricordare che ogni inizio è difficile, poiché si devono compensare abitudini e ritmi instaurati da molti anni. Ma una volta fatto questo, il lavoro diventa più facile.

            In sintesi, quindi, la risposta alla nostra domanda può essere espressa nel modo che segue:

Primo. Noi accettiamo l’ipotesi che esista un’anima e che questa possa essere conosciuta dall’uomo che educhi e controlli la sua mente.

Secondo. Sulla base di tale ipotesi cominciamo a coordinare i tre aspetti della natura inferiore e ad unificare mente, emozioni e corpo fisico in un Tutto organizzato e unitario. Otteniamo questo praticando la concentrazione.

Terzo. Appena la concentrazione sfocia nella meditazione (che è una concentrazione prolungata), si comincia ad avvertire l’imposizione della volontà dell’anima sulla mente. A poco a poco, anima, mente e cervello  entrano in rapporto sempre più stretto. Dapprima la mente domina il cervello e la natura emozionale. Poi l’anima domina la mente. Il primo stadio si raggiunge con la concentrazione, il secondo con la meditazione.

            Da questa sequenza di attività l’attento osservatore si renderà conto che si tratta di compiere un vero e proprio lavoro e che la qualità fondamentale necessaria è la perseveranza . L’organizzazione della vita di pensiero sempre e ovunque e, in secondo luogo, la pratica della concentrazione esercitata con regolarità, ogni giorno, a un’ora fissa se possibile, stabiliscono un’attitudine alla concentrazione e conducono al successo.

(Ibidem, pag. 199-206 ed. inglese)


 



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