INVOCAZIONE
PARTE SETTANTASETTESIMA
L’iniziazione della crocifissione ha un aspetto istruttivo importante. È stato conservato per noi nel nome dato sovente alla quarta iniziazione: la Grande Rinuncia. Un’enorme esperienza è concessa all’iniziato in quel momento: egli si rende conto (perché vede e sa) che l’antahkarana è stato completato con successo e che esiste una linea diretta d’energia dalla Triade Spirituale, lungo l’antahkarana, alla mente e al cervello. Questo pone in primo piano nella sua coscienza l’improvviso e spaventoso riconoscimento che l’anima stessa, il corpo egoico sul suo livello e ciò che per lunghe età è stato la supposta sorgente della sua esistenza, la sua guida e il suo mentore, non è più necessario; il suo rapporto come personalità infusa d'anima è ora direttamente con la Monade. Si sente abbandonato ed è portato a gridare — come fece il Maestro Gesù — “Mio Dio, mio Dio, perché mi hai abbandonato?” ma egli compie la rinuncia che necessita e il corpo causale, il corpo dell’anima, viene abbandonato e scompare. Questa è la rinuncia culminante e il gesto più importante di ere di piccole rinunce; la rinuncia caratterizza il corso della vita di tutti gli aspiranti e discepoli — la rinuncia affrontata coscientemente, capita e fatta coscientemente.
Vi ho accennato precedentemente che questa quarta Iniziazione o della Rinuncia è strettamente connessa alla sesta iniziazione e alla nona. La sesta iniziazione è possibile soltanto quando l’iniziato ha fatto in modo preciso le rinunce necessarie; la ricompensa è che allora gli è concesso di fare una scelta perfettamente libera e di dimostrate così la sua meritata libertà essenziale.
La nona iniziazione (quella del Rifiuto) non ha in sé alcun elemento di rinuncia. Non è il rifiuto di trattenere, perché l’iniziato è al punto in cui non si chiede né tiene nulla per il sé separato. In quell’iniziazione planetaria finale, il Maestro è messo faccia a faccia con ciò che si potrebbe chiamare il male cosmico, con quel serbatoio di male che ciclicamente straripa sul mondo, e anche con il gruppo riunito di Maestri della Loggia Nera. Egli rifiuta di riconoscerli. Di questo tratterò più tardi, quando considereremo quest’iniziazione.
Per quel che riguarda l’Iniziazione della Rinuncia esistono alcune corrispondenze interessantissime che gettano sul suo significato una brillante luce illuminante. In una certa misura le conoscete, perché ho trattato del significato del quarto Raggio di Armonia tramite il Conflitto e del quarto regno, l’umano, nei miei scritti precedenti; potrebbe però essere utile se ne riunisco alcune per mostrare come l’Iniziazione della Rinuncia è estremamente importante per l’umanità e per il singolo iniziato che, naturalmente, è un membro del quarto regno. Anzitutto questo grande atto di rinuncia segna il momento in cui il discepolo non ha in sé nulla che lo leghi ai tre mondi dell’evoluzione umana. In futuro il contatto con quei tre mondi sarà puramente volontario e per scopi di servizio.
Preferisco la parola “rinuncia” alla parola “crocifissione”, perché quest’ultima mette semplicemente l’accento sulla sofferenza subita dall’iniziato che rinuncia a tutto ciò che è di natura materiale e diventa un membro permanente e (se posso usare questo termine) non fluttuante e immutabile del quinto regno della natura, il regno di Dio, che noi chiamiamo la Gerarchia.
Non dimenticate che i tre mondi dell’evoluzione ordinaria costituiscono i sottopiani fisici densi del piano fisico cosmico. La crocifissione esprime il concetto di un’estrema sofferenza fisica e prolungata; secondo il racconto biblico, dura “tre ore”, che rappresentano i tre piani della nostra evoluzione. Su tutti e tre i piani il discepolo rinuncia; su tutti e tre i piani egli è perciò crocifisso. Ciò denota la fine di una vita e — dal punto di vista cosmico — della vita personale dell’anima attraverso molte incarnazioni. Se è l’affermazione di un fatto, che il senso del tempo è la risposta del cervello ad una successione di stati di coscienza o di eventi, e se è ugualmente vero che (per l’anima) nella coscienza un fattore quale il tempo non esiste, ma è conosciuto soltanto l’Eterno Presente, allora i tre mondi dell’esistenza incarnata costituiscono una sola unità d’esperienza nella vita dell’anima — esperienza che termina alla crocifissione, perché l’anima in incarnazione rinuncia definitivamente a tutto, coscientemente e con l’uso di una volontà costante, e volge le spalle al mondo materiale definitivamente e per sempre.
Egli ha padroneggiato tutti gli usi dei tre mondi dell’esperimento, dell’esperienza e dell’espressione (per usare tre termini che vi ho reso familiari negli altri miei libri) e ora è libero. Ogni iniziato che effettua questa rinuncia e subisce la conseguente crocifissione è in grado di dire, col primo della nostra umanità che lo fece: “Io, se sarò innalzato, trarrò a me tutti gli uomini”. Così parlò il Cristo. L’iniziato è innalzato dalla sua rinuncia — che fa mediante il “sangue del cuore” — fuori dal mondo dei fenomeni materiali, perché si è liberato da ogni desiderio ed interesse per essi e da qualunque presa essi abbiano mai avuto su Lui. È completamente distaccato.
È interessante notare che il Maestro Gesù passò per l’iniziazione della rinuncia nello stesso momento in cui il Cristo fu elevato alla settima iniziazione o Iniziazione della Resurrezione. Così le biografie di questi due grandi Discepoli sono parallele — Uno, che serve con tanta ubbidienza il più Grande, e il Cristo, che sottomette la Sua volontà a quella del Padre nel Cielo.
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