SERVIZIO
PARTE SETTANTAQUATTRESIMA
La Scienza del sacrificio
La scienza del sacrificio è molto più importante della scienza della meditazione, perché solo lo sforzo e l'intensa attività del discepolo che serve evocano i poteri dell'anima, fanno della meditazione un requisito essenziale e fanno in modo - prima di ogni altra cosa - d'invocare la Triade spirituale. Intensificando la vita spirituale, si affretta la costruzione dell'antahkarana che conduce ad una serie graduale di rinunce, fino alla Grande Rinuncia, quella che libera il discepolo per tutta l'ternità.
La volontà è fondamentalmente un'espressione della Legge di sacrificio perché essa, come la considera e comprende l'iniziato, è essenzialmente quell'essenza monadica, qualificata dalla "ferma determinazione" che è identificata con la Volontà e il Proposito del Logos planetario.
Il sacrificio fondamentale, che il Lagos planetario fece quando decise di incarnarsi o di entrare nella forma di questo pianeta, fu fatto sulla base di una pura scelta, motivata dalla sua "ferma determinazione" di agire quale Salvatore del pianeta, nello stesso senso in cui i Salvatori del mondo si manifestano per la salvezza dell'umanità. Sanat Kumara è il prototipo di tutti i salvatori del mondo.
L'iniziato, nel suo piccolo, deve imparare a funzionare anche come salvatore e così esprimere la Legge di Sacrificio attraverso la volontà sviluppata, pura e ragionata, non semplicemente sulla base dell'amore impulsivo e della sua attività. Qui sta la distinzione fondamentale. Il sacrificio non dev'essere considerato come "un rinunciare", ma piuttosto come "un assumere".
Questo sacrificio era imperativo nel senso più pieno della parola, data la capacità del Logos planetario di identificare Se stesso in piena coscienza con l'anima di tutte le forme di vita, latente nella sostanza planetaria. Non poteva rifiutare l'appello invocativo dei "semi di vita", che lottano nella sostanza della forma e cercano maggiore vita e luce. Questa lotta e questo sforzo per progredire evocano la sua risposta e lo slancio della Sua divinità, come espressa nella volontà, attivata dalla "ferma determinazione" di andare incontro alla divinità profondamente nascosta in quel senso.
L'Iniziato
L'iniziato deve imparare a lavorare come Colui che nutre e salva i semi di vita in tutte le forme con le quali può, in un certo modo identificarsi. La sua volontà deve esternarsi in risposta alla domanda invocatrice dell'umanità e la sua ferma determinazione deve motivare la sua attività conseguente. Deve volgere le spalle al Sole Spirituale Centrale, e con la Luce del Suo volto irradiare il sentiero dei "prigionieri del pianeta". Egli si condanna a rimanere per tutto il tempo necessario, agendo come "Sole e Luce del pianeta, finché il giorno sia con noi e la notte del pralaya discenda sul Suo compito ultimato". Così e soltanto così, la Luce del Sole Centrale Spirituale può cominciare a penetrare nei luoghi oscuri della Terra; allora tutte "le ombre spariranno" - riferimento occulto alla radiosità della Monade che tutto include, assorbendo il suo riflesso, l'anima e la sua ombra, la personalità.
L'iniziato, nel suo piccolo, raggiunge un'espressione corrispondente alla Legge di Sacrificio; egli infine volta le spalle alle corti di Shamballa e alla via dell'Evoluzione superiore, quando mantiene il suo contatto con la terra e opera come un membro della Gerarchia per la diffusione della volontà-di-bene fra gli uomini e, quindi, fra le evoluzioni minori.
Secondo la Legge di sacrificio il Signore del mondo rimane sempre dietro le quinte, sconosciuto ed ignorato da tutti i "semi" che Egli è venuto a salvare, fino al momento in cui essi raggiungono lo stadio della fioritura come uomini perfetti e a loro volta diventano i salvatori dell'umanità. Allora sanno che Egli esiste.
Dal punto di vista della forme di vita nei quattro regni della natura, Sanat Kumara non esiste. Nell'umanità sviluppata, prima di entrare nel sentiero probatorio, Egli è sentito e confusamente cercato sotto il nome di "Dio". In seguito, quando la vita che i "semi" hanno manifestato raggiunge gli strati o le categorie superiori della Gerarchia umana, nella coscienza del discepolo emerge la certezza che dietro al mondo fenomenico vi è un mondo di "vite salvatrici" del quale un giorno farà parte; comincia a sentire che dietro a queste Vite ci sono grandi Esseri che possiedono potere, saggezza e amore, i Quali, a loro volta, sono sotto la supremazia di Sanat Kumara, l'Eterno giovane, il Creatore, il Signore del mondo.
L'iniziato deve imparare ad operare dietro le quinte, ignorato, non riconosciuto e non acclamato; egli deve sacrificare la sua identità nell'identità dell'Ashram e dei suoi lavoratori e, più tardi, nell'identità dei suoi discepoli che operano all'esterno, nel mondo della vita quotidiana. Egli istituisce le attività necessarie ed apporta i cambiamenti, ma non riceve alcuna ricompensa ad eccezione della ricompensa delle anime salvate, delle vite ricostruite e del progresso dell'umanità sul Sentiero del Ritorno.