MEDITAZIONE PARTE CINQUANTUNESIMA
La creatività della vibrazione
L’allievo fino al terzo stadio del discepolato di norma fa parte del gruppo del Maestro; al quarto stadio diviene membro dell’Ashram o della Gerarchia, potendo così reagire alla vibrazione e all’influenza di Shamballa, anche perché, essendo cambiato il metodo di preparazione, è implicato Io sviluppo dell’amore, dell’intuizione e della Volontà. Al Maestro interessa la sensibilità e la capacità del discepolo d’influire sui piccoli da formare per il Sentiero del discepolato.
Lo sviluppo della sensibilità comporta l’interiorità, la calma, la pace e il riconoscersi come essere spirituale non disturbato dai clamori del mondo. D’altronde, le condizioni del gruppo dipendono dall’aggregato delle vibrazioni di tutti gli elementi che non devono manifestare alcuna separatività o differenziazioni sia interiori sia esteriori.
Il vero lavoro esoterico si realizza in profonda concentrazione, focalizzazione e tensione meditativa su un livello di coscienza superiore, liberando l’energia per l’afflusso di Rivelazione. È la mancanza di concentrazione che impedisce il vivere al centro della coscienza e la sensibilità alle vibrazioni del Maestro, dell’Ashram e degli altri fratelli.
Se il discepolo riconosce il “richiamo vibratorio” del Maestro, è anche consapevole della “qualità”, della “sfera d’influenza” e dell’Aura dell’ashram. L’elevazione col pensiero su uno stato di coscienza superiore, permette scoperte intuitive e spirituali che producono il seme di una nuova creazione o un nuovo campo di consapevolezza.
Il movente di ogni meditazione di gruppo è il servizio altruistico, e la nota chiave è la creatività. Il gruppo è condizionato da ogni pensiero creativo di ciascun discepolo; è nel gruppo che essi ricevono ispirazione e sviluppano l’intuizione. Il gruppo, mediante l’allineamento, può impressionare la Gerarchia, i Contemplativi e Shamballa. Esso collabora anche col Cristo e i Maestri, impressionando il Nuovo Gruppo dei Servitori del Mondo e l’umanità e creando un grande Sentiero di luce mediante il quale, simbolicamente parlando, verrà il Cristo.
La meditazione
I gradi del lavoro meditativo sono: il desiderio positivo, la riflessione mentale e la meditazione diretta; queste espressioni raggiungono obiettivi fisici ed emotivi; inoltre abbiamo: l’Adorazione, l’Invocazione ed Evocazione e la Meditazione ashramica. Questi sono creativi, intelligenti ed efficaci perché responsabili di quanto è visto, posseduto, utilizzato e conosciuto nei tre mondi.
La meditazione ashramica rende creativi e attivi i desideri, le aspirazioni e le riflessioni degli uomini, qualunque sia il loro livello evolutivo. Il suo scopo è l’instaurazione del Quinto Regno in terra.
“La meditazione è il massimo agente creativo dell’universo”. Questo processo creativo si svolge in sette fasi: medita il Logos, Shamballa, i Nirmanakaya, la Gerarchia, i Maestri, il Nuovo Gruppo dei Servitori del Mondo e l’Umanità.
Ciò che un discepolo dovrebbe sforzarsi di sentire è la vibrazione dell’anima: istanti di luce e d’illuminazione, di calmo pensiero ispiranti l’applicazione pratica delle idee.
Il Maestro
La vibrazione del centro del cuore del Maestro è amore che si esprime con comprensione, impersonalità e acuta sensibilità al bisogno, ed è ciò che il discepolo deve esprimere sul piano pratico.
Per distinguere la vibrazione del Maestro bisogna addestrarsi a sentire la vibrazione di primo e secondo raggio, la vibrazione di un gruppo di secondo raggio e quella di sesto raggio, quest’ultimo facilmente captabile perché opera a livello astrale. È importante accrescere la propria vibrazione e l’influenza in un servizio efficiente quale punto focale per la ricezione dell’energia del Maestro.
Un discepolo di primo raggio deve essere sensibile alla vibrazione dell’anima, al particolare gruppo di discepoli con i quali egli lavora, alle Scuole esoteriche e al Maestro Morya, capo di tutti i gruppi esoterici; ma ciò che deve dominare sono le nuove formule di vita e non più soltanto quelle dell’anima, i nuovi valori e le nuove verità, la settemplice sorgente di espressione di vita. La Volontà di Dio deve prendere forma cosciente nella sua mente ed anche in quella degli uomini.
In quanto all’iniziazione deve scoprire da sé a qual è preparato attraverso il riconoscimento di prove, esperienze e orientamenti interiori.
L’iniziazione
D’ora in avanti, egli legherà il corpo astrale e la coscienza buddhica, userà il giusto senso delle proporzioni, l’equilibrio, l’atteggiamento spassionato e un sincero riconoscimento delle sue qualità quanto delle deficienze; a quest’ultime, però, non si deve dare eccessiva importanza, ciò che veramente conta è il riconoscimento di essere un discepolo affiliato alla Gerarchia.
La famosa porta dell’iniziazione di cui tanto si parla è di natura elettrica, che si oppone all’ingresso dell’aspirante fin tanto che la vibrazione di questo non sia in sintonia o in sincronismo con quella della porta; solo allora egli può entrare in una Luce maggiore.
La natura elettrica è fuoco, quindi, simbolicamente parlando, solo quando il fuoco d’attrito è dominato dal fuoco solare, si possono prendere le prime quattro iniziazioni, e quando tutte e due i fuochi sono subordinate al Fuoco elettrico, emanazione della Monade, si prende la quinta iniziazione. Questo processo inizia alla terza iniziazione che si prende sui livelli superiori del piano mentale.
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