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CENTOTRE

 

 

 

 

INSEGNAMENTI

PARTE CENTOTREESIMA

    "Le scuole di illuminazione prossime e future daranno importanza all'aspetto vita e non al contatto con l'anima".

    "Noi consideriamo la Vita come la Forma Una dell'esistenza, che si manifesta in ciò che chiamiamo materia; o in ciò che, separandoli a torto, chiamiamo nell'uomo Spirito, Anima e Materia. La materia è il veicolo che manifesta l'anima in questo piano, l'anima è il veicolo, a livello superiore, per manifestare lo spirito e questi sono una Trinità manifestata dalla Vita, che tutti li pervade".

    Esiste l'essere che è la Vita del Pianeta, Colui in cui viviamo, ci muoviamo e siamo, questo insieme di vite organizzate è talvolta chiamato Logos planetario, talora l'Antico dei Giorni, o Dio, o la Vita Una.

    Il Principio Vita è la Volontà dirigente, il proposito, l'incentivo fondamentale.

    L'accesso alla Vita è dato se si subordina ciò che è personale, esercitando la magia della Fratellanza Bianca, operando sempre alla luce dell'anima e con l'anima di tutte le forme, senza curare le mire ambiziose del sé minore.

    Per vivere l'aspetto Vita nel discepolo deve affluire non solo la coscienza - o energia senziente - ma anche l'energia spirituale, ciò lo renderà strumento della Vita divina, custode di forze da trattenere e usare a beneficio degli altri regni naturali ed interiori.

    Si comprenderà l'aspetto Vita quando si sarà perso ogni senso di separazione e - identificati con la vita, appunto, e non con la forma - penetrati alquanto nella coscienza del Logos planetario, tanto da sentirne il destino e vederne, a barlumi, la meraviglia della gloria finale.

    Per penetrare nella vita il discepolo deve perfezionare l'attenzione mentale, e, usando bene la mente, realizzare lo sviluppo della facoltà superiore che è l'intuizione. Essa "è quella specie di simpatia intellettuale per cui ci si trasporta nell'interno dell'oggetto, per coincidere con ciò che ha di unico e di conseguenza d'inesprimibile". Eccone la progressione:

  1. L'attività mentale rivela il dualismo e tende a realizzare che, qui e ora, sono una cosa sola. Il suo scopo è di unificare il Sé al non-sé. Egli cessa di identificarsi con la forma.
  2. La mente, usata a dovere, registra il mondo dei fenomeni e quello dell'anima, due aspetti della Vita Una. La mente si fa sensibile anche al mondo egoico.
  3. In seguito l'anima e il suo strumento si fondono così bene che il dualismo scompare e l'Ego si riconosce come tutto ciò che è, è stato e che sarà.

 

    Una della prime lezioni che il discepolo deve apprendere mentre si dedica alla natura e all'uso della mente, è forse che l'opinione pubblica deve lasciare il posto alla coscienza del diritto individuale, usata e concentrata in modo da rilevarsi poi nelle sue debite proporzioni come germe vivente capace di sbocciare nel fiore divino del figlio della mente, il Manasaputra, e come quel filo sottile che riporta nel reame della Mente Universale. Se seguito, questo filo di coscienza conduce all'Aula del Consiglio dove si custodiscono il proposito e il piano della Vita maggiore, dove gli egoismi umani svaniscono nella luce trasparente della Volontà divina. La vera comprensione e il retto uso e controllo della natura astrale e senziente guidano l'uomo nel cuore stesso del divino, ad apprendervi che tutto è bene perchè tutto è Amore. L'uso giusto della mente e l'esatta conoscenza dell'intelletto lo conducono nella mente divina ove apprende che tutto è bene poiché tutto è previsto e le mete sono tutte conseguite.

Ciò dicendo mi riferisco specialmente alla vita che si esprime nel nostro pianeta, voglio dire al Logos planetario, ma lo stesso concetto, è ovvio, può estendersi anche alla grande Vita di cui Egli non è che un riflesso o una manifestazione.

            

È necessario comprendere alquanto il ruolo svolto dal quarto regno nel complesso e lo scopo per cui esiste quell'aggregato di forme che è il genere umano. Si deve insomma considerare il rapporto fra questo e il tutto e non limitarsi allo sviluppo dell'individuo e alla parte che esso compie nell'insieme circoscritto dell'umanità.            L'umanità dunque, nel cosmo, è un centro di energia spirituale che promana dal cosmo; quest'energia emana da Dio Padre e giunge all'umanità da quel livello che tecnicamente è chiamato "monodico", cioè dalla sfera degli archetipi, fonte suprema di cui l'uomo possa avere coscienza. Con "Dio Padre" intendo la Vita Una, auto-esistente e l'Assoluto.

 

 

 

 

 

 

 


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