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SERVIZIO - (PARTE VENTESIMA)



 

SERVIZIO
PARTE VENTESIMA

 

La Volontà del Maestro

    Un servitore perfetto è chi fa come meglio può quella che pensa essere la volontà del Maestro, e il lavoro che deve compiere cooperando al Piano divino . Fatta poi la sua parte, procede nell’opera, e non si cura del risultato della sua azione. Sa che occhi più saggi dei suoi vedono la fine fin dal principio, che una percezione interiore più profonda e amorevole della sua, soppesa i frutti del suo servizio,  che un discernimento più profondo del suo valuta la forza dell’estensione della vibrazione  posta in essere, e l’adatta in modo conforme al suo movente.

    Non va orgoglioso di ciò che ha fatto, né si lascia deprimere dall’insuccesso. Fa costantemente del suo meglio, e non sciupa tempo a contemplare le cose passate, ma si spinge innanzi a compiere il dovere più prossimo.

    Ruminare sulle azioni trascorse, e volgere la mente verso i raggiungimenti del passato, sono cose di natura involutiva, ed il servitore ha da conformarsi invece alla legge evolutiva. Il servitore saggio, dopo l’azione non pone mente a ciò che ne dice i suoi compagni di servizio, purché i superiori (siano essi uomini e donne incarnati, o gli stessi Grandi)  siano contenti o tacciano, non si dà pena se il risultato dell’azione non è quella che aveva previsto, quando abbia fatto con costanza del meglio che sapeva, non si cura di rimproveri o di critiche che possono assalirlo, se il suo essere interiore rimane calmo e non l’accusa, non si turba se perde amici, parenti, figli, la popolarità di cui era circondato, e l’approvazione di chi è a lui associato, se il suo senso interiore di contatto con chi guida e conduce, rimane inalterato, né si preoccupa se gli pare di lavorare nel buio e non è cosciente dei risultati delle sue fatiche, quando la luce interiore s’accresce e la sua coscienza  non ha cosa alcuna da rimproverargli.

            Riassumendo. Il movente , può essere espresso in queste poche parole: sacrificio  del sè inferiore , per il bene dell’Unico sè . Il metodo può anch’esso essere così descritto in breve: saggio controllo della personalità (sensi, emozioni e pensieri concreti), e uso della discriminazione   nel lavoro e nel tempo. L’attitudine risultante sarà: distacco  perfetto, amore  crescente per ciò che non si vede e per ciò che è Reale . Tutto ciò troverà la sua realizzazione con la pratica costante della meditazione .

 
 


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