Sei in: LA GRANDE INVOCAZIONE > 2012

INVIA AD UN AMICO STAMPA QUESTA PAGINA

QUARANTADUE

 

INVOCAZIONE
PARTE QUARANTADUESIMA

            Dal centro del gruppo emana la stimolazione a rinnovata attività, e questo si diffonde in tutto il loto di gruppo finché le unità che rispondono a quella vibrazione particolare di raggio non sì “risveglino” occultamente. In tutto questo tempo la forza (per quanto riguarda i jiva) è stata quella del Primo Aspetto (vedasi schema "I tre aspetti"), ed è passata dai punti centrali ad altri punti centrali.  

            In ogni caso i nuclei positivi sono influenzati da questo divampare del fuoco o energia elettrica. Ogni punto interessato risponde dapprima con una contrazione, seguita da una manifestazione d’energia uscente o espansiva. Ogni identità interessata procede allora a risuonare una PAROLA. Questo suono si espande in un mantra, e gli Angeli solari vibrano come risposta. Qui vi è un punto interessante da notare. 

  1. Il primo aspetto (Volontà Potere) opera mediante una Parola di Potere.
  2. Il secondo aspetto (Amore-Saggezza) opera mediante combinazioni mantriche.
  3. Il terzo aspetto (Attività intelligente) opera mediante formule matematiche.

Dopo aver fatto risuonare la Parola, il primo aspetto, rappresentato dal fuoco elettrico nel centro del loto, torna nella quiescenza e diventa un’astrazione per quanto riguarda l’unità autocosciente. Il lavoro è stato iniziato, la vibrazione occorrente è stata avviata e l’intero processo prosegue secondo la legge. 

Gli Angeli solari hanno cominciato l’attività, e finché il loro lavoro non avrà raggiunto uno stadio assai elevato, l’aspetto Spirito deve diventare, nel corpo causale, l’analogo del Guardiano Silenzioso; mentre gli Angeli solari continuano a far risuonare il mantra, che è la base del loro lavoro, i  Pitri lunari rispondono a certi suoni di quel mantra (non certo a tutti, dapprima) e traggono da quei suoni la formula secondo la quale il loro lavoro deve procedere. Così la Parola è la base del mantra, e il mantra è la base della formula. 

Ad ogni incarnazioni occorrono delle forme più fini, e perciò le formule diventano più complicate e i Pitri lunari non rispondono più ai suoni o mantra intonati sul piano mentale. Questo è il segno dello stadio della perfezione e indica che i tre mondi non esercitano più la trazione verso il basso sul jiva interessato. Il desiderio della manifestazione e dell’esperienza inferiore non domina più, e rimane solo il proposito cosciente. Allora, e soltanto allora, può essere costruito il vero Mayavirupa.  

Il Maestro fa allora risuonare il mantra da Sé e costruisce senza formule nei tre mondi; anche al tempo il cui l’uomo comincia a calcare il Sentiero della Prova i mantra degli Angeli solari cominciano a smorzarsi, e lentamente (con l’aprirsi dei petali del cerchio interno del loto) emerge la Parola giusta, finché i tre petali del sacrificio si aprono del tutto rivelando la scintilla centrale. Allora la Parola è conosciuta pienamente e i mantra e le formule non servono più. Così è rivelata la bellezza dello schema. 

Tornando ai jiva che si reincarnano, quando l’impulso iniziale è dato, la vibrazione permea i petali e ha inizio l’attività in quelli che rispondono alla nota di quella Parola. Gli Angeli solari dirigono la vibrazione, e s’inizia il mantra per quel tipo particolare di Ego. Infine la vibrazione raggiunge l’unità mentale (sul piano mentale - vedasi schema n°1) alla base del loto in boccio, e i Pitri lunari sono chiamati all’attività. Essi cominciano ad elaborare le loro formule per il tipo particolare di veicolo richiesto.  

 


<< TUTTI GLI ARTICOLI >>


Condividi/Salva/Aggiungi a preferiti