SERVIZIO PARTE VENTISEIESIMA
sevizio …tramite disciplina
Gli studiosi devono creare solo ed esclusivamente nella e dalla testa, ivi è il volere, l’aspetto spirito , attivo tramite l’anima . Ivi e anche l’espressione sintetica della personalità e la comprensione del reciproco rapporto fra i due centri del capo, consentirà a quella di prevalere su questa. Ne deriverà la disciplina successiva e conseguente degli altri cinque centri. Le loro funzioni diverranno allora automatiche come ora quelle del cuore e dei polmoni.
Chi si accinge a seguire il sentiero occulto, parte con il veicolo di cui dispone, ma durante quella vita lo modifica e sempre lo migliora, e quanto più avanza tanto più coscientemente vi lavora. Da ciò i frequenti turbamenti e la salute malferma del principiante. Egli infatti percepisce la legge, sa che deve aumentare la propria frequenza, e sovente commette errori. Anziché procedere dall’interno all’esterno, inizia a ricostruire il suo corpo fisico agendo sulla dieta o con le inibizioni, ma l’accurata disciplina della mente e dei pensieri, e la trasmutazione delle emozioni, producono gli effetti fisici desiderati, se a ciò aggiunge la purezza di cibo e di vita, in sette anni l’uomo può ricostruirsi i tre corpi (fisico, emotivo e mentale) attorno agli atomi permanenti.
Bisogna cessare di presentare sì giovani dottrine vecchie, insistendo sulla dieta, sul celibato, sul tempo e sulle stagioni, poiché ciò distoglie l’attenzione dalla nuova e sacra arte di essere, dal miracolo di vivere come anima, quando l’intera personalità è subordinata all’anima e si hanno assenza d’egoismo, purezza di condotta, osservanza della legge, esemplarità di vita spirituale, tutto avverrà spontaneamente. Il cibo, ad esempio, è sovente questione di circostanze climatiche e di preferenze, ed è da ritenersi adatto, quando mantiene lo strumento fisico è efficiente e in grado di prestare servizio all’umanità. Così, un divino figlio di Dio, saprà certamente vivere con libertà e potenza, sia nello stato coniugale sia da celibe. Egli non prostituirà in nessun caso i poteri corporei per procurarsi piaceri grossolani, n’offenderà i costumi, e agirà sempre secondo le norme ritenute e accettate dal mondo com’elevate e migliori, su queste cose s'è fatto molta confusione, e posto l’accento sugli atti fisici, anziché sulla vita, ma, quando l’attenzione è imperniata sull’anima, la vita fisica n’è naturalmente regolata. Credo sia facile capire che un atteggiamento di critica e di compiacenza può ostacolare la crescita spirituale assai più di una dieta carnea. Solo quando ci si assoggetta alla disciplina della nostra volontà spirituale e si controlla l’attività delle vite della nostra forma, e in tal modo orientarci verso la meta quale a poco a poco appare alla nostra visione, si perviene a comprendere veramente il piano , ossia la volontà divina, per quanto l’uomo può intenderla.
Gli uomini di levatura relativamente notevole, affrancati da ciò che è puramente fisico e conscio della natura astrale, hanno imparato a mantenere un’attività costante basata sulla disciplina e sul servizio. Utilizzano scientemente i cicli e ne comprendono alquanto la natura, conoscono l’arte divina di astrarre la coscienza nell’anima, che contempla , e sanno dirigere con saggezza le loro imprese nel mondo degli uomini. Tutti i discepoli stanno imparando a farlo, e questa capacità contrassegna le opere degli iniziati .
La vita disciplinata e il pensiero purificato introducono nei centri, automaticamente, una giusta attività ritmica, vitale e vibrante. In ciò non c’è pericolo, se l’aspirante non si concede di pensare ad essi direttamente. Intendo affermare che non fissa la mente su nessun centro particolare, ne tenta di risvegliarlo o infondervi energia. Egli dedica la propria attenzione a purificare i corpi in cui si trovano, ossia l’astrale, l’eterico e il fisico, ricordando bene che il sistema endocrino delle sette ghiandole maggiori è appunto l’esternazione dei sette centri principali, mentre la vita, per il processo di purificazione e la disciplina, sale di vibrazione, il fuoco dell’anima, che letteralmente è il Fuoco della mente, provoca un aumento corrispondente alla vibrazione dei centri, e tale incremento d’attività stabilisce un contatto con i “dischi” d’energia pranica che separano i centri. Per azione reciproca questi ultimi vengono gradualmente logorati e quindi perforati, se così si può dire.
La vita esteriore procede in maniera quasi automatica e molto di lei, per abitudine, cade sotto la soglia della coscienza, e diventa sistema, regolarità e disciplina, ma, se ciò diviene il centro di coscienza, vi sarà aridità, brama di cambiamento e subitanee “eccitazioni”, (nel significato tecnico e psicologico) che darebbero un senso di realtà al lavoro esteriore, ma è questa responsabilità, adusa alle condizioni ambientali, che porta ad un giusto automatismo alla risposta, che si può considerare come una liberazione, che consente di approfondire e stimolare la vita soggettiva interiore, dove la coscienza si accentra sempre meglio.
Costanza in tutti i rapporti sono necessari, e la disciplina o l’abitudine all’ordine è realmente utile. Si deve applicare non tanto per organizzare la personalità, quanto per liberarsi dalle limitazioni del tempo. Sii arbitro del tuo tempo e assoggetta le ore d’ogni giorno, esigendo da ciascuna la piena quota di lavoro o di riposo, senza fretta ne indebita pressione.
Un precetto importante, è quello d’ordinare il tempo, sì da estrarre ogni giorno la massima misura d‘ispirazione, di lavoro mentale e d’attività sul piano fisico. Così si impone a se stessi una disciplina che non inibisce, ma che otterrà il massimo effetto col minimo sforzo.
Non esiste libertà se non nello scegliere e nel servire. L’idea stessa di libertà può essere una prigione. Non esistono anime libere se non quelle che per scelta s’imprigionano e si sottopongono alla legge del servizio. Sono il servizio, la responsabilità e il lavoro di gruppo che alla fine contano; le fluttuazioni e le reazioni personali possono ritardare, ma non impedire il successo. Le fluttuazioni, le indecisioni e i dubbi della personalità non hanno importanza reale col procedere e alla luce dell’anima, ma hanno importanza nel tempo e nello spazio per quanto concerne il gruppo dei fratelli.
Essere un discepolo consacrato porta con se gioia, ma anche responsabilità, disciplina, ma anche vantaggi. Il lavoro è sempre una crescente realizzazione. Egli deve divenire consapevole d’ogni suo passo e risultato, d’ogni suo movente ed effetto, d’ogni meta raggiunta e conseguenza. Deve comprendere chiaramente i frutti della disciplina senza attaccamento ai risultati. Bisogna accostarsi consapevolmente alla meta, sì d’aver continua coscienza di un contatto in due direzioni: con la vita soggettiva interiore e con il mondo oggettivo esterno, è un’attività duplice e sintetica che bisogna intraprendere e sviluppare.
La disciplina deve impadronirsi contemporaneamente di tutti gli aspetti del sè inferiore . Chi non è discepolo può esercitarla nell’uno o altro dei suoi corpi inferiori. Il discepolo l’impone su tutti e tre simultaneamente, ossia sulla personalità nel suo insieme.
Per un’utilità maggiore nel servizio bisogna prestare attenzione all’applicazione pratica della conoscenza alla situazione. Molto spesso, per gli aspiranti, la debolezza principale è insita in uno dei corpi.
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