INSEGNAMENTI PARTE QUARANTADUESIMA
…I discepoli che non hanno ancora conseguito la terza iniziazione, devono imparare la Tecnica dell’Impressione, a generare l’energia e impiegare il centri ajna; questo perché essendo essi ancora “confinati” nei veicoli della personalità, hanno bisogno di dirigere l’energia con “l’occhio”. Essi per ora devono eseguire il Piano Divino sul piano fisico, realizzando così la Volontà di Shamballa.
L’impressione è soltanto l’anticipatrice dell’energia; chi risponde all’energia deve registrare il Piano e realizzarlo nel proprio piccolo, altrimenti essa conduce ad una sterile attività. Questa energia non è generata dal discepolo ma dalla Gerarchia ed è soltanto uno strumento. Il discepolo deve essere solo un silenzioso ed equilibrato ricevitore che controlla il terzo occhio (agente direttivo dell’energia ricevuta).
Da questo si deduce che bisogna padroneggiare le tecniche e saper distinguere fra: le proprie energie, l’energia del suo raggio, l’energia dell’ashram, l’energia gerarchica e l’energia, o meglio la forza cristica, in rapporto con la volontà. Quest’ultima deve essere un’applicazione piena di comprensione e di gioia in particolar modo da parte dei discepoli di primo e secondo raggio rispettando sempre la libertà umana.
Centri
Dal punto di vista delle rispettive iniziazioni, e per quanto concerne i punti di rivelazione, l’energia di un centro planetario (Gerarchia) viene diretta verso il servizio all’umanità, dal centro ajna, dal centro del cuore, dal centro della testa, dal centro della gola e dal centro alta major.
Questa energia, generata dalla Gerarchia, è sotto l’ispirazione del Proposito divino e guidato verso l’esecuzione del Piano.
L’energia deve fluire ininterrottamente ed essere correlata fra i sette centri e scambiata fra i membri del gruppo per mezzo di questi. I membri del gruppo creeranno una forma pensiero con sette punti di vita energetica che esprimerà la somma totale dei sette tipi di energia impiegata individualmente. Essi costruiranno una fusione fra l’anima individuale e l’anima di gruppo, e conseguentemente con l’ashram e la Gerarchia.
Ricordiamoci che l’energia è fluida e in continuo movimento. Noi siamo immersi in un mare di forze, perciò dobbiamo saper distinguere, captare e utilizzare l’energia delle Forze della Luce e dell’ashram, incanalandola attraverso la triplicità formata dall’ashram, dall’anima e da se stesso. Il discepolo deve dominare questo triangolo in modo teorico, intuitivo, visivo e pratico.
Il riconoscimento dell’energia monadica comporta l’allineamento con la Triade spirituale e con tutti i centri, così questi ultimi possono registrare e trasferire le energie nella personalità.
Ora il discepolo può stabilire, tramite il servizio e attraverso l’ashram, un rapporto più stretto con la Gerarchia.
Lo spazio è una “entità che tutto avvolge”; in esso sono focalizzati dei centri radianti o sorgenti di luce, di vita e di conoscenza che il discepolo deve riconoscere per comprendere la direzione dalla quale provengono le varie energie che potenziano la sua vita, motivano le sue azioni e attuano il piano divino.
In questo mare di energie egli deve imparare quali respingere e quali accettare, ricordando che sono determinate dal fattore tempo.
Queste energie, in questo eccezionale momento della storia dell’umanità, evocano una risposta poiché si polarizzano sul piano mentale; chi centra e controlla la mente ed è motivato dall’aspirazione, si trova di fronte ad un’opportunità senza precedenti.
L’occultista che ha scoperto le energie, sempre presenti nella vita, le vive coscientemente e le sperimenta specialmente nelle iniziazioni.
Il mondo delle energie, in costante movimento, nel quale siamo immersi, è il veicolo di manifestazione governato dal Logos.
Tutto è condizionato dai vortici di forza che creano punti principali di tensione, quali per esempio, la Gerarchia e l’umanità.
La tensione odierna, causata dalla volontà di Sanat Kumara che si prepara per un’iniziazione cosmica e che invia energia diretta senza intermediario, mette in crisi l’umanità che comincia pian piano a conformarsi all’intenzione divina.
Questa crisi creativa di riordinamento è dovuta anche alla conclusione di un ciclo zodiacale (fine dell’era dei Pesci), alle energie provenienti dall’Acquario e alla crescente attività dominante del settimo raggio.
Sul secondo sentiero del lavoro magnetico, si opera con l’energia del sistema solare (Fohat) che si differenzia in sette tipi principali di energie.
Il Maestro opera con l’energia astrale pura della natura cosmica del Logos solare, dirigendola entro l’anello invalicabile planetario, indirizzandola secondo la Legge nella nostra vita planetaria, libera da annebbiamenti del piano astrale creati lungo le età dal genere umano.
Il Maestro dalla Sua posizione di unità isolata, crea un punto focale ed un atteggiamento mentale positivo; quindi emana il “Suono” secondo la Legge di attrazione e i mezzi a Sua disposizione, precipita l’energia, secondo la visione e l’intenzione, facendola passare attraverso il triangolo di forze e proiettandola verso la mèta secondo la Legge di distribuzione.
L’occultista deve imparare a conoscere a fondo e a dominare le forze e le energie dentro di sé; il discepolo e l’iniziato invece, lavorano con le energie gerarchiche e con le forze dei regni della natura nei tre mondi; i Maestri a loro volta vengono istruiti sull’uso delle energie che sono di origini extraplanetarie, ma che esistono all’interno dell’anello invalicabile solare.
Le iniziazioni superiori mettono l’iniziato in condizione di prendere la decisione di seguire uno dei sette sentieri cosmici (fuori del pianeta Terra); fra questi c’è quello del “Principio di Vita” che segue la linea 1, 3, 5, 7 oppure il sentiero verso Sirio che segue la linea 2, 4, 6.
L’energia di Sirio si focalizza nella gerarchia senza passare da Shamballa, versando l’influsso ciclico nella Gran Loggia Bianca e negli Ashram, poiché negli iniziati, prima della grande decisione, è attivo il principio di Buddhi dell’amore-saggezza.
Il Maestro
Il Maestro accetta il discepolo quando la mente concreta, illuminata dall’anima, è ricettiva all’impressione della Triade Spirituale e quando la coscienza del Maestro è in contatto con quella del chela; allora gradatamente la sua coscienza è posta in rapporto con l’intera Gerarchia e a questo punto egli può utilizzare qualsiasi energia ashramica.
Egli diviene cosciente di tre impressioni vibratorie: della propria anima, dell’ashram e del Maestro, che lo raggiungono attraverso tre distinti canali. Ciò viene facilitato se si registrano coscientemente sul piano appropriato e col giusto centro.
In questo schema planetario ogni cosa, “vista” dal Logos, è importante sia in basso che in alto, in un regno o in un altro. Tutto appartiene ad un’unità, nella quale si manifestano le qualità viste, comprese e sperimentate dalle personalità umane.
Siamo parte di un Tutto, perciò apparteniamo alla Divinità; questo ci rende consapevoli che qualsiasi cosa accada è già prevista come fatto necessario nello schema, persino gli apparenti insuccessi, perché alla fine tutto porterà al bene del Pianeta. Questo ci deve portare non alla passività ma all’accettazione dinamica e intelligente al fin che il bene, col nostro concorso, arrivi il più presto possibile. Perciò cerco di aiutare gli altri aderendo alla volontà superiore facendo tutto il possibile per condurre sul Sentiero il maggior numero di persone.
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