LA GRANDE INVOCAZIONE
Parte Settima
Il significato profondo della Grande Invocazione.
La Grande Invocazione, se largamente diffusa, potrà essere per la futura Religione mondiale ciò che furono e ancora sono il Padre Nostro per la cristianità ed il ventitreesimo salmo per gli Ebrei di tendenza spirituale.
Vi sono tre modi di penetrare nel significato di questa Invocazione:
- Quello del pubblico in generale.
- Quello degli aspiranti e dei discepoli .
- Quello dei membri della Gerarchia spirituale del pianeta.
Il grande pubblico la considererà come una preghiera a Dio trascendente; non Lo riconoscerà ancora come immanente nella sua creazione; le moltitudini l’emetteranno sulle ali della speranza, speranza di Luce , amore e pace, cui anelano. La considereranno anche come una preghiera per l’illuminazione di tutti gli uomini eminenti e dirigenti in tutti i gruppi che si occupano degli affari del mondo; per un flusso di amore e di comprensione fra gli uomini sì che possano vivere in pace l’uno con l’altro; come una richiesta perché si attui la volontà di Dio, volontà di cui nulla possono conoscere e che sembra loro così inscrutabile e onnipervadente che la loro normale reazione debba essere la pazienza e la propensione ad astenersi dal domandare; come una preghiera per rafforzare la responsabilità umana perché si possano eliminare i mali riconosciuti che oggi turbano l’umanità e perché qualche vaga sorgente di male sia resa innocua; e infine come una preghiera per restaurare una altrettanto vaga condizione primordiale di felicità piena, e far sparire dalla terra il dolore e le pene. Tutto ciò è bene per le masse, ed è immediatamente possibile.
Gli aspiranti e le persone di tendenza spirituale ne avranno una comprensione più profonda; per essi significherà il riconoscimento del mondo delle cause e di Coloro che stanno soggettivamente dietro le scene del mondo, pronti a rendere forti gli uomini di vera visione , pronti a indicare non solo la ragione degli avvenimenti nei vari settori del vivere umano, ma anche a rivelare ciò che metterà l’umanità in grado di avanzare, fuori dalle tenebre, nella luce. Con questo atteggiamento basilare, sarà evidente la necessità di una diffusa espressione di queste realtà sottostanti, e maturerà un’epoca di espansione spirituale, predisposta dai discepoli. Epoca che ha avuto inizio nel 1875 quando fu proclamato il fatto dell’esistenza dei Maestri di Saggezza; fu proseguita, nonostante presentazioni erronee, attacchi concettuali e di disprezzo. Non sono mancati il riconoscimento della natura sostanziale delle prove disponibili e la reazione intuitiva degli studiosi spirituali e di numerosi intellettuali.
Si sta per riconoscere un nuovo tipo di mistico che differisce da quello del passato per il suo interesse pratico per le vicende correnti del mondo, e non solo per le questioni religiose e di chiesa. Egli si distingue per la mancanza di interesse per il proprio sviluppo personale, per la sua capacità di scorgere Dio immanente in tutte le fedi e non solo nella sua particolare religione, ed anche per la capacità di vivere nella luce della presenza divina. Tutti i mistici lo hanno sempre fatto in misura più o meno grande, ma il mistico moderno differisce da quello del passato in quanto è in grado di indicare chiaramente agli altri la tecnica del Sentiero ; egli unisce testa e cuore, intelligenza e sentimento, e a questi aggiunge una percezione intuitiva finora mancante. Ora la via del mistico è illuminata dalla chiara luce della Triade Spirituale , e non soltanto da quella dell’Anima .
In entrambi i gruppi — il pubblico in genere e gli aspiranti e i discepoli — vi sono alcuni che emergono dalla media generale perché dotati di più profonda penetrazione mentale e comprensione; essi sono nella « terra di nessuno », agendo in un caso come intermediari tra le moltitudini e gli spiritualisti, nell’altro tra questi e i membri della Gerarchia. Non dimenticate che anch’Essi usano la Grande Invocazione, e che non passa giorno senza che l'Entità cristica stesso la pronunci.
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