INSEGNAMENTI PARTE VENTESIMA
La Tecnica della Disidentificazione
L’identificazione col corpo fisico è una delle condizioni più limitanti ed è la causa della paura , perchè ci s’identifica con uno stato emotivo, usando la frase “io sono”, ogni qualvolta ci sentiamo trascinati da una qualsiasi forte emozione.. L’identificazione con la propria mente, ci rende prigionieri delle nostre idee, ideologie e pensieri. Per ottenere la disidentificazione bisogna seguire questo processo: per prima cosa dobbiamo riconoscere qual è il nostro annebbiamento più limitante e fastidioso, poi vederlo come una forza che ci trascina, ma estraneo a noi stessi; questo ci permette di riconoscerlo all’insorgenza e di tenerlo a “distanza”, guardandolo con distacco.
L’altro modo d’agire, consiste nel non guardare mai indietro al passato, ogni giorno bisogna essere nuovi, prendere dal passato soltanto le esperienze, le indicazioni necessarie per evitare i pericoli, ma evitare di prendere le strutture mentali, per non trovarci a pensare la stessa cosa accadutaci magari molti anni prima. Considerando però che è impossibile eliminare ogni processo di identificazione, identifichiamoci pure, però facciamolo nei confronti di qualcosa di più elevato, qualcosa di migliore, perché possiamo solo cambiare il soggetto ma l’identificazione continua comunque, perchè questo è un processo che avrà luogo fintanto che esisterà l’universo.
D’altro canto se disidentificazione significa risveglio, vuol assicurare che stiamo dormendo e, per risvegliarci, dobbiamo addossarci le nostre responsabilità e diventare strumenti della Divinità, affinché ritrovi la sua consapevolezza manifestandosi attraverso di noi. Questo significa che non esistiamo come infividui , perchè è soltanto un fatto psicologico, e che, sebbene le nostre forme siano apparse su questo pianeta, esse sono soltanto dei sogni di un dio profondamente addormentato. Pertanto per liberarci del processo di identificazione l’unica cosa da fare è risvegliarci dal sonno.
Fin dalla notte dei tempi vi è soltanto un Dio che ad un certo momento diventa un “palcoscenico psicologico”. Per risvegliarci cerchiamo di essere un sogno che svanisce, in questo modo possiamo “lasciare” la nostra personalità più velocemente senza che comporti gioie o sofferenze.
Per eliminare il processo d’identificazione facciamoci una bella risata nei confronti di noi stessi e delle nostre limitazioni, perchè se riusciamo a ridere di noi, eliminiamo l’egocentrismo , che non è altro che l’espressione di una coscienza addormentata, se vogliamo uscire dal processo d’identificazione dobbiamo accettare completamente i fatti che la vita ci propone e prenderla per quello che è, e trovare in ogni difficoltà del “cibo” per il nostro spirito, la possibilità di avanzare ancora un poco e il superamento di un ostacolo o impedimento, così cominceremo ad essere meno identificati.
La Tecnica delle Giuste proporzioni
Una giusta prospettiva delle cose ci dà un ampliamento della nostra visione in termini d’ampiezza, lunghezza, altezza e interezza, cioè a ”tutto campo”. La visione ampia è collegata al senso dell’immensità dello spazio, la visione lunga al concetto del tempo, la visione alta indica i vari livelli di consapevolezza spirituale e le realizzazioni dei grandi Maestri e per indicare stati più sottili che possono essere percepiti o intuiti.
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