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CINQUANTAQUATTRESIMA

 

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PARTE CINQUATAQUATTRESIMA

Il fotone. 

            Il fotone è il primo, il puro quanto di luce/amore, seme della grande generazione della coscienza. L’occhio che si vede da solo grazie alla sua luce cosciente interiore. “La coscienza è luce e vuoto attraverso l’amore. “Io amo la luce e la verità di ciò che vedo, attraverso la luce”. E poi la vita dell’amato fotone è infinita come la sua coscienza, e il fotone non ha massa, non ha corpo. 

             Il fotone/luce può esprimersi allo stato libero come linea luminosa o può entrare in rotazione intorno a se stesso creando un movimento armonico di forma sferica oppure entrare in relazione con altri fotoni, generando necessariamente movimenti angolari, orbite circolari… punti che si muovono intorno ad altri punti, creando archi di cerchio, che poi, nelle relazioni stabili e armoniche possono diventare anch’essi perfettamente sferici o ovali. La velocità di rotazione è quella della luce e quindi è velocissima: il fotone più veloce ruota intorno a quello più stabile creando un bozzolo di fili di luce… una barriera formata da un flusso velocissimo d’informazioni intorno ad un centro più stabile di coscienza, che dall’esterno sembra “solida”. Cosicché a noi, che ancora percepiamo il mondo dall’esterno, esso appare come materia, anche se è solo movimento.  

            Il fotone può essere al contempo onda e particella. Un altro modo per dire zero e uno. Quando il fotone si comporta da particella, sembra una vera unità “materiale”, e avere una natura “solida”, mentre se si comporta da onda, diventa un “flusso d’informazioni”. Nel suo aspetto di particella è un “corpo visibile”, nel suo aspetto di onda è una “informazione invisibile”. Il fotone include in sé l’apparente dualità psiche/soma o anima/corpo. È ovvio che questa dualità non esista, ma nasce se osserviamo il fotone dall’esterno e ne vediamo la forma o se lo scrutiamo dall’interno e lo percepiamo come informazione. Questi due aspetti sono l’unità della coscienza. 

            Il fotone ha vita infinita, è il quanto di anima eterna che crea tutte le cose. La sua piccola coscienza di sé ha creatività potenzialmente infinita.  La luce è amore. E, dal quanto di luce elettromagnetica, si crea per armonia e coevoluzione ogni unità esistente, dagli elettroni, alle cellule e a tutto ciò che esiste e ognuna di queste unità ha lo stesso campo elettromagnetico del fotone con il flusso di energia a spirale che gira su se stessa. 

Forma, vita e coscienza. 

             Dopo tre miliardi di anni di evoluzione cellulare, come in precedenza era accaduto agli atomi… L’intelligenza e la coscienza di ogni singola cellula erano moltiplicate miliardi di volte e da una complessa moltitudine di singole unità nasceva la prima unità di coscienza multicellulare. La fusione delle coscienze in una sola coscienza. Sintropia generò complessità e piacere di crescere, entropia divisione e dolore. Complessità e significati crebbero in scala logaritmica. Il tempo accelerò ancora una volta la sua velocità informatica e lo spazio si aprì a un campo di coscienza ancora più vasto. 

            Negli animali, si venne a creare una differenziazione cellulare molto complessa che portò alla formazione dei vari tessuti e sistemi come quello digerente, respirato, circolatorio ecc. In quest’unità multicellulare, le cellule specializzate nella gestione delle informazioni si costituirono in un unico sistema cibernetico con i suoi centri di analisi; nasceva il primo sistema nervoso, con i suoi nervi periferici, con il suo asse centrale e il suo primo cervello. Un ologramma informatico dell’intera unità vivente. I nostri progenitori nascevano già con questo incredibile strumento di conoscenza; prima piccoli vermi, poi pesci del mare, anfibi e rettili, e poi ancora da essi mammiferi, le scimmie e gli uomini. 

 


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