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NOVANTA

 

 

 

 

 

SERVIZIO

PARTE NOVANTESIMA

       Molti gruppi di scienziati cercano di stabilire una base di responsabilità sociale e morale nell’ambito delle loro particolari discipline, aderendo al Giuramento Ippocratico per gli Scienziati, gli Ingegneri e i Tecnici formulato da l’Institute for Social Incentions di Londra, in questi termini:

·         “Mi impegno solennemente a consacrare la mia vita al servizio dell’umanità.

·         Darò ai miei insegnanti il rispetto e la gratitudine che è loro dovuta.

·         Praticherò la mia professione con coscienza e dignità.

·         Il benessere dell’umanità sarà la mia prima considerazione.

·         Manterrò con tutti i mezzi in mio possesso l’onore e le nobili tradizioni della mia professione.

·         Considererò i miei colleghi come la mia famiglia.

·         Non permetterò che considerazioni di religione, nazionalità, razza, politica o stato sociale si frappongano tra il mio lavoro e il mio dovere all’umanità.

·         Manterrò il più alto rispetto per la vita umana fin dal suo principio, anche sotto minaccia.

·         Mi asterrò da tutto ciò che è deleterio e nocivo.

·         Non userò la mia conoscenza in contrasto con leggi dell’umanità.

·         Faccio queste promesse solennemente, liberamente e sul mio cuore”.

        La nostra interdipendenza globale è ormai nella visione di molti scienziati che sfidano gli stessi governi e le corporazioni multinazionali ad assumersi le loro responsabilità di preservare l’ecosistema globale da cui tutti dipendiamo.

       L’opinione pubblica ha un ruolo determinante da svolgere nell’assicurare che il sentiero su cui la scienza si incammina rispetti i principi del proposto giuramento, al fin che la Scienza si rivolga verso le reali necessità dell’umanità con saggezza e intelligenza.

Gli scienziati di tutte le discipline, in un convegno tenutosi in Spagna, hanno affermato, con dati scientifici, che non è esatto affermare:

·         Che noi abbiamo ereditato una tendenza al bellicismo dai nostri progenitori animali.

·         Che la guerra o qualunque altro comportamento violento, sia programmato geneticamente nella nostra natura umana.

·         Che nel corso dell’evoluzione umana vi sia stata una selezione per il comportamento aggressivo più che per altri tipi di comportamento.

 

·         Che gli umani hanno una “mente violenta”.

 

·         Che la guerra sia causata “dall’istinto” o da alcuna altra singola motivazione.

 

        La biologia non deve condannare l’umanità alla guerra, ma che possa essere liberata dai legami del pessimismo biologico e rafforzata dalla fiducia di intraprendere compiti di trasformazione necessari. I costruttori di Pace si basano sulla fratellanza: se pensiamo che ognuno di noi ha fatto le sue esperienze incarnandosi in posti e fra popoli diversi, non può che pensare che tutti siamo una sola umanità.

       Noi abbiamo la capacità, mediante l’amore, di considerarci l’un l’altro come esseri umani per trasformare l’illusione della scarsità di risorse e del conflitto in abbondanza, armonia e pace. Oltre al cibo, che potrebbe essere abbondante per tutti gli esseri della terra, ciò che ci nutre più pienamente è l’energia dello Spirito e la luminosità della luce, quel regalo del Creatore che anima ognuno e tutti. Questa luminosità è qualcosa di molto prezioso che però possiamo perdere e distruggere con l’ira, l’avidità e la gelosia ma che invece possiamo conservare dicendoci: “Si, io so ricevere e io so dare”.

        Nell’armonia tra le culture, le razze e nella cooperazione fra popoli sta il segreto della Pace, ma ciò sarà impossibile se non saremo prima in pace con la Terra. La responsabilità planetaria da parte dell’assemblea generale delle NU, consiste nel riconoscere l’unità di tutta la vita, ma tale riconoscimento vale anche per i Governi e gli individui, Ci dev’essere un solo mondo, un mondo giusto e pacifico che coopera con la Natura poiché il nostro mondo è una parte di un universo interdipendente.

 

 

 

 

 

 

 

 

 


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