
MEDITAZIONE Introduzione PARTE VENTESIMA
L’uomo “comune” è occupato in molte ricerche, e dalla forza delle circostanze. È polarizzato interamente nel sè inferiore , sia nel corpo emotivo che in quello mentale . Faccio notare una cosa interessante: finché la polarizzazione è puramente fisica, non si sente alcun bisogna di meditare . Anche quando, il corpo mentale è attivo, nessun impulso sorge, finché l’uomo non sia passato attraverso molti cambiamenti e molte vite, abbia gustato il calice del dolore e della gioia in molte incarnazioni , abbia scandagliato le profondità dell’esistenza vissuta solo per il sé inferiore, e l’abbia trovato insoddisfacente, allora comincia a rivolgere il pensiero ad altre cose, ad aspirare a ciò ch’è ignoto, a realizzare e a sentire entro di sé le paia degli dualità , e toccare nella sua coscienza , possibilità ed ideali finallora insperati. È per venuto al successo, alla popolarità, ed è molto dotato, ma non sa che farsene, l’anelito interiore persiste sempre, finchè il dolore è così insostenibile che il desiderio d’espandersi ed estendersi, d’accertarsi di qualcosa e di qualcuno, che sta oltre, ha ragione d’ogni ostacolo. L’uomo prende a volgersi verso l’interno, e a cercare la sorgente da cui è emanato. Allora comincia a meditare, ponderare e intensificare la sua vibrazione , finché con il passare del tempo raccoglie i frutti del suo meditare.
Lettere sulla meditazione occulta. (A.A.Bailey)
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