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SESSANTAQUATTRO

 

 

 

 

 

 

INVOCAZIONE

PARTE SESSANTAQUATTRESIMA

           

 

Gli uomini aspirano alla libertà, alla comprensione reciproca, a giuste condizioni di vita e di pensiero, collettive e individuali e a giusti rapporti, sia esterni sia interni. È un fatto generalmente riconosciuto. L’umanità è stanca delle malsane condizioni di vita, dello sfruttamento degli inermi, del malcontento che aumenta e del potere accentrato in mani egoiste e corrotte. Gli uomini vogliono pace, rapporti giusti, adeguata ripartizione del tempo, giusta valutazione e retto uso del denaro. Questi sintomi sono insoliti e profondamente spirituali.

            Qual è l’effetto di    questi sviluppi nel mondo del governo spirituale soggettivo e in quello delle vicende umane?

            Innanzitutto e soprattutto, l’evocazione di un approccio congiunto: da un lato la Gerarchia che anela e desidera risolvere il problema e la miseria umana, e inoltre far emergere un governo spirituale (quello dei giusti valori), e dall’altro l’uomo che è deciso a creare le giuste condizioni e la situazione ambientale adatta allo sviluppo degli esseri umani e in cui i veri valori possano essere individuati e riconosciuti. È questo il punto di unificazione fra la Gerarchia e l’umanità. Che molti uomini siano troppo poco evoluti per notare correttamente queste aspirazioni, non è essenziale. Essi inconsciamente tendono agli stessi fini della Gerarchia. Quando queste due grandi situazioni parallele sono simultanee, ne risulta inevitabilmente una risposta sincrona la quale (pure inevitabilmente) produce uno stimolo.

            Non dimenticate che l’appello invocativo della massa degli uomini e la formulazione intelligente di richiesta da parte di chi è pronto ad avanzare con intelligenza, richiameranno necessariamente la risposta occorrente e i necessari rivelatori della Realtà.

            L’immaginazione creativa, alla fine, è tutto ciò che rimane della vita astrale attiva e intensamente potente che il discepolo ha vissuto per così tante vite; col procedere dell’evoluzione il suo corpo astrale diviene un maccanismo di trasformazione, il desiderio essendo trasformato in aspirazione e l’aspirazione stessa trasformata in una crescente facoltà di espressione intuitiva.

            La realtà di questo processo è dimostrata dall’emergere di quella qualità fondamentale che è sempre stata inerente al desiderio stesso: la facoltà immaginativa dell’anima, che stimola il desiderio è diventa una facoltà creativa superiore man mano che il desiderio s’innalza, conducendo a realizzazioni sempre più elevate. Questa facoltà invoca infine le energie della mente, più l’immaginazione, col tempo diventa una grande agente d’invocazione e creazione. È così che la Triade spirituale è messa in rapporto con la triplice personalità.

            Nei primi stadi del lavoro invocativo, lo strumento usato è l’immaginazione creativa. Questo mette in grado il discepolo, proprio all’inizio, di agire come se fosse capace di creare in questo modo; poi, quando la coscienza immaginativa del come se non serve più, diventa coscientemente consapevole di ciò che egli, con speranza e attesa spirituale, ha cercato di creare; scopre che questo è un fatto esistente e sa, senza alcun dubbio, che “la fede è sostanza di cose sperate, ed evidenza di cose non viste”.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


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