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OTTANTACINQUE

 

 

 

 

 

 

INVOCAZIONE

PARTE OTTANTACINQUESIMA

 

Una coscienza limitata attira solo correnti imperfette.

Il potere creativo risponde all’appello dello spirito, e l’estensione della coscienza corrisponde alle condizioni circostanti, create dallo spirito stesso. La legge di reazione è la più rettilinea fra tutte.

L’energia cosmica, quale impulso creativo propellente, dispone una vita culminante là dove esiste un impegno ardente. Se l’uomo capisse la grande attrazione reciproca, spingerebbe ben più sovente la propria energia verso l’attività creativa universale.

Un appello si afferma come un potente magnete. Credere che l’invocazione A.U.M.” sia efficace, se operata coscientemente dallo spirito, posa su basi di saggezza; ma lo spirito invocato da un irresponsabile può soltanto colpire.

Tutte le cause e tutti gli effetti sono già contenuti nell’appello. Lo spirito che invoca s’innalza e chiama il potere cosmico. Lo spirito che chiama l’Infinito a soccorso del genere umano diventa un assistente dell’evoluzione. Lo spirito che non conosce l’appello, non utilizza le forze manifeste dell’Infinito.

Il Fuoco dovrebbe essere invocato come trasmutatore della vita. L’umanità si occupa pochissimo degli elementi, suoi compagni di viaggio. Eppure la vita è affollata di questi compagni!

Perché dunque non volgersi a loro per cercare di conoscerne veramente le qualità? Il Fuoco trasmuta qualsiasi manifestazione di vita.

Ogni raggio afferma la vita e percuote lo spazio. Quando l’umanità avrà appreso a usare la materia radiante, il Decreto cosmico sarà osservato. 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


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