LA GRANDE INVOCAZIONE (parte quarta)
"Dal centro ove il Volere di Dio è conosciuto Il Proposito guidi i piccoli voleri degli uomini; Il proposito che i Maestri conoscono e servono".
Questi tre versi saranno interpretati in tutta semplicità come una invocazione per ottenere che la volontà umana sia portata ad uniformarsi alla volontà divina, anche se questa non sia sempre compresa.
In questi tre versi è contenuta l'indicazione che l'umanità stessa non può ancora comprendere pienamente il proposito di Dio, quell'aspetto della volontà divina che cerca espressione sulla terra. Il proposito della Volontà di Dio cerca di influenzare la volontà umana, o intenzione ferma di stabilire retti rapporti umani.
La volontà divina quale è essenzialmente, rimane il grande Mistero. Questo problema si pose perfino al Cristo, il quale nel momento in cui ebbe la visione della vastità della sua missione come Salvatore del mondo si rivolse al Padre esclamando: "Padre, non la mia volontà, ma la Tua si compia" . Parole che segnano l'abbandono completo dei corpi con i quali aveva tentato di salvare l'umanità. La sua missione, in quel momento, potè apparire frustrata, e per portarla al suo pieno compimento, per vederne cioè i frutti in manifestazione, Egli ha aspettato quasi duemila anni. Infatti solo ora la sua missione potrà produrre la sua piena fruizione. Ma Egli non può procedere nella sua missione senza l'azione reciproca da parte dell'umanità.
Questa invocazione è dunque essenzialmente l'invocazione del Cristo; " La sua nota si è diffusa" nel mondo intero per mezzo della sua enunciazione e per mezzo dell'uso che ne fa la Gerarchia spirituale del pianeta.
Ora le sue parole devono diffondersi nel mondo intero, per mezzo degli uomini ovunque. Il suo significato a poco a poco deve essere espresso dalle masse. Cristo potrà allora realmente "tornare sulla terra" e contemplare "il travaglio della sua anima ed essere soddisfatto". |