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NOVANTATRE

 

 

 

INSEGNAMENTI

PARTE NOVANTATREESIMA

Retta auto concentrazione

       Nella concentrazione il successo dipende dalla capacità di raggruppare le forze: appena l’allineamento è raggiunto, occorre concentrare la coscienza fra le sopracciglia (ghiandola pituitaria), continuando a tenere gli occhi chiusi, e senza forzare le mascelle.

       In questo stadio l’Ego assume il controllo della mente soggiogandone le fluttuazioni ed eliminando qualsiasi pensiero fino ad ottenere il silenzio interiore e di concentrare l’attenzione sopra un determinato soggetto, sia esso di natura occulta, devozionale, filosofico, religioso, scientifico, letterario, oppure un immagine qualsiasi. Nessun’altro pensiero deve essere accolto nella mente.

       La mente concentrata si comporta come un riflettore, essa riesce a penetrare nelle parti più occulte di un soggetto in esame e ad ottenere una profonda coscienza dell’oggetto stesso.

       Durante la concentrazione l’immagine viene formata nel corpo mentale, cioè visualizzata e a mano a mano vengono ad aggiungersi i dettagli e così la vostra coscienza viene a contatto a poco a poco con l’oggetto e le persone.

       La concentrazione costituisce perciò un mezzo e non un fine: essa forma l’organo per la meditazione.

       La retta auto concentrazione è la capacità di tenere la mente fissa sull’oggetto prescelto e implica di riportare la mente, senza mai desistere, sull’oggetto.

       Gli stadi della concentrazione sono:

1.    Scelta dell’oggetto.

2.    Ritiro della coscienza mentale della periferia del corpo per acquietare i sensi.

3.    Coscienza concentrata e fissata nella testa (ajna).

4.    Fissazione della mente e dell’attenzione sull’oggetto scelto.

5.    visualizzazione e percezione figurata di esso, con ragionare logico.

6.    Estensione dei concetti formulati, dallo specifico e particolare al generale e universale o cosmico.

7.    Proposito di percepire ciò che sta entro la forma scelta, cioè l’idea che l’ha prodotta.

 

      Si parte sempre dalla forma o dalle cose, perché non si può fissare l’attenzione senza supporto. Queste sono di quattro specie: oggetti esterni; interni; qualità; concetti. 

       Le quattro specie di oggetti sopra menzionati gradatamente rivolgono l’aspirante all’interno e lo rendono capace di trasferire la coscienza del mondo fisico all’eterico, indi al mondo del desiderio o delle emozioni ed infine a quello mentale delle idee e dei concetti. Tale procedimento, che si effettua nel cervello, porta l’intero uomo alla coerente attenzione concentrata, perché tutte le parti della sua natura sono dirette a conseguire la fissità o la concentrazione di tutte le facoltà mentali. Allora la mente più non divaga ne è instabile e rivolta all’esterno, ma completamente fissa e attenta.

      Quando si è capaci di dominare i propri organi di percezione sensoria in modo che non trasmettono più alla mente le loro reazioni a quanto percepiscono, si ottiene che:

  1. Il cervello si calma ed è tranquillo.
  2. Il corpo mentale cessa di manifestarsi in vario modo.

Per ottenere un’efficace concentrazione è necessaria la purificazione del quaternario inferiore o involucri.

Con essa si ottiene:

  1. Controllo degli organi           corpo fisico.
  2. Calma interiore                      corpo emotivo.
  3. Concentrazione                     corpo mentale inferiore.
  4. Capacità di vedere il          effetto sintetico della triplice condizione dei corpi.

 

       La concentrazione è un atto di volontà con il quale la forma è negata dai sensi e il conoscitore perviene a ciò che in essa vibra all’unisono con l’anima  sua. Così conosce ciò che la forma (o campo di conoscenza) cerca di esprimere:

L’anima che essa racchiude; il tono; la qualità.

 

 

 

 

 

 


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