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CINQUANTACINQUE

 

MEDITAZIONE
PARTE CINQUANTACINQUESIMA

Il Piano
       Lo scopo del Piano è la fratellanza o meglio la realizzazione della comunione con tutti gli esseri, con un’ispirata e precisa attività costruttiva, affinché sia proficua, occorra il distacco, vedendoci come appartenenti a un grande esercito che opera per la Gerarchia. Distacco che non deve essere separazione ma lavoro e coesione di gruppo

       In pratica, il discepolo deve percepire il Piano soggettivo in costante sviluppo e presentarlo con chiarezza e in termini appropriati (impressionando certe menti con suggerimenti) in modo che gli uomini che sanno pensare mutino le vecchie tendenze mentali e possano illuminare il mondo. 

       La percezione della volontà divina è in rapporto al grado d’iniziazioni dei discepoli, e il loro compito è di esprimere il Piano col servizio orizzontale e verticale. 

       Il piano al quale siamo interessati non è l’intero Proposito del Logos, ma soltanto quello che concerne l’espressione su questo pianeta, specialmente in questo periodo di crisi e tensione planetaria. 

       In termini di volontà di bene e di buona volontà il piano consiste per prima cosa nell’eliminare la separatività – siamo una sola umanità, figli di un solo Padre; secondo nell’instaurare la buona volontà e i giusti rapporti umani con quelli che si constata sia in alto sia in basso. 

        Il Piano, in questa Nuova Era, richiede dei cambiamenti da parte dell’umanità. In particolar modo una nuova religione e un nuovo insegnamento basati sul consenso e sul servizio collettivo, diretto verso il bene comune e basato sull’interdipendenza di tutto il genere umano, compresi tutti gli altri Regni di natura.

       Il Nuovo Gruppo dei Servitori del Mondo è la nostra famiglia spirituale, dove tutto ciò che disponiamo, come luce, amore altruistico intelligente, volontà/di/bene e buona/volontà, appartiene alla comunità, e devono essere messi a disposizione di tutti per realizzare il Piano divino.  Il segreto di questo gruppo è l’anima di gruppo, lo spirito di gruppo, la mancanza di separatività e l’assenza di critica, perché opera come organismo e non come organizzazione. 

       Per il discepolo il distacco è essenziale, anche se continua a usare le cose terrene come strumenti di servizio, per preparare l’umanità all’avvento del quinto Regno spirituale. 

Forma pensiero di gruppo

       Il discepolo, quando costruisce la forma pensiero di gruppo per il servizio verticale, deve tener presente che: 

·         L’energia dinamica del proposito che è convertita in Piano dalla Gerarchia.

·         L’energia magnetica del desiderio che attiva i costruttori.

·         La legge di sintesi che limita la vita della forma pensiero.

·         La legge d'interazione vibratoria che concorre alla costruzione.

·         La precipitazione attiva che produce l’esistenza in manifestazione. 

       Il risveglio spirituale permette di costatare che la luce della Triade, pervade i tre mondi e tutti i Regni, basta saper “ascoltare” e “vederla” agire nell’ambiente, per poterla poi, tramite l’esperienza, impiegare nella propria sfera di attività, per produrre effetti positivi nelle altre persone. Naturalmente dobbiamo occuparci degli aspetti più sottili, dei contenuti e dei significati sempre esistenti. 

       Si tratta di stabilire cosa “impressiona” in un dato momento e in che modo ci condiziona, e giungere così a un’interpretazione ispirata. L’allievo fino al terzo stadio del discepolato di norma fa parte del gruppo del Maestro; al quarto stadio diviene membro dell’ashram o della Gerarchia, potendo così reagire alla vibrazione e all’influenza di Shamballa, anche perché, essendo cambiato il metodo di preparazione, è implicato lo sviluppo dell’amore, dell’intuizione e della volontà.

       Al Maestro interessa la sensibilità e la capacità del discepolo di influire sui piccoli da formare per il sentiero del discepolato. Lo sviluppo della sensibilità comporta l’interiorità, la calma, la pace e il riconoscersi come essere spirituale non disturbato dai clamori del mondo. 

       D'altronde, le condizioni del gruppo dipendono dall’aggregato delle vibrazioni di tutti i membri, che non devono manifestare alcuna separatività o differenziazioni sia interiori sia esteriori. 

       Il vero lavoro esoterico si realizza in profonda concentrazione, focalizzazione e tensione meditativa su un livello di coscienza superiore, liberando l’energia per l’afflusso di Rivelazione

       Se il discepolo riconosce il richiamo vibratorio del Maestro, è anche consapevole della “qualità”, della “sfera d’influenza” e dell’”aura dell’ashram”. 

       L’elevazione con il pensiero su uno stato di coscienza superiore, permette scoperte intuitive e spirituali che producono il seme di una nuova creazione o un rinnovato campo di consapevolezza

       Il movente di ogni meditazione di gruppo è il servizio altruistico e la nota chiave è la creatività. 

Il gruppo è condizionato da ogni pensiero creativo di ciascun discepolo; è nel gruppo che essi ricevono ispirazione e sviluppano l’intuizione. 

       Il gruppo, mediante l’allineamento, può impressionare la Gerarchia, i Contemplativi e Shamballa. Esso collabora anche con l’Entità cristica e i Maestri, impressionando il Nuovo Gruppo dei Servitori del Mondo e l’umanità, creando un grande Sentiero di luce mediante il quale, simbolicamente parlando, verrà il Cristo (l’amore divino).

       La meditazione ashramica rende creativi e attivi i desideri, le aspirazioni e le riflessioni degli uomini qualunque sia il loro livello evolutivo. 

       “La meditazione è il massimo agente creativo dell’universo”. Questo processo creativo si svolge in sette fasi: medita il Logos, Shamballa, i Nirmanakaja, la Gerarchia, i Maestri, il Nuovo Gruppo dei Servitori del Mondo e l’umanità".

 


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