SERVIZIO PARTE CINQUANTASEIESIMA
SERVIZIO DEL PIANO Dipartimento gerarchico dell’educazione Filosofia
PRIMA PARTE DI DUE
Mitologia.
I miti esistono sin dai primordi delle varie culture della Terra, agli inizi della storia, molto prima che si venissero a creare le scienze, le arti e le religioni. I miti sono racconti archetipici in cui operano i simboli, cioè analogie profonde delle leggi dell’esistenza, espresse in un linguaggio visivo: le immagini giocano un ruolo fondamentale perché non esisteva ancora il linguaggio astratto dei concetti e delle formule. I simboli sono un linguaggio profondo, tipico del sogno e dell’inconscio, vicino alla coscienza crepuscolare della preistoria umana e alla natura stessa.
È suggestivo, a distanza di millenni, ritrovare in questi antichi miti il medesimo senso che troviamo nelle conoscenze che la scienza sembra aver scoperto negli ultimi secoli.
Mi limiterò a citarne alcuni tra gli innumerevoli miti sulla creazione: Il Tao generò l’Uno, l’Uno generò i Due, il Due generò il Tre, e il Tre generò i diecimila esseri. Lao Tzu, dal Tao Te Ching. E nel grembo infinito di Erebo, la notte delle nere ali partorì dapprima l’Uovo senza germe, dal quale, col volgere dei tempi, nacque l’amato Eros dalle spalle splendenti per le ali d’oro, simile ai veloci turbini del vento. Primo dei Frammenti Orfici. L’uovo d’oro è prodotto dall’immanifesto: La Terra con le sue sette isole, e tutti gli altri mondi, sono nell’uovo. Sankaracharya. Introduzione alla Bhagavad Gita. Al principio del mondo la Dea Durga era sola. Ella depose l’uovo del mondo. Dalla Bhavricha Upanishad.
I miti della creazione sono una costante della maggior parte delle antiche religioni e filosofie. Gli elementi archetipici in gioco sono: il Vuoto, l’Essere (l’Uovo), la fecondazione e la conseguente generazione-creazione di tutti i mondi e le creature. E la sequenza numerica mistica: Zero, Uno, Due, Tre, Sette, Molti. La concezione più diffusa è che, all’origine, ci fosse solo il grande vuoto del non-essere, il silenzio, la vasta illimitata notte del nulla; da essa nacque la prima coscienza, essere, luce, da cui, come in un grande gioco di processi a catena, si svilupparono tutte le energie, qualità/colori-forme delle cose e degli esseri viventi.
Dio immanente.
Cominciamo a domandarci presuntuosamente: chi è Dio? Dio Trascendente è sopra la nostra comprensione. Apparentemente è esterno alla creazione, ciò non toglie che includa Tutto. Tentare di saperne di più sarebbe sinceramente presuntuoso; però possiamo conoscere, nei limiti del possibile, Dio Immanente in ogni forma. Egli governa le condizioni e si esprime dall’interno di tutto ciò che esiste.
Dal punto di vista della verità esoterica, i Cieli, le Costellazioni, i Segni e i Pianeti sono Vite incarnate ed espressione della Vita, della qualità, del Proposito e dell’intento degli Esseri che li hanno portati in manifestazione. Ciò non significa che esistno più Dei, perché il minore è il riflesso del maggiore e tutti sono il riflesso dell’Unico e solo Dio.
Tutti questi corpi celesti, queste vite” incarnate” rappresentano i centri di energia del corpo dell’Entità che chiamano Spazio; così che l’intero universo è una vivente rete di centri di energia collegati da correnti e radiazioni che s’intersecano. Al nostro modesto livello, proprio qui sul Pianeta Terra, siamo un’esatta rappresentazione di quella struttura di energie.
L’Entità che conforma il nostro Pianeta è chiamato convenzionalmente il Logos planetario o Dio del Pianeta. Egli evolve mediante il Pianeta, come l’uomo attraverso il suo corpo fisico. L’aspetto personalizzato del nostro Logos è Sanat Kumara, il Quale è la Grande Vita in Cui viviamo, ci muoviamo e abbiamo il nostro essere. Questa Vita è la vera Luce del Mondo e l’illuminatore planetario; Egli tiene in vita tutti gli uomini e porta tutta la Creazione, lungo il Sentiero dell'Evoluzione, a conseguimento del Suo Proposito e del Suo fine. Perciò chi veramente evolve, è Lui, e naturalmente anche noi trascinati in avanti dalla Sua spinta; quindi, è ovvio che abbiamo dei doveri nei suoi riguardi.
L’Essere
L’intera esistenza è un’Infinita Coscienza: un multidimensionale universo composto e animato da un’unica energia intelligente. L’esistenza Una è Sacra si manifesta in infiniti aspetti e dimensioni, coscienti e intelligenti. Questa infinita coscienza, come un continuo oltre lo spazio/tempo che s’insinua nelle pieghe frattali delle meccaniche quantistiche, costituisce la matrice implicata di ogni ordine, intelligenza e bellezza. Pervadendo l’intimo cuore di ogni frammento di realtà, quest’oceano di coscienza rimane tuttavia immoto e incontaminato, è il motore immobile, il perno vuoto delle mastodontiche ruote cosmiche in perpetuo movimento. E pur sfrangiato nella complessità delle sue molteplici dimensioni, l’esistenza rimane una, come una possente pianta celata dalle sue stesse foglie.
Coscienza è un termine che rappresenta la dimensione unitaria e sacra dello spirito e la natura essenziale di Dio, chiamato appunto la Coscienza del Tutto. La coscienza è stata raffigurata da sempre come luce e simboleggiata da un occhio, a indicare la sua principale caratteristica di osservare e conoscere. La natura della coscienza è non-duale, allo stesso tempo immanente e trascendente, continua, intelligente, indipendente dallo spazio e dal tempo e quindi senza estensione o età. Non nasce e non muore, non si accresce e non diminuisce – dice Platone – è assoluta, in Sé, unica, senza tempo e tutte le cose belle partecipano in lei.
La coscienza risvegliata è universalmente rappresentata come Luce, e con la qualità intrinseca dell’Amore (Eros). Da questa coscienza, Una, Luminosa e Amorevole, nasce la creazione. Ogni Unità è un Tutto. Ogni essere contiene in sé l’intero mondo intelligibile. Il suo tutto è in ogni luogo. Ciascuno è il suo Tutto, e Tutto è ciascuno. Plotino. Se formuliamo il principio creativo dal punto di vista dell’Unità/Creatura come individualità, abbiamo che ogni Unità/Creatura sono parte inscindibile e fondamentale del Tutto, un frammento olografico della Coscienza Vuota, del Tutto, che contiene le stesse informazioni della sua matrice e che è a essa sincronicamente unita. Essendo la Totalità in ogni parte, ogni parte è sacra. Ogni parte riflette, nella sua limitazione, la coscienza, l’informazione e la creatività del tutto.
Unità di coscienza.
L’unità di coscienza tende a espandere il proprio campo d’informazioni. L’Evoluzione è il processo per mezzo del quale l’essere vivente modifica la sua informazione, e ne acquista di nuova, aumentando la coscienza di sé e delle altre unità nello spazio/tempo e nella complessità. Via via si evolve trascendendo la propria identità individuale, fondendosi in unità di coscienze più vaste: l’unità di coscienza umana si fonde nella coscienza cosmica, le unità di coscienza cellulari si fondono in un organismo … L’unità di coscienza più complessa che si crea dalla fusione di unità più primitive è un campo di coscienza collettivo.
Questa fusione può avvenire perché la natura ultima della coscienza è unitaria e quindi permette che singole unità di coscienza possano unirsi in unità di coscienze molto più vaste, complesse ed evolute. Parallelamente all’evoluzione individuale si osservano, infatti, nella storia dell’evoluzione planetaria e cosmica dei progressivi salti co/evolutivi, come dalle particelle agli atomi, da questi alle cellule e da queste agli animali multicellulari.
Lo Spazio.
L’universo rivela se stesso in due proprietà fondamentali: come movimento e come ciò in cui occupa posto il movimento, cioè lo spazio. Questo spazio, chiamato akasha, è ciò attraverso cui le cose assumono apparenza visibile, cioè vengono a possedere estensione e corporeità; comprende tutte le possibilità di movimento, non solo fisico ma anche spirituale e dimensioni infinite. Sul piano dell’attività spirituale è chiamato “lo spazio della coscienza o la dimensione della coscienza” e porta fino a un elevato stadio dell’esperienza spirituale, in cui la dualità del soggetto e dell’oggetto è eliminata.
Akasha prende anche il significato di “etere”, concepito come il mezzo del movimento. Il principio del movimento, tuttavia, è prana, il respiro della vita, l’onnipotente e onnipresente ritmo dell’universo in cui le creazioni e le distruzioni si sussegue l’un l’altra come l’ispirazione e l’espirazione del corpo umano, e in cui il corso dei soli e dei pianeti ha lo stesso ruolo della circolazione del sangue e delle correnti di energia psichica nell’organismo umano. Tutte le forze dell’universo, come quelle della mente umana, dalla suprema coscienza alle profondità del subconscio, sono modificazioni del prana.
Akasha e prana non possono essere separate perché si condizionano reciprocamente come “sopra” e “sotto”, o “destro” e “sinistro” nella sfera dell’esperienza pratica è possibile osservare e distinguere la preponderanza dell’uno o dell’altro principio. I quattro grandi elementi o stati di aggregazione, cioè il solido (terra), il liquido (acqua) l’incandescente o bollente (fuoco) e gassoso (aria) sono considerati come modificazioni dell’akasha, lo spazio-etere.
Nel momento in cui un essere diventa consapevole della propria coscienza, acquista anche quella dello spazio, si rende anche conto dell’infinità della coscienza. Perciò si può dire che l’esperienza dello spazio è un criterio di attività spirituale e di una forma superiore di consapevolezza. Il modo in cui noi sperimentiamo lo spazio o in cui siamo consapevoli di esso, è caratteristico della dimensione della nostra coscienza. Lo spazio tridimensionale che si percepisce attraverso il nostro corpo e i sensi, è soltanto una delle molte possibili dimensioni.
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