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NOVANTATRE

 

 

 

INVOCAZIONE

PARTE NOVANTATREESIMA

 

 

 

Lo sforzo di suscitare l’intuizione richiede la meditazione occulta indirizzata e (non aspirazionale). Richiede un’intelligenza addestrata in modo da poter distinguere con chiarezza la linea di demarcazione tra comprensione intuitiva e le forme di psichismo superiore. Richiede una continua disciplina della mente in modo che possa “mantenersi ferma nella luce”, e lo sviluppo di una colta e corretta interpretazione, in modo che la conoscenza intuitiva conseguita possa rivestirsi delle forme-pensiero adeguate.

 

Qui si potrebbe anche affermare che la costruzione del antahkarana per mezzo del quale la coscienza può operare con facilità, tanto nei mondi superiori che in quelli inferiori, si ottiene soprattutto con una tendenza di vita indirizzata in modo definito, che dirige costantemente l’uomo nella direzione del mondo delle realtà spirituali, e con dei movimenti di riorientamento diretto o focalizzazione predisposti ed attentamente ritmati.

 

In quest’ultimo processo il profitto dei mesi o anni precedenti è valutato in modo preciso; l’effetto di quel profitto sulla vita quotidiana e nel meccanismo corporeo è studiato altrettanto attentamente, e la volontà-di-vivere come essere spirituale è immessa nella coscienza con una precisione e una determinazione tali, che assicurano il progresso immediato.

 

             La costruzione dell’antahkarana procede con certezza nel caso di ogni studente serio. Quando il lavoro è condotto con intelligenza e con piena consapevolezza dello scopo desiderato, e quando l’aspirante non soltanto è consapevole del processo, ma è attento e attivo nell’adempierlo, allora il lavoro procede velocemente e il ponte è costruito.

 

È saggio accettare il fatto che l’umanità è in questo momento in grado di cominciare il preciso processo di costruzione del collegamento o ponte fra i vari aspetti della natura umana, affinché invece della differenziazione possa esserci l’unità, e invece di un’attenzione mutevole e incostante, diretta qua e là nel campo della vita materiale e dei rapporti emotivi, si possa imparare a dominare la mente e ad annullare tramite dei ponti le divisioni, per poter così dirigere a volontà l’attenzione inferiore nel modo desiderato. Così tutti gli aspetti dell’uomo, spirituale e naturale, potranno essere focalizzati dove sarà necessario.

 

Quest’opera di collegamento tramite dei ponti è già stata fatta in parte. L’umanità nel suo complesso ha già colmato la lacuna esistente fra la natura emozionale-astrale  e l’uomo fisico.

 

Sarà utile tener presente che il collegamento deve essere fatto nell’aspetto coscienza e riguarda la continuità di consapevolezza della vita dell’uomo in tutti i suoi aspetti. L’energia usata per collegare, nella coscienza, l’uomo fisico e il corpo astrale è focalizzata nel plesso solare.

 

Oggi molti, parlando in senso simbolico, allungano il ponte collegando la mente con i due aspetti già collegati. Questo filo d’energia emana dalla testa o vi è ancorato.

Alcune persone, naturalmente poco numerose, stanno collegando fermamente l’anima con la mente che a sua volta è collegata con gli altri due aspetti. L’energia dell’anima, quando è collegata con gli altri fili, è ancorata nel cuore.

 

Un numero molto piccolo di persone, gli iniziati del mondo, avendo effettuato tutte le sintesi inferiori, ora stanno realizzando un’unione ancora più elevata, quella con la triplice Realtà che usa l’anima come mezzo d’espressione, e che opera proprio come l’anima, che cerca a sua volta di usare la sua ombra, il triplice uomo inferiore.

 

Queste distinzioni e unificazioni sono questioni di forma, simboli verbali, e sono usate per esprimere eventi e avvenimenti del mondo delle energie e forze, nel quale l’uomo è definitivamente coinvolto.

 

 

 

 

 

 

 


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