INVOCAZIONE PARTE QUARANTANOVESIMA
L’aspetto Volontà
“Vita più abbondante”. Queste parole, pronunciate dal Cristo per bocca di Gesù, si riferiscono al contatto con Shamballa; il risultato sarà l’espressione della Volontà. L’intero processo invocazione ed evocazione è connesso a quest’idea. L’aspetto minore è sempre il fattore invocante, e ciò costituisce una legge inalterabile alla base di tutto il processo evolutivo.
È necessariamente un processo reciproco, ma nel tempo e nello spazio (il tempo ha natura e manifestazione ciclica e lo “spazio è un’entità”) si può dire, in senso lato, che il minore invoca sempre il superiore, e i fattori superiori sono allora evocati e rispondendo secondo il grado di comprensione e la tensione dinamica dell’elemento invocante.
La parola “evocazione” denota semplicemente la risposta di ciò che è stato raggiunto. Il compito dell’aspetto minore o del gruppo minore è d'invocare, e la riuscita del rito d’invocazione è chiamata evocazione.
Il discepolo trova il suo gruppo nell’Ashram del Maestro, e coscientemente e con piena comprensione domina la morte, la nemica dell’esistenza a lungo temuta. Scopre che la morte è semplicemente un effetto prodotto dalla vita e dalla sua volontà cosciente, ed è un modo con cui egli dirige la sostanza e domina la materia. Diviene possibile far ciò coscientemente perché, avendo sviluppato la consapevolezza di due aspetti divini – attività creativa e amore – ora egli è focalizzato nell’aspetto più elevato e sa di essere la Volontà, la Vita, il Padre, la Monade, l’Uno. Consideriamo due fattori:
- Il metodo per evocare l’aspetto Volontà.
- Il processo di riconoscere l’aspetto Vita, la Monade, il Padre nei Cieli.
Evocazione della Volontà
Il compito principale del Cristo, quale Capo della Gerarchia spirituale del pianeta, è di evocare il fuoco elettrico di Shamballa, l’energia della Volontà divina, e questo in forma tale che la Gerarchia stessa possa essere attirata più vicino alla fonte di Vita, e che, per conseguenza, l’umanità possa trarre beneficio da quest’approccio gerarchico e conoscere infine il significato delle parole “vita più abbondante”.
Egli dopo aver collegato l’umanità con la Gerarchia (che per l’uomo individualmente significa collegare la personalità con l’anima) ora, con il contributo del Buddha, cerca di collegare più strettamente la Gerarchia a Shamballa, l’Amore alla Volontà, il fuoco elettrico a quello solare.
Egli nutre le vite minori.
Questo si riferisce al compito del Cristo che giorno per giorno progredisce nel suo ruolo di Dio Preservatore. Egli “sorveglia i piccoli” Qui si fa riferimento alla Sua attività d’Iniziatore e alla sua responsabilità di Capo della gerarchia. Il nutrire le piccole vite si riferisce principalmente al suo compito d’Istruttore mondiale e alla responsabilità di far progredire l’umanità nella luce, con l’aiuto di tutti i Maestri, ognuno dei quali opera tramite il proprio Ashram.
Egli mantiene in rotazione la ruota
Ciò si riferisce precisamente alla grande Ruota della Rinascita, quale ruota per mezzo della quale le anime sono portate giù in incarnazione, e poi fuori di questa, uscendo dalla prigione dell’anima; con il girare della ruota gli esseri umani apprendono le lezioni necessarie, creano ciclicamente i loro veicoli d’espressione (l’apparato di risposta dell’anima nei tre mondi) e in questo modo, con la guida dell’anima e aiutati dalla Gerarchia e dalle sue scuole, giungono alla perfezione.
L’intero processo è guidato dal Cristo assistito dal Manu e dal Signore della civiltà. Questi tre grandi Signori rappresentano perciò i tre grandi Aspetti divini nella Gerarchia. Insieme ai quattro Signori del karma Essi costituiscono i sette che governano tutto il processo dell’incarnazione e reincarnazione.
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