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SERVIZIO - (PARTE QUARTA)

 

 SERVIZIO
(Parte quarta)

 

Servizio tramite:…Disciplina

            La base della scienza dello sviluppo della disciplina è costituita da quattro passi interdipendenti: Conoscere, Volere, Osare, Tacere.

  1. Conoscere. Con lo studio bisogna pervenire a una realizzazione dell’unità con il   .
  2. Volere. Seguire un corso di sviluppo che porti a maggiore conoscenza e perseveranza nell’azione.
  3. Osare. Usare la conoscenza  posseduta e mettere in azione ciò che ne comprendiamo.
  4. Tacere.  Dare il tempo ad una crescita naturale, non ostacolata dall’interferenza dell’uomo. Il silenzio è astenersi dal parlare del conseguimento e dimenticare l’autoglorificazione.

            Sintesi in diciotto punti del servizio tramite la disciplina:

1.      L’assenza di egoismo, la purezza di condotta, l’osservanza della legge e l’esemplarità della vita spirituale, valgono più di una dieta vegetariana e del celibato ostentati con compiacimento.

2.      La vita fisica viene regolata quando l’attenzione è imperniata sull’anima .

3.      Bisogna intraprendere e sviluppare un’attività duplice, sia con la vita soggettiva interiore che con il mondo oggettivo esterno, per potersi accostare consapevolmente al vero servizio.

4.      Il discepolo  deve imporre la disciplina sulla personalità  nel suo insieme (fisico, emotivo e mentale concreto), perché la debolezza principale potrebbe essere in uno dei tre corpi e impedirebbe così una utilità maggiore nel servizio.

5.      Per mantenere un’attività costante, basata sulla disciplina ed il servizio, è necessario utilizzare scientemente i “cicli”, per dirigere con saggezza il servizio.

6.      Per evitare aridità, brama di cambiamento e subitanee perturbazioni, dovute alle abitudini automatiche che diventano sistema, non bisogna applicare la disciplina per organizzare la personalità, ma liberarsi delle limitazioni del tempo, assoggettando le ore di ogni giorno senza fretta né indebita pressione.

7.      Un precetto importante è ordinare il tempo, imponendo a se stessi una disciplina che non inibisca ma che ottenga il massimo effetto col minimo sforzo.

8.      La vera libertà esiste solo quando, per libera scelta, l’anima si sottopone alla legge del servizio, della responsabilità e del lavoro di gruppo. Le fluttuazioni della personalità, nel tempo e nello spazio, non hanno importanza reale a lungo andare e alla luce dell’anima.

9.      “Sannyasin” significa: dedito alla disciplina, alla responsabilità, alla realizzazione, alla consapevolezza di ogni passo, di ogni movente e comprendere chiaramente i frutti della disciplina senza attaccamento ai risultati.

10. L’efficacia e la sottigliezza del pranayama stanno nella potenza del pensiero a sostegno dell’atto di respirare, e non nel gonfiare il torace, poiché “l’energia segue il pensiero” e i “nadi” che sottostanno al sistema nervoso e al sistema endrocrino, subiranno l’effetto voluto.

11. L’aspetto  Spirito  o Volere è attivo tramite l’anima, che opera dalla testa, ove è anche l’espressione sintetica della personalità

12. Operando nella testa e dalla testa, con i suoi due centri , le funzioni degli altri cinque diverranno automatiche.

13. L’automatica attività ritmica, vitale e vibrante dei centri (chakra) si ottiene dedicando la propria attenzione alla purificazione dei corpi della personalità, tramite il pensiero puro e la vita disciplinata e non fissando la mente su di essi.

14. La vita disciplinata non è sufficiente se non si estende ad un servizio superiore a cui il gruppo  è consacrato. E’ il Piano divino  stesso che deve modellare l’attività, e la disciplina forgiare lo strumento occorrente.

15. La disciplina produce similarità di vita nel gruppo, anche se diversificata dalla qualità di raggi   di ciascuno, è da essa che scaturisce il senso di fedeltà alla Gerarchia.

16. Disciplina, purificazione, lavoro duro e abbandono di ciò che è tanto caro alla personalità sono una fase necessaria per lo sviluppo occulto. Questo periodo di crisi è riconosciuto più tardi dalla Legge di Compensazione che sostituisce la consapevolezza del dolore, poiché esiste anche una disciplina di gioia e di realizzazione che dev’essere riconosciuta e naturalmente realizzata.

17. Il Piano (volontà divina, Visione) o parte di esso viene compreso se ci si assoggetta alla disciplina della nostra volontà spirituale e si controlla l’attività della personalità.

18. Nel discepolo comincia ad operare la Legge di Ripulsa, ossia l’”atteggiamento verso ciò che non è desiderabile”, che attiva la virtù del discernimento , del distacco  imparziale e della capacità di decentrarsi, e che permette di scartare ciò che imprigiona ed ostacola l’anima.

 

 


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