INVOCAZIONE PARTE QUARANTADUESIMA
Dal centro del gruppo emana la stimolazione a rinnovata attività, e questo si diffonde in tutto il loto di gruppo finché le unità che rispondono a quella vibrazione particolare di raggio non sì “risveglino” occultamente. In tutto questo tempo la forza (per quanto riguarda i jiva) è stata quella del Primo Aspetto (vedasi schema "I tre aspetti"), ed è passata dai punti centrali ad altri punti centrali.
In ogni caso i nuclei positivi sono influenzati da questo divampare del fuoco o energia elettrica. Ogni punto interessato risponde dapprima con una contrazione, seguita da una manifestazione d’energia uscente o espansiva. Ogni identità interessata procede allora a risuonare una PAROLA. Questo suono si espande in un mantra, e gli Angeli solari vibrano come risposta. Qui vi è un punto interessante da notare.
- Il primo aspetto (Volontà Potere) opera mediante una Parola di Potere.
- Il secondo aspetto (Amore-Saggezza) opera mediante combinazioni mantriche.
- Il terzo aspetto (Attività intelligente) opera mediante formule matematiche.
Dopo aver fatto risuonare la Parola, il primo aspetto, rappresentato dal fuoco elettrico nel centro del loto, torna nella quiescenza e diventa un’astrazione per quanto riguarda l’unità autocosciente. Il lavoro è stato iniziato, la vibrazione occorrente è stata avviata e l’intero processo prosegue secondo la legge.
Gli Angeli solari hanno cominciato l’attività, e finché il loro lavoro non avrà raggiunto uno stadio assai elevato, l’aspetto Spirito deve diventare, nel corpo causale, l’analogo del Guardiano Silenzioso; mentre gli Angeli solari continuano a far risuonare il mantra, che è la base del loro lavoro, i Pitri lunari rispondono a certi suoni di quel mantra (non certo a tutti, dapprima) e traggono da quei suoni la formula secondo la quale il loro lavoro deve procedere. Così la Parola è la base del mantra, e il mantra è la base della formula.
Ad ogni incarnazioni occorrono delle forme più fini, e perciò le formule diventano più complicate e i Pitri lunari non rispondono più ai suoni o mantra intonati sul piano mentale. Questo è il segno dello stadio della perfezione e indica che i tre mondi non esercitano più la trazione verso il basso sul jiva interessato. Il desiderio della manifestazione e dell’esperienza inferiore non domina più, e rimane solo il proposito cosciente. Allora, e soltanto allora, può essere costruito il vero Mayavirupa.
Il Maestro fa allora risuonare il mantra da Sé e costruisce senza formule nei tre mondi; anche al tempo il cui l’uomo comincia a calcare il Sentiero della Prova i mantra degli Angeli solari cominciano a smorzarsi, e lentamente (con l’aprirsi dei petali del cerchio interno del loto) emerge la Parola giusta, finché i tre petali del sacrificio si aprono del tutto rivelando la scintilla centrale. Allora la Parola è conosciuta pienamente e i mantra e le formule non servono più. Così è rivelata la bellezza dello schema.
Tornando ai jiva che si reincarnano, quando l’impulso iniziale è dato, la vibrazione permea i petali e ha inizio l’attività in quelli che rispondono alla nota di quella Parola. Gli Angeli solari dirigono la vibrazione, e s’inizia il mantra per quel tipo particolare di Ego. Infine la vibrazione raggiunge l’unità mentale (sul piano mentale - vedasi schema n°1) alla base del loto in boccio, e i Pitri lunari sono chiamati all’attività. Essi cominciano ad elaborare le loro formule per il tipo particolare di veicolo richiesto.
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