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CENTOQUATTORDICI

 

 

 

 

SERVIZIO

PARTE CENTOQUATOORDICESIMA

 

    … Con l’invenzione delle macchine e l’inaugurazione dell’era omonima, le condizioni di vita dei lavoratori peggiorarono e divennero pessime e malsane a causa del sorgere delle aree urbane intorno alle fabbri­che. Fra le masse irregimentate e oberate di lavoro, che con la loro fatica arricchivano le classi agiate, crebbe lo spirito di rivolta. Il principio spirituale della libertà venne sempre più riconosciuto e invocato.    

Nonostante che la macchina abbia fatto il lavoro di molti uomini, il che contribuì alla ricchezza dei capitalisti, nuove industrie e accresciuti mezzi di distribuzione offrirono nuovi campi d’impiego, e le esigenze del periodo mondiale più materialista che si sia mai visto, dette grande impulso al capitale e impiego a milioni di lavoratori. Crebbero le istituzioni educative e con esse la richiesta, da parte delle classi lavoratrici, di migliori condizioni di vita, paghe più alte e tempo libero. I datori di lavoro vi si opposero precipitando una condizione che obbligò i lavoratori ad entrare in azione.

Gradatamente, impiegati ed operai si unirono per protezione reciproca e per i loro giusti diritti. Sorse infine il movimento sindacalista con due armi formidabili: l’educazione alla libertà e lo sciopero. Molti scoprirono che l’unione fa la forza e così potevano sfidare il datore di lavoro e strappare paghe decenti, condizioni di vita migliori e quel tempo libero che è diritto di ognuno. Il continuo crescere del potere del lavoro e della sua forza internazionale è ben noto, ed è un fatto di primario interesse.

Individui potenti fra i capi dei sindacati presero in pugno il movimento. Alcuni datori di lavoro, che avevano a cuore il benessere dei loro operai, li appoggiarono e li aiutarono. E la lotta dei lavoratori è ancora in corso: spesso conseguono vantaggi, orari più brevi e paghe sempre migliori e quando non li ottengono usano l’arma dello sciopero. Ma questa, benefica e utile agli inizi, è ora mezzo di tirannia nelle mani di uomini senza scrupoli ed egoisti. Certi capi sindacalisti sono ora così potenti che sono come dittatori e sfruttano coloro che una volta servivano. L’organizzazione operaia diventa immensamente ricca e incamera moltissimo denaro. Il movimen­to operaio è ora capitalistico. Le organizzazioni operaie furono in realtà un grande movimento spirituale, conducente al risorgere dello spirito nell’uomo e in ogni popolo.

Tuttavia non tutto va bene in questo grande movimento. C’è da domandarsi se non sia necessaria una drastica pulizia interna. Se fra le nazioni dovessero esistere retti rapporti è evidente che tali dovrebbero essere anche fra capitale e lavoro e fra le stesse organizzazioni dei lavoratori, oggi sovente in contrasto. Il vantaggio principale che il lavoro ha sul capitale è che quello opera per molti milioni di uomini, mentre questo tende al bene di pochi.

 “L’amore del denaro è la radice del male”. Il che ci riporta alla debolezza fondamentale dell’umanità, ossia il suo desiderio, di cui il denaro è simbolo ed effetto. Esso esige soddisfazione dei sensi, beni, agi materiali, acquisizione e accumuli di cose, è la sete di potere e di supremazia che soltanto il denaro può dare. Il desiderio governa e domina il pensiero umano; è la nota fondamentale della civiltà moderna; è anche la piovra che strozza la vita; l’iniziativa e la bontà; è la macina da mulino al collo del genere umano.

Avere, possedere e competere è stata la nota fondamentale - uomo contro uomo, famiglia contro famiglia, azienda contro azienda, partito contro partito, nazione contro nazione, lavoro contro capita­le -  così oggi si ammette che il problema della pace e della libertà è connesso soprattutto alle risorse mondiali e al loro possesso.

        Esistono però molti la cui vita non è dominata dall’amore per il denaro e che sanno pensare in termini di valori superiori. Sono la speranza del futuro, ma individualmente sono imprigionati nel sistema. Sebbene non amino il denaro, ne hanno bisogno. I tentacoli del mondo degli affari li circondano, anch’essi devono lavorare per vivere, e l’opera che vorrebbero compiere a favore dell’umanità non può procedere senza i fondi occorrenti.

I giusti rapporti possono essere attuati per le seguenti ragioni:

·         L’umanità ha sofferto così terribilmente durante gli ultimi duecento anni che è possibile ottenere i cambiamenti necessari, purché si prendano i giusti provvedimenti prima che il dolore e l’angoscia siano dimenticati.

·         L’inaugurazione dell’Era Nuova; essa altererà talmente il modo di vivere, che gran parte dei progetti attuali si riveleranno provvisori, validi solo per assistere l’umanità nel grande trapasso dal materialismo oggi dominante a un sistema caratterizzato dai giusti rapporti umani.

 

Questo modo di vivere nuovo e migliore si svilupperà favorito da due grandi movimenti:

·         Il movente spirituale della fratellanza, della cooperazione pratica, per il continuo sviluppo della coscienza cristica. Lo si può ritenere un’utopia, ma i suoi effetti sono già più palesi che non si creda.

·         Il movente egoistico dell’autoconservazione. La liberazione dell’e­nergia atomica non solo ha messo nelle mani dell’uomo una forza potente che in modo inevitabile darà una vita migliore, ma anche un’arma terribile, capace di spazzare via l’umanità dalla faccia della terra.

 

Per le forze del lavoro il problema più importante sarà la disoccupazione, che sarà però senza significato nell’ ”età dell’oro” che si approssima. Le masse allora dovranno saper usare il tempo libero e l’energia creativa dell’uomo si getterà in canali che oggi neanche si possono concepire. La grande liberazione che attende l’umanità manifesterà poteri creativi collettivi, valori spirituali e sviluppi psichici che proveranno la divinità dell’uomo immortale.

Un solo concetto dominante può salvare oggi il mondo da una lotta economica, impedire il risorgere dei sistemi materialistici, arres­tare il riemergere delle vecchie idee e mettere fine al segreto do­minio degli interessi finanziari e al violento malcontento delle masse: credere nell’unità di tutti gli uomini. La si deve intendere come qualcosa per cui valga la pena di combattere e morire; deve sorreggere tutta la riorganizzazione politica, sociale e religiosa e fornire la base dei sistemi educativi.                   L’unità degli uomini, la comprensione e l’azione leale sono gli unici concetti con cui cos­truire il mondo nuovo, abolire la competizione, porre fine allo sfruttamento di un settore umano da parte di un altro e alle sperequazioni delle risorse planetarie. Finché ci saranno grandi ricchi e poverissimi, gli uomini non saranno all’altezza del loro destino elevato.

Il Regno di Dio scenderà presto in terra, ma i suoi cittadini non riconosceranno né ricchi né poveri, né superiori né inferiori, né lavoro né capitale, ma capiranno di essere i figli di un solo Padre, e la verità — natu­rale e spirituale — che sono tutti fratelli. Qui sta la soluzione del problema di cui ci occupiamo. Perciò la soluzione sta nell’educare sempre meglio e nell’adattare le tendenze attuali alla visone colta da uomini di mentalità spirituale e che amano i loro simili. 

 

 

 

 

 

 

 


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