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QUARANTOTTO

 

MEDITAZIONE
PARTE QUARANTOTTESIMA

La sensibilità telepatica

       La sensibilità verso l’Ashram del Maestro e dei fratelli di gruppo comporta il silenzio che si estrania l’essere spirituale dai “rumori” del mondo.

       La sensibilità telepatica quando agisce fra gli Ashram porta allo scoperto il Potere universale o piano mentale di tutti i discepoli e all’unità di tutti gli esseri.

       La funzione della mente è il raggiungimento dell’intuizione che coglie la realtà con chiarezza, perché scaturisce direttamente dalla Mente universale. Così il discepolo percepisce il Piano teso a realizzare la fratellanza e la sintesi dell’evoluzione o Unità, come Scopo divino.

       La sensibilità telepatica deve essere sviluppata da parte dei discepoli affinché possano fungere da avamposti della Coscienza del Maestro. Egli, per mezzo di questa qualità, conosce i suoi chela e dispone il servizio adeguato, sicuro che sarà recepito con intelligenza in base alle necessità.

       Il Tibetano ci ha detto che la telepatia sarà il mezzo di comunicazione del futuro. Per essere telepaticamente sensibili agli altri bisogna sciogliere il nodo dell’attaccamento e del distacco con l’uso dei giusti valori: non inorgoglirsi per l’immunità all’attaccamento ne aver timore che gli altri non ci amino. Per svilupparla usiamola verso tutto ciò che è spiritualmente esoterico: raggiungere una focalizzazione occulta mediante l’udito interiore e l’occhio della visione.

       Il lavoratore ashramico che si prepara all’iniziazione deve sviluppare dentro di sé una nuova sensibilità all’impressione che proviene da sorgenti ancora più alte della stessa Gerarchia.

       Solo la sensibilità rende possibile la Rivelazione. Al Maestro, avendo la sensibilità sviluppata, nelle ultime tre iniziazioni gli è rivelato il significato della creazione e la qualità del Proposito. 

   La vita invocativa e la Scienza di Impressione

L’invocazione e la meditazione devono sostituire la preghiera e l’adorazione se vogliamo evocare l’energia da rendere concreta dopo aver compreso, per esempio, il significato dei mantra.

La vita invocativa è vissuta da chi sa manipolare l’energia nella forma-pensiero desiderata: per esempio, nella Scienza dei Triangoli o nelle formule: conducimi dall’oscurità alla luce; dall’irreale al Reale; dalla morte all’immortalità.

Soltanto ora si comincia a comprendere le implicazioni della Grande Invocazione che richiama il Cristo col desiderio sublimato dei discepoli, della Gerarchia e dell’Umanità riunite, è comincia a influenzare l’umanità.

Ora è il momento propizio perché il Logos sta per prendere un’Iniziazione cosmica, perché l’energia dell’Acquario e quella del settimo raggio, producono consenso, unità, ordine e avvicinano lo Spirito.

          L’invocazione ha permesso ai discepoli di evocare l’interessamento dei Maestri, poiché, essendo essi sul piano mentale, sono attirati dall’energia della Triade spirituale perché ricettivi a tre tipi di luce (personalità, anima e Triade).

            Questi discepoli invocano luce che rischiari la via e i luoghi scuri della Terra, Buona Volontà, che richiede più amore per il mondo; volontà — di — bene, che si esprima nel tempo e nello spazio. Ora tutte queste luci sono evocate dalla Grande Invocazione, accostandoci alla Sorgente della Vita, dell’amore e della luce, provocando l’apparizione di ciò che è nuovo, migliore e progressivamente giusto.

      Quando il servizio è il centro focale del discepolo, i poteri dell’anima si manifestano ed è possibile (in meditazione) invocare la Triade, intensificare la vita spirituale, costruire l’antahkarana e fare una serie graduale di rinunce, fino alla grande Rinuncia.

       In meditazione ogni espansione di coscienza, registrazione del Proposito e del Piano, processo di sviluppo evolutivo, comprensione spirituale e instaurazione dei contatti sono dovute all’Invocazione e all’Evocazione concentrata degli Esseri spirituali, che raggiungono una percezione e una formulazione altruistica del Piano divino.

       L’invocazione di un gruppo di discepoli evoca ciò che è maggiore, più inclusivo e illuminato, e può far apparire un Essere capace di incarnare in sé una via di salvezza per il genere umano.  Infatti, l’attuale atteggiamento dell’umanità è di un grande momento d’invocazione che evoca il ritorno del Cristo.

       L’invocazione porta a una serie di ascensioni: Invocazione, Evocazione, Resurrezione e Ascensione.

       L’umanità sta creando una grande forma – pensiero evocativo; quando sarà abbastanza intenso il Grande Ashram, lentamente si manifesterà sul piano fisico, conservando le distinzioni, ma a livello interiore ci sarà la fusione di anima e personalità, la coordinazione dell’amore e dell’intelligenza e la possibilità di realizzare il Piano. Ciò sarà reso possibile dal potere dell’invocazione e dal processo iniziatico, rendendo possibile l’ammissione di un gran numero di discepoli nel Grande Ashram e apportando dei mutamenti in tutti i campi della Civiltà. Naturalmente se il libero arbitrio dell’uomo lo permetterà. Essendo l’umanità, il Centro della Gola di Sanat Kumara, l’energia della Volontà sarà trasmessa in maggior quantità.

       Il rapporto con la Gerarchia è possibile attraverso il processo iniziatico che permette di raggiungere le sorgenti del potere, dell’amore e della luce, da riversare sotto forma di servizio all’umanità.

       La relazione del discepolo con l’Ashram concerne l’assorbimento di energie e la loro distribuzione al Tutto mediante una costante “vitalità spirituale”, che si ottiene costruendo nella coscienza del cervello fisico un riconoscimento stabile di rapporti e atteggiamenti. Qualsiasi espansione di coscienza a livello soggettivo deve diventare oggettivo, in modo che la sua vitalità spirituale diventa una realtà quotidiana. È ciò che comunemente chiamiamo la “vita duale del discepolo”, che pian piano, con la trasformazione della personalità, si fonde, diventando Vita Una. Ricordiamoci che l’avanzamento avviene di fusione in fusione.

       Riconoscere le idee con l’arte della precipitazione, trasformarle in ideali e tradurle in concetti che impressionino i pensieri umani e gli intellettuali sono un preciso compito dei discepoli di un Ashram, ispirati dalla Gerarchia. Ciò deve essere fatto coltivando il “giusto senso del momento opportuno” ovvero sia dell’eterno presente, sintesi del passato, del presente e del futuro.

 


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